Commenti ai vangeli della III settimana di Quaresima; 3-10 marzo 2024

Pubblicato giorno 1 Marzo 2024 - ARTICOLI DEL BLOG, Il Vangelo di oggi

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Domenica 3 marzo 2024 (3ª settimana di Quaresima)

Non fate

della casa del Padre mio

un mercato!

 

Nel cammino verso la Pasqua la liturgia in questa domenica ci propone il gesto simbolico e profetico di Gesù nel tempio, un gesto forte che suscita interrogativi, perplessità in quelli che gli sono attorno.

È un passaggio difficile per i suoi ascoltatori, un invito profondo a passare da una religiosità superficiale, fondata su un culto esterno, ad una fede che si fonda sulla persona di Gesù, sulla carne della sua umanità con cui è apparso e ha vissuto sulla terra.

Proprio l’umanità di Gesù, i suoi gesti, le sue parole, il suo corpo donato per amore che, soprattutto in questo tempo di quaresima, costituisce il luogo e il centro a cui volgere il nostro sguardo per lasciarcene attirare e per lasciarci interrogare e guidare nel nostro cammino.

 

 

Lunedì 4 marzo 2024 (3ª settimana di Quaresima)

Nessun profeta

è bene accetto

nella sua patria

 

Gesù, parlando nella sinagoga di Nazaret, cita due esempi dell’antico testamento, cioè la vedova di Sarepta e Naaman il lebbroso, per mostrare ai suoi ascoltatori la libertà dell’agire di Dio che manifesta i suoi segni e i suoi doni a coloro che hanno un cuore disponibile e aperto, al di là di ogni origine e cultura.

L’agire di Dio, che sa scrutare i cuori e i pensieri di ciascuno, è libero e misericordioso, è sempre oltre i nostri schemi, le nostre attese e pretese.

Nel cammino di questa quaresima lasciamoci raggiungere e convertire da questa parola, così da riconoscere nel volto di Gesù il volto misericordioso del Padre che desidera la nostra salvezza e fare esperienza di incontro con lui.

 

 

5 marzo – martedì III TQ

Signore,

quante volte dovrò perdonare al mio fratello,

se pecca contro di me?

Fino a sette volte?

 

La domanda di Pietro è precisa: chiede a Gesù la misura del perdono da offrire a chi ha commesso un peccato contro di noi.

Sono parole che evidenziano la volontà di Pietro di guardare al peccatore con larghezza: egli infatti viene comunque definito fratello e la capacità di perdono offerta, «fino a sette volte», è particolarmente generosa. Pietro dunque, con la sua domanda, vuole dimostrare la propria disponibilità, probabilmente vuole anche sorprendere Gesù con una generosità non scontata: sette è infatti il numero che indica la pienezza.

Ma ecco che Gesù, con la sua risposta, scardina ogni confine, abbatte ogni misura. Non sette volte, ma settanta volte sette. Una misericordia senza misura, un perdono senza confini, come senza misura né confini è il suo amore dalla croce.

 

6 marzo – mercoledì III TQ

Non sono venuto ad abolire,

ma a dare pieno compimento

 

Dopo le parole di Gesù sulla pienezza del perdono da offrire, ancora di pienezza, di una misura senza limiti, parla il vangelo di oggi.

Siamo nel contesto del discorso della montagna: dopo aver proclamato le beatitudini, e aver detto ai suoi discepoli che sono il sale della terra e la luce del mondo, ecco che il Maestro continua il suo discorso affermando di non essere venuto ad abolire la Legge e i Profeti, ma a dare pieno compimento.

Con i suoi gesti, con le sue parole, con la sua intera vita, vuole manifestare la pienezza dell’amore. «Tutto è compiuto», dirà sulla croce, consegnando il suo spirito.

Donando totalmente se stesso, svela il senso nuovo, ultimo e definitivo, del nostro essere figli amati. Siamo chiamati, in lui, a vivere la nostra vita in pienezza.

 

7 marzo – giovedì III TQ

Se io invece scaccio i demoni

con il dito di Dio,

allora è giunto a voi

il regno di Dio

 

«Il Padre mio agisce anche ora e anche io agisco»: così leggiamo al capitolo quinto del vangelo secondo Giovanni. Il Figlio opera con il dito di Dio, partecipa all’opera del Padre che è opera di creazione, di liberazione, di salvezza. Sempre Giovanni, al capitolo ottavo, parla del dito che Gesù utilizza per scrivere sulla terra mentre scribi e farisei lo interrogano su una donna sorpresa in adulterio.

Le dita di Dio operano instancabilmente, dal momento della creazione in poi, per guarire, per liberare, per rialzare, per perdonare, per ricomporre, per benedire, per accarezzare.

In questo operare possiamo vedere quel segno dal cielo, continuamente richiesto dalla nostra incredulità, che manifesta la presenza del regno già ora, tra noi.

 

8 marzo – venerdì III TQ

Amerai.

Non c’è altro comandamento

più grande

 

Uno scriba si avvicina a Gesù per una domanda; non con lo scopo di metterlo alla prova o di tendergli un’insidia, come accade altre volte nelle narrazioni evangeliche. La motivazione dello scriba è sincera e c’è in lui una disponibilità all’ascolto e un’apertura al dialogo.

Questo gli permette di riconoscere nelle parole di Gesù la verità: amare Dio, l’unico Signore, con tutto il cuore, l’anima, la mente e la forza e amare il prossimo come se stessi è il comandamento più grande. Gli olocausti e i sacrifici sono inutili se non sono frutto di amore, motivati e orientati dall’amore.

Vivere nell’amore è abitare il regno di Dio, un regno di giustizia e di pace. Gesù riconosce la saggezza dello scriba che sa mettere al primo posto non i precetti della legge, bensì la legge dell’amore.

 

9 marzo- sabato della III settimana

Voglio l’amore e non il sacrificio,

la conoscenza di Dio

più degli olocausti

 

Gesù con una parabola ci parla della sincerità interiore che libera dalla presunzione di ritenersi giusti e di giudicare gli altri.

L’ascolto dello Spirito che ci abita ci aiuta a scoprire e ad accettare la nostra realtà di peccatori perdonati dall’infinita misericordia del Padre. Gesù manifesta la verità della nostra piccolezza, facendosi povero come noi, chinandosi sulle nostre debolezze.

Ascoltando il vangelo con la luce dello Spirito riconosciamo la nostra miseria e cresciamo nell’amore per la sorella e il fratello, scoprendo che siamo tutti gratuitamente amati nella nostra debolezza.

Abbandoniamoci con fiducia alla volontà del Padre, sperimentiamo il suo amore misericordioso e doniamolo a tutti condividendo ciò che abbiamo, rispettando la dignità di tutti, nel dialogo e nella disponibilità.

 

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