Commenti ai vangeli della settimana (dalla domenica del Battesimo del Signore a sabato 13 gennaio)

Pubblicato giorno 4 Gennaio 2024 - ARTICOLI DEL BLOG, Il Vangelo di oggi

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7 Gennaio Domenica

Gesù uscendo dall’acqua

vide lo Spirito discendere verso di lui.

E venne una voce dal cielo:

«Tu sei il Figlio mio, l’amato»

 

Quattro versetti ed eccoci avvolti dalla presenza della Trinità, a cui seguiranno due versetti per dirci delle tentazioni di Gesù nel deserto.

L’evangelista Marco non si dilunga in descrizioni dettagliate, ma ci propone l’essenziale per la nostra fede: alla presenza del Padre e dello Spirito inizia la vita pubblica di Gesù. Essere immersi nella vita trinitaria che ci abbraccia nel giorno del nostro battesimo dà inizio alla nostra vita di figli nel Figlio.

Lo Spirito ed il Padre si relazionano con Gesù senza rivelarsi né farsi sentire dai presenti: Gesù vede lo Spirito e la voce si rivolge solo a lui. Tutto il vangelo secondo Marco sarà un percorso di velamento e svelamento fino alla rivelazione finale sotto la croce ad opera di un centurione pagano: «Davvero quest’uomo era figlio di Dio!».

 

8 Gennaio Lunedì

Gesù andò nella Galilea

proclamando il vangelo di Dio

 

Dopo l’esperienza del deserto dove lo Spirito lo ha sospinto, Gesù inizia il suo ministero proclamando il vangelo, annunciando la buona notizia di Dio.

Per questo è venuto, per raccontare la buona notizia di Dio che si vuole far conoscere, che vuole incontrare ogni uomo. In tutta la bibbia possiamo cogliere il desiderio di Dio di farsi conoscere; i diversi incontri in cui si è rivelato raccontano gli svariati tentativi di far comprendere il suo amore per l’uomo e per tutte le sue creature.

I tradimenti, gli idoli hanno distolto l’uomo da questa relazione buona, ma ora l’attesa di secoli è compiuta, non è più necessario aspettare perché ormai il regno di Dio si è fatto presente. Non dovranno più sorgere dubbi nel nostro cuore: siamo tutti amati in Cristo Gesù, vangelo di Dio!

 

9 Gennaio Martedì

«Che vuoi da noi, Gesù Nazareno?

Sei venuto a rovinarci?

Io so chi tu sei: il santo di Dio!»

E Gesù gli ordinò severamente:

«Taci!»

 

Riconoscere nell’uomo Gesù il santo di Dio non è sufficiente per rapportarsi adeguatamente con lui. Forse anche a noi viene a volte il dubbio che incontrarlo nella parola, lasciarsi istruire da lui, muovere qualche passo sulle sue orme, possa rovinare i nostri piani per il futuro e la felicità.

Nella domanda Sei venuto a rovinarci? che fa capolino nella mente, ma che difficilmente osiamo pronunciare, abita l’idea di un dio che mette alla prova, geloso della propria bontà e felicità.

Il Dio di Gesù in cui crediamo, invece, è colui che desidera condividere la bontà e la felicità: vuole figli buoni e felici, buoni perché felici e felici perché buoni.

Dobbiamo chiedere allo Spirito, quando questi dubbi ci assalgono, di gridare alla nostra mente e al nostro cuore Taci!

 

10 Gennaio mercoledì

Si ritirò in un luogo deserto, e là pregava.

«Andiamocene altrove, nei villaggi vicini,

perché predichi anche là;

per questo infatti sono venuto!»

 

Pietro va a cercare Gesù, che si era ritirato a pregare sottraendosi alla folla di bisognosi, e gli dice Tutti ti cercano. Sembra quasi un rimprovero perché Gesù, invece che rendersi utile per i tanti bisognosi, si è appartato in solitudine.

Gesù ha già compreso che la sua missione di annuncio deve allargare i propri orizzonti. Forse anche quella ricerca che ne esalta troppo la potenza di guarigione lo convince ad allontanarsi. Il suo andare nei villaggi vicini, infatti, è in vista dell’annuncio dell’amore del Padre e non dei miracoli.

Per questo infatti sono venuto! afferma con decisione: per cominciare a chiarire che i miracoli sono solo segni e non il contenuto principale della sua missione, che deve allargarsi nello spazio sino a diventare annuncio per ogni uomo.

 

11 Gennaio Giovedì

Venne da lui un lebbroso,

che lo supplicava in ginocchio e gli diceva:

«Se vuoi, puoi purificarmi!».

Tese la mano, lo toccò e gli disse:

«Lo voglio, sii purificato!»

 

Tese la mano, lo toccò: sappiamo dall’esperienza che il covid ci ha imposto quanto una mano tesa, una mano che entra in contatto con il nostro corpo, sia già strumento di guarigione, almeno dello spirito.

A questo gesto semplice e rivoluzionario (i lebbrosi non si dovevano toccare per non diventare impuri) Gesù aggiunge tutta la forza della propria volontà consegnata al lebbroso al quale la rivela: «Lo voglio». Sì, perché il lebbroso chiede Se vuoi, puoi… lasciando spazio alla libertà di Gesù e affermando contemporaneamente la fede nella sua possibilità di guarirlo.

Forse è questa completa consegna che suscita compassione in Gesù, sicuramente c’è ammirazione per una fede così grande nel Dio buono da poter sostenere anche un suo rifiuto. La nostra preghiera è altrettanto fiduciosa?

 

12 Gennaio Venerdì

Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico:

«Figlio, ti sono perdonati i peccati»…

«Alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua»

 

Gesù annuncia la parola ed è sulla fede in questa parola che alcune persone compiono il miracolo della solidarietà per chi è nel bisogno. Non si danno per vinti quando la folla non si apre per lasciar passare la barella. È sempre così la folla: incapace di abbandonare il posto conquistato per paura di perderlo, per paura di perdersi…

Ma la compassione e la fede non si arrendono: calano dal tetto il paralitico nel punto dove egli si trovava: cercare Gesù, fonte, centro e meta del nostro servizio genera il perdono e la guarigione anche per chi non crede. Gesù inizia da ciò che gli sta più a cuore, quello per cui è venuto: portare la salvezza, quella vera e profonda. Solo dopo ci sarà la guarigione del corpo, come segno della vera guarigione che è l’esperienza profonda del perdono.

 

13 Gennaio Sabato

Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati;

non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori

 

Fino a quando non ci riconosciamo malati non comprendiamo il bisogno che abbiamo di Dio.

Forse non sappiamo dare nome alla nostra malattia, ma possiamo andare da lui e raccontare cosa e come ci fa male. Egli, che è nostro medico, ascolterà i nostri sintomi e troverà la cura migliore per sanare il nostro cuore, la nostra mente, la nostra anima. Forse ci farà fare qualche esame (anche di coscienza), con l’ invito a confrontarci con la sua parola che, come spada affilata, penetra nelle nostre profondità più nascoste che, a volte, sono sconosciute anche a noi stessi.

Come quando andiamo dal medico dei corpi, andiamo con fiducia dal Signore che è signore dell’anima e del corpo, della psiche e del cuore: e lui, per prima cosa, preparerà per noi un banchetto di convivialità e amicizia.

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