Commenti ai vangeli della settimana, 28 gennaio – 3 febbraio 2024

Pubblicato giorno 26 Gennaio 2024 - ARTICOLI DEL BLOG, Il Vangelo di oggi

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28 Gennaio Domenica

«Che vuoi da noi, Gesù Nazareno?

Sei venuto a rovinarci?»

Tutti furono presi da timore…

 

Quando capiremo che Gesù non è venuto a chiederci qualcosa ma a donarci amore senza condizioni?

La manifestazione della sua autorità (meglio sarebbe dire autorevolezza) può suscitare timore e forse è non solo inevitabile, ma doveroso. Il nostro timore, però, non deve essere quello dello spirito impuro che non vuole essere rovinato. Proprio all’inizio del suo racconto Marco ha scritto che annuncerà un vangelo, una buona notizia che ha nome Gesù.

Il nostro animo è troppo piccolo per contenere una così bella ed incomprensibile notizia, siamo davanti a qualcosa di infinitamente più grande del nostro cuore e della nostra anima, ma egli sa dilatare e il cuore e l’anima. Se qualcosa va in rovina, va a pezzi in noi con l’avvento del Signore sono i nostri idoli, e anche questa è una buona notizia!

 

29 Gennaio Lunedì

Più volte era stato legato con ceppi e catene,

ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi,

e nessuno riusciva più a domarlo

 

Quest’uomo, ogni uomo, porta in sé il desiderio, l’esigenza e l’urgenza di essere libero e non di essere legato né, tantomeno, domato.

Gesù lo accoglie, pur nelle sue manifestazioni violente e ribelli, e gli dona quanto ha sempre atteso. I suoi concittadini, quando arrivano, pur trovandolo seduto, vestito e sano di mente, vedono ancora e solo l’indemoniato. Quanta fatica facciamo a togliere le etichette che attacchiamo agli altri anche quando sono evidentemente cambiati! Gesù deve, incredibilmente, allontanarsi, ma lascia un testimone che non farà spegnere il ricordo di quanto egli ha fatto.

Quest’uomo è stato ricostituito libero per tornare alla sua vita interrotta con l’incredibile esperienza e memoria di aver incontrato non ceppi e catene, ma misericordia, finalmente…

 

30 Gennaio Martedì

Una donna che aveva perdite di sangue da dodici anni

e aveva molto sofferto…

E subito la fanciulla si alzò e camminava:

aveva infatti dodici anni

 

Due donne e dodici anni. La prima ha visto sfuggirle inesorabilmente non solo la vita come energie disperse nell’emorragia, ma anche la vita di relazione interrotta proprio a causa di quella perdita che la rendeva impura. Perdita di senso, perdita di speranza, perdita di affetti e condivisioni… Ormai non ha più niente da perdere e accetta il rischio della disperazione e dell’ultima speranza: e da Gesù arriva a lei una forza più forte di ogni impurità.

La seconda, scopriamo solo alla fine, è una donna di dodici anni, per quel tempo già matura per il matrimonio e la vita. Invece di aprirsi, si è chiusa per sempre, ma non per chi la ama e che ricorre a Gesù.

La vita ritorna e il cammino riprende per entrambe. Dodici anni: dodici, il numero della pienezza pronta ad accogliere l’amore di Gesù.

 

31 Gennaio Mercoledì

E si meravigliava della loro incredulità.

Gesù andava attorno per i villaggi,

insegnando

 

Signore, se tu venissi ti meraviglieresti della nostra fede, trovandoci immersi in un mare di incredulità, di apatia, di compatimento se non di aperta ostilità.

Qui, Signore, si stupiscono del nostro essere credenti, anzi ci definiscono creduloni. Il beato giudice Livatino, ucciso dalla mafia, diceva che non importa essere credenti, ma credibili. Quanta responsabilità abbiamo se ci etichettano come creduloni invece che come credenti credibili?

I pregiudizi, il conoscerti solo per quel che dovevi essere, secondo loro, cioè il figlio del falegname, non permette ai tuoi compaesani di aprirsi alla novità che le tue parole avrebbero potuto suscitare scuotendo la loro noiosa, ma rassicurante, routine.

Tu non ti fai scoraggiare e riprendi a insegnare, insegnare, insegnare…

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