Commenti ai vangeli della settimana 6-12 ottobre 2024 – Calendario del Patrono d’Italia

Pubblicato giorno 4 Ottobre 2024 - ARTICOLI DEL BLOG, Il Vangelo di oggi

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Domenica 6 ottobre

Non è bene

che l’uomo sia solo:

gli voglio fare un aiuto

che gli sia simile

 

Gesù dialoga sempre con ogni persona per far emergere ciò che abita il cuore e per condurre alla verità.

Con i farisei le dispute non mancano; il Signore non si sottrae al confronto e tenta di ricondurli alla volontà di Dio, di cui la legge dovrebbe essere espressione. Ma spesso le norme sono scritte per correggere le deviazioni e per arginare la durezza dei cuori. Gesù illumina il fondamento della legge mosaica, rivela l’intenzione del Padre: l’unione e non la separazione, la comunione e non la solitudine. Così come in Dio vi è un’alleanza eterna d’amore, una comunione interpersonale, così dovrebbe essere tra Dio e gli uomini e tra uomo e donna.

Un’alleanza sponsale non è a termine, non è soggetta alle bufere emotive, ma si fonda sulla fedeltà a un legame scelto e nutrito dall’amore di Dio.

 

Lunedì 7 ottobre

Amerai il Signore Dio tuo

con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima,

con tutta la tua forza e con tutta la tua mente

e il prossimo tuo

come te stesso

 

Non è sufficiente conoscere ciò che è scritto nella legge, Gesù chiede che cosa vi leggiamo: quale interpretazione diamo? La parola di Dio è distorta per giustificare le proprie comodità?

Non basta dare la risposta giusta, occorre vivere la parola. Gesù conduce il dottore della legge dentro la verità parabolica per dischiudergli un nuovo modo di valutare le situazioni e gli insegnamenti di Jahvè. L’altro che si incontra nel cammino può minacciare la propria purità religiosa, contaminare; oppure è proprio colui da cui farsi contagiare, un fratello da curare.

Il samaritano, che non conosce la legge, ne diventa interprete autentico facendosi prossimo dell’uomo bisognoso. La sua benevolenza è gratuità eccedente qualsiasi precetto. Si può conoscere e non vivere, vedere e non amare.

 

Martedì 8 ottobre

Beati coloro

che ascoltano la parola di Dio

e la custodiscono con amore

 

Maria la meditativa e Marta l’affaccendata.

Due sorelle e due atteggiamenti di fronte al Signore: due parti di noi. Marta sembra non cogliere l’occasione unica di stare in ascolto della parola di Gesù, ma si prodiga per accogliere degnamente il suo ospite. Perché non va dimenticato che è lei ad invitare il Signore nella sua casa, lei offre la possibilità di incontro alla sorella. Marta parte bene e poi si disperde, le sfugge che l’accoglienza dell’altro si realizza prima di tutto nell’ascoltarlo, nell’entrare in comunione con lui. Lo scivolone di Marta non è tanto il suo essere affaccendata, ma protestare perché la sorella non l’aiuta.

Gesù non la rimprovera ma la ri-chiama a fissare il suo cuore su ciò che è il meglio e che rimane per sempre: il legame intimo con il Salvatore.

 

Mercoledì 9 ottobre

Abbiamo ricevuto

uno spirito da figli adottivi,

per mezzo del quale gridiamo:

Abbà, Padre!

 

La domanda che i discepoli pongono a Gesù è il cuore dell’esperienza cristiana: imparare a pregare, instaurare un autentico rapporto con Dio. Fare della preghiera, ovvero del dialogo con il Signore, il nutrimento quotidiano.

Stando con lui ogni giorno i discepoli hanno colto l’intensità del rapporto di Gesù con il Padre, hanno visto come pregava e da questa esperienza scaturisce il loro desiderio di imparare a stare in comunione con Dio, come Gesù. E il maestro non insegna loro una formula, ma un atteggiamento, uno stile di relazione: si dialoga con Dio da figli perché è Padre che dona la vita e la nutre, che rimette in piedi quando si è caduti nell’errore, che custodisce da ogni pericolo. Che ama ogni suo figlio.

Il Padre nostro dovrebbe essere la sostanza di ogni preghiera.

 

Giovedì 10 ottobre

Chiedete e otterrete,

perché la vostra gioia sia piena,

dice il Signore.

Io pregherò il Padre

ed egli vi darà

lo Spirito consolatore

 

Gesù allarga il discorso sulla preghiera ammaestrando i suoi discepoli su quando pregare: sempre.

L’insistenza non è molestia verso Dio Padre, ma confidenza e fiducia che sa chiedere senza paura, come fanno i figli. Gesù insiste: è proprio la consapevolezza di essere figli che modella la relazione con Dio, che spinge oltre le delusioni e i dubbi e osa chiedere, cercare, bussare.

A volte ci manca il coraggio di stare davanti al Padre in verità, consegnando tutta la nostra esistenza nelle sue mani provvidenti. Il Padre nostro sono domande rivolte a Dio: il problema non è chiedere, ma cosa chiedere.

Qui il Signore arricchisce quanto già insegnato: prima di tutto lo Spirito santo, ovvero la vita stessa di Dio, il suo amore.

 

Venerdì 11 ottobre

È questa l’ora del giudizio,

dice il Signore:

il principe di questo mondo sarà gettato fuori;

ed io, quando sarò elevato da terra,

attirerò tutti a me

 

Davanti all’evento di Gesù Cristo, colui che agisce con il dito di Dio, non si può restare nella comoda incertezza, occorre prendere posizione: o con lui o conto di lui.

Gesù è venuto a portare il regno di Dio, a riunire in un unico popolo tutti gli uomini e le donne per offrire la salvezza, ma questa volontà di unità causa divisioni perché Dio separa il bene dal male. Anche il nemico, il divisore, opera per separare: i figli dal Padre, inducendoli a interpretare l’agire di Dio come una sua potente azione. Gesù afferma che il male si sconfigge solo con il bene, con la sua misericordia che libera e rigenera; questa misericordia è più forte di ogni insidia maligna.

Qui si radica la nostra fede: un cuore abitato dal Signore non deve temere nulla, un cuore disabitato può essere sopraffatto.

 

Sabato 12 ottobre

Beati coloro

che ascoltano la parola di Dio

e ne osservano i precetti

 

Gesù non ama i particolarismi, le preferenze, neppure quel frequente favoritismo per quelli del proprio clan che contraddistingue l’animo umano.

Lo rivela più volte nel vangelo; anche in questo episodio, dove la voce di una donna attribuisce una beatitudine speciale a chi lo ha portato in grembo. I legami di sangue non garantiscono la vicinanza e l’accoglienza del mistero di Cristo, non sono una sorta di beatitudine naturale. La vera beatitudine consiste nell’ascolto e nell’accoglienza di fede della parola di Dio che diviene vissuto quotidiano. La beatitudine non si eredita ma si acquisisce con una scelta sincera per Gesù: il Verbo di Dio.

Proprio così ha fatto Maria che ha accolto e creduto alla parola annunciata dall’angelo e ha compiuto la volontà di Dio. Solo così diviene madre.

 

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