Commenti ai vangeli della IV settimana di Pasqua – Calendario del Patrono d’Italia 2024

Pubblicato giorno 19 Aprile 2024 - ARTICOLI DEL BLOG, Il Vangelo di oggi

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21 Aprile Domenica

Il buon pastore

dà la propria vita

per le pecore

 

Nel testo greco del vangelo troviamo l’aggettivo kalos, che significa il bello, quindi la traduzione letterale sarebbe: «il bel pastore».

Oggi siamo invitati a seguire ciò che è bello, o meglio ancora, la vera bellezza che è Gesù. Tante bellezze attirano il nostro cuore lungo il cammino della vita, ma solo una è quella che dona la gioia vera. Come capire qual è la bellezza che parla di Dio? Il testo ce lo dice: è quella bellezza che dona la vita per te, quella che non ti ruba l’energia, ma anzi te la dona, quella bellezza che fa luce e non crea tenebre o paura.

Nella giornata di preghiera per le vocazioni scegliamo di lasciarci sedurre ed attrarre dal bel pastore Gesù Cristo, in qualsiasi vocazione egli ci chiami a seguirlo, lì dove il cuore si sente a casa.

 

22 Aprile Lunedì

Cammina davanti a esse,

e le pecore lo seguono

perché conoscono la sua voce

 

Se chiedessimo ad un pastore come fanno le sue pecore a riconoscerlo anche da lontano, probabilmente ci risponderebbe che la sua voce è ciò che muove il gregge verso di lui. C’è un riconoscimento che deriva dall’ascolto di qualcuno che chiama. Anche una madre o un padre si gireranno solo quando, tra tanti bambini, riconosceranno che è la voce del loro piccolo che li interpella.

Siamo invitati ad ascoltare il Signore, non solo con le orecchie, ma con tutti i sensi che il nostro corpo e il nostro cuore possiedono per riconoscere la sua voce nel mondo e dentro di noi.

Signore Gesù Cristo, donaci di camminare lungo il quotidiano con passo sicuro ascoltando il canto di lode che esce dalla tua bocca.

 

23 Aprile Martedì

Se tu sei il Cristo,

dillo a noi

apertamente

 

Gesù si trova ancora una volta di fronte alla cocciutaggine di un popolo che aspetta eventi straordinari e manifestazioni grandi di un Cristo che è presente solo dentro il proprio schema.

Gesù vuole aprire le porte del cuore e far entrare nell’uomo un’aria fresca di piccolezza e semplicità che crea però incertezza e un senso di precarietà. I capi del popolo invece vogliono chiarezza esplicita e sicura. Fermandoci a questo sguardo superficiale non capiremo mai la vera identità di Gesù: egli chiede una relazione che vada in profondità, una relazione che sappia ascoltare non solo una voce che arriva dalla gola, ma anche una voce che arriva dagli eventi e dagli incontri che accadono lungo la giornata. Questo aggiunge un altro tassello alla scuola dell’ascolto.

 

24 Aprile Mercoledì

Se qualcuno ascolta le mie parole

e non le osserva,

io non lo condanno

 

Oggi il Signore ci invita a prendere sul serio le sue parole, operando scelte che siano coerenti con ciò che abbiamo ascoltato da lui.

Sembra un’operazione facile, ma in realtà a volte chiede di compromettersi e andare contro corrente rispetto al comune agire. Lui conosce questa difficoltà e le paure che ci sono in noi e proprio per questo non ci condanna, ma ci dona sempre una nuova possibilità di sequela e nuove forze per riprovarci.

Non spaventiamoci per le nostre contraddizioni e le nostre infedeltà alla parola ascoltata, ma piuttosto troviamo in essa la forza per ripartire e per ricominciare a camminare. Proviamoci, con fiducia.

Questa è già una scelta, è scelta di fedeltà, è ascolto che si fa azione.

 

25 Aprile Giovedì

Partirono

e predicarono

dappertutto

 

Nella festa di san Marco evangelista ascoltiamo i versetti finali del suo vangelo. Ora tocca a noi fare la nostra parte.

Gesù dà le ultime consegne ai suoi discepoli dopo l’evento della resurrezione; saranno capaci di testimoniare dappertutto la buona novella? E noi che ci diciamo cristiani, stiamo testimoniando il risorto? Un cristiano che rimane adagiato sul divano annuncia la buona notizia solo alle aziende di arredamento. Un cristiano con il prurito ai piedi, invece, sente l’esigenza di colorare la sua vita con la luce del Signore risorto e di portarlo ovunque perché illumini il cammino degli afflitti del mondo.

Perché temere, quando al nostro fianco abbiamo un amico così grande che ha superato ogni oscurità? Possa ogni creatura vedere in noi un raggio del sorriso del Signore Gesù.

 

26 Aprile Venerdì

Gli disse Tommaso:

«Signore, non sappiamo

dove vai»

 

Ci troviamo nel contesto dell’ultima cena di Gesù e del suo discorso di addio ai discepoli.

È bello vedere come ci siano momenti in cui i discepoli prendono la parola; in questo caso troviamo Tommaso che pone una domanda al Signore. Quello che colpisce non è tanto il contenuto della domanda quanto la sfrontatezza dei discepoli che in un certo senso interrompono Gesù nel suo discorso. Questa è proprio la bellezza della relazione: emerge un poter osare che è frutto di un’amicizia che nel tempo si è approfondita.

Quali domande hai da porre oggi al Signore? Sei disposto a gridare? Sei disposto ad arrabbiarti con lui? Sei disposto ad andare a fondo nella relazione con lui?

Lui è qui, ora, a fianco a te; aspetta solo che tu gli parli.

 

27 Aprile Sabato

Chi ha visto me,

ha visto il Padre

 

Che cosa abbiamo visto e conosciuto di Gesù nel nostro ascolto del vangelo?

A volte vediamo qualcosa che è una semplice proiezione dei nostri desideri di sentirci sicuri o dei nostri bisogni di affermazione cristiana. Mentre Gesù ci provoca a cercare di comprendere la vita con i suoi criteri, di avere lo sguardo che lacera quei veli che ancora lo tengono lontano da noi. Egli si propone sempre come un architetto che scombussola i nostri ponteggi e le nostre strutture, per aprirci ad una libertà che è quella dei figli di Dio.

Ci rende capaci di riconoscere il Padre nel volto misericordioso del Figlio suo unigenito e di indicarlo a quanti ci donerà di incontrare nei giorni della nostra vita.

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