Domenica 10 dicembre
Giovanni proclamava
un battesimo di conversione
per il perdono dei peccati
Se non avvertiamo il bisogno di salvezza, Gesù Cristo per noi è venuto invano. Se non conosciamo il nostro essere peccato rendiamo vana per noi la sua croce.
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio: oggi l’evangelo, la bella notizia, ci viene da Giovanni, uomo austero che, dal deserto dove vive, grida la necessità di raddrizzare i sentieri della nostra vita, della nostra personale esistenza. Perché? Perché viene dopo di me colui che è più forte di me: egli vi battezzerà in Spirito Santo… Perché Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unigenito come salvatore e redentore e, per il suo eccessivo amore, volle immergerci nella sua stessa vita.
Rimarremo indifferenti ad un tale, inestimabile dono?
Lunedì 11 dicembre
Tutti furono colti da stupore
e davano gloria a Dio;
pieni di timore dicevano:
Oggi abbiamo visto cose prodigiose
La liturgia di questo giorno, con il profeta Isaia, ci trasmette gioia e consolazione: Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Il vangelo presenta Gesù in viaggio che insegna e annuncia il regno di Dio con parole e opere. Gli viene presentato un paralitico: i suoi amici chiedono la guarigione del suo corpo, ma Gesù si preoccupa piuttosto della sua anima e gli perdona i peccati, prima di guarirlo. Tutto questo suscita, e può suscitare anche in noi oggi, due reazioni: lo scandalo in chi pensa di conoscere già tutto di Dio e lo stupore e la gioia in chi è aperto alla novità che Dio ogni giorno ci dona.
Il tempo di Avvento è tempo propizio per metterci nell’atteggiamento di chi, attendendo la persona amata, sa cogliere tutti i particolari del momento presente.
Martedì 12 dicembre
Se un uomo ha cento pecore
e una di loro si smarrisce,
non andrà a cercare
quella che si è smarrita?
Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli che neanche uno di questi piccoli si perda.
Ogni comunità è sempre tentata di considerare come zavorra i suoi membri più fragili; si preferisce la compagnia di quelli che contano, di chi ha doni utili, di chi non scomoda troppo… Gesù fa esattamente il contrario: il fratello che noi disprezziamo è quello che più gli sta a cuore, diventa il centro dei suoi pensieri e delle sue cure. È un pastore che conosce chi si smarrisce, lo sa capire perché si è messo nei panni degli ultimi: debole con i deboli, scartato dagli uomini e abbandonato persino dai suoi.
Padre, non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato, dirà alla fine della sua vita, mostrando che questa è la volontà nei cieli che siamo chiamati a compiere sulla terra.
Mercoledì 13 dicembre
Dio eterno è il Signore,
che ha creato i confini della terra.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici
La parola di Dio di oggi ci invita a respirare a pieni polmoni e ad aprire gli occhi per vedere in quanti e quali modi Dio manifesta il suo amore per noi.
Egli viene incontro a noi e si fa per noi rifugio e ristoro. In Gesù è modello di mitezza e di umiltà per coloro che sono stanchi ed oppressi. Ecco perché, nel brano del profeta Isaia, Dio pone questa domanda, al suo popolo, ma anche a noi: A chi potreste paragonarmi, quasi che io gli sia pari? Tutto ciò che vediamo e viviamo porta il sigillo dell’amore di Dio e niente è nascosto ai suoi occhi.
Anche i momenti di stanchezza e di fatica, se vissuti nella consapevolezza di questo amore preveniente e gratuito possono divenire occasioni di crescita, per amare più profondamente il Signore Gesù.
Giovedì 14 dicembre
Non temere, io ti vengo in aiuto
Il regno dei cieli subisce violenza
e i violenti se ne impadroniscono.
Ti vengo in aiuto,
ti tengo per la destra
È potente l’invito del Signore ad aprire il cuore alla fiducia, a una più profonda relazione con lui, a lasciarci plasmare, fortificare, consolare, certi che la speranza in lui non delude.
Il cammino della fede, del discepolato, ancora oggi chiede distacco, solitudine, rinnegamento di sé.
Rimane però pur sempre un cammino bello, che dona stabilità interiore a quella gioia profonda che nessuno potrà toglierci.
Venerdì 15 dicembre
Il sono il Signore tuo Dio
che ti insegno per il tuo bene,
che ti guido per la strada
su cui devi andare
Ridesta allora, Signore, la mia fede, la mia vigilanza, affinché sulla strada della vita non si spenga la mia lampada: se a volte si affievolisce rinvigoriscila con il dono del tuo Spirito.
La Parola del tuo vangelo che è legge e forma di vita possa trovare in me spazio necessario, accoglienza profonda perché il frutto della sapienza venga a maturare in pienezza.
Sabato 16 dicembre
Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto;
anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto.
Così anche il Figlio dell’uomo
dovrà soffrire per opera loro
La fede nel ritorno di Elia profeta era condivisa al tempo di Gesù; secondo la profezia di Malachia, si sarebbe così instaurata un’era messianica di pace e riconciliazione, e per coloro che temono Dio sarebbe sorto un sole di giustizia.
Alla domanda dei discepoli sul perché Elia debba tornare, Gesù risponde che è già tornato nella persona di Giovanni il Battista, ma che è stato rifiutato, come lo sarà il Figlio dell’uomo. Speravano cose giuste e attendevano il Messia promesso da Dio, ma quando è arrivato non l’hanno accolto: troppo diverso da come se lo aspettavano, o da come lo volevano!
Resta il fatto che accogliere Gesù e il suo regno comporta passare dall’attesa della pace e della giustizia al diventare persone di pace e di giustizia, mettendoci non solo la faccia ma anche la vita.