
Domenica 2 giugno
Prendete e mangiate:
questo è il mio corpo
Una cena importante, preparata con cura.
Al piano superiore il Figlio di Dio offre il suo corpo, dona la sua vita: occorre salire in alto per comprendere questo mistero, avvicinarci al cielo, perché colui che viene dal cielo si fa cibo per noi. C’è un corpo che si dona, si spezza, si lascia mangiare, si offre nella sua libertà. «Prendimi se vuoi, prendi e mangia», ci dice. Un dono che si rinnova ogni giorno, sino a quando l’Agnello, il Cristo, ritto in piedi, ci accoglierà e passerà a servirci nel suo regno.
Questo è il tempo di prendere quel corpo mettendo in gioco la nostra fede e la nostra libertà. Potremo anche non farlo, molti ne fanno a meno, ma sappiamo che lui rimane lì ad attendere. Il suo corpo offerto è lì perché noi impariamo a vivere di lui e come lui, nell’amore.
Lunedì 3 giugno
Lo inviò loro,
per ultimo
Quanta pazienza! Quanta fedeltà! Una storia di annunci, di inviti, di un amore offerto e continuamente rifiutato.
Fedeltà di Dio, infedeltà dell’uomo: un intreccio che si protrae anche oggi. Il nostro rifiuto non vanifica il piano di Dio che continua a compiersi dentro la storia. Il Figlio, ogni giorno, viene inviato a noi in apparenza umile, nelle sembianze del pane che nutre la nostra fame di senso e di salvezza. Non si ferma, non si ritrae di fronte alla nostra libertà che fa di lui ciò che vogliamo. Il peggior male dell’uomo, la morte del Figlio di Dio, è trasformato per noi nella misura alta del dono: lui rimane tra noi per sempre.
Anche se non lo accogliamo continua a offrirsi. Questa è la meraviglia che oggi si compie davanti ai nostri occhi. Rimaniamo in lui, colmi di gratitudine.
4 GIUGNO MARTEDÌ
Quello che è di Cesare
rendetelo a Cesare,
e quello che è di Dio
a Dio
Il tributo a Cesare imposto alle province di Giudea, Samaria e Idumea dai Romani, era motivo di contrasti tra farisei, che non lo accettavano, ed erodiani che invece lo tolleravano perché collaborazionisti del governo imperiale.
Nei cuori degli interlocutori, Gesù legge l’ipocrisia di chi vuole coglierlo in fallo. Egli però con la sua risposta sincera e chiara mette al centro del discorso le vere priorità della vita. L’uomo e tutto il creato appartengono a Dio, con cui relazionarsi e a cui pensare per decidere e compiere scelte quotidiane. Si tratta di mettere un ordine a ogni cosa: chi è più importane per noi oggi?
Apriamo il nostro cuore al Signore perché sappiamo distinguere l’essenziale dal superfluo.
5 GIUGNO MERCOLEDÌ
Non è Dio dei morti,
ma dei viventi!
Voi siete in grave errore
Gesù è messo alla prova da parte dei sadducei che non credono alla risurrezione dei morti. Di chi sarà moglie, dopo la risurrezione, quella donna che è rimasta vedova di ben sette mariti?
Gesù fa notare agli interlocutori che coloro che risorgono dai morti sono associati agli angeli che non hanno bisogno di prendere moglie o marito. Perciò sbaglia chi, come i sadducei, pretende di dominare le scritture che dovrebbero illuminare le menti, mentre spesso finiscono per rivelare la nostra cecità e ignoranza.
Chiediamo allora la docilità del cuore per lasciarci illuminare dalla Parola; solo così possiamo incontrare il Dio della vita.
6 GIUGNO GIOVEDÌ
Amarlo con tutto il cuore,
con tutta l’intelligenza e con tutta la forza
e amare il prossimo
come se stesso
Gesù, rispondendo allo scriba che lo interroga su quale possa essere il primo fra tutti i comandamenti, indica il cardine della Torah, la legge di Israele: ben 613 precetti.
Per il maestro Gesù è necessario passare dall’esteriorità dei precetti ad un cuore che è orientato all’unica realtà essenziale: l’amore e la conoscenza di Dio sono più importanti dell’offrire olocausti; amare il prossimo ne è la diretta conseguenza.
Amare con il cuore rivolto a Dio e ai fratelli: questo è quanto anche noi siamo chiamati a vivere oggi.
7 GIUGNO VENERDÌ
Volgeranno lo sguardo
a colui che hanno trafitto
Lasciamoci attirare dal cuore del salvatore, dalla cui ferita escono sangue e acqua, simbolo dei sacramenti della Chiesa, fonte della nostra salvezza.
Il vangelo della passione ci rivela con chiarezza fino a che punto il Figlio di Dio ci ha amati, mostrando tenerezza, bontà, perdono.
Chiediamogli di imparare da lui ad amare con il suo stesso cuore e trasformiamo la nostra vita per poter essere, nel mondo, trasparenza dell’infinita compassione di Dio per l’umanità.
8 GIUGNO SABATO
Sua madre custodiva
tutte queste cose
nel suo cuore
Maria è colei che custodisce la parola di Dio nel profondo di se stessa.
Il mistero della Parola si fa carne nel cuore e nel corpo di Maria. Abitando giorno e notte in lei illumina e orienta i suoi sentimenti, i suoi pensieri, le sue scelte e le sue azioni.
Come Maria, anche noi lasciamoci conformare al mistero di Cristo, impariamo a rimanere nella sua Parola, custodiamo il soffio dello Spirito ed esultiamo di gioia per la sua presenza che abita la nostra vita.