Commenti ai vangeli della Settimana Santa

Pubblicato giorno 22 Marzo 2024 - Senza categoria

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24 Marzo Domenica delle Palme

Il centurione, che si trovava di fronte a lui,

avendolo visto spirare in quel modo,

disse:

«Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!»

 

Sopra un asinello, osannato dalle folle come re, Gesù entra in Gerusalemme. Abbiamo percorso tutto il vangelo che Marco immagina come un lungo cammino verso la città santa facendo risuonare l’interrogativo: Chi sei tu, Gesù di Nazaret?

Ora Gerusalemme accoglie il Messia mutando l’Osanna festoso nel grido: Crocifiggilo, mentre all’orizzonte si staglia l’ombra della croce. Così Gesù manifesta la sua identità: nella libertà obbediente di offrire se stesso, per amore, alla passione e alla morte.

Guardiamo a lui nel silenzio, nell’ascolto profondo, senza timore di seguire i suoi passi e senza perderci d’animo se nelle vicende personali e in quelle drammatiche del mondo pare che questa passione non debba avere termine. È l’amore che non finisce mai.

Chi sei tu per me, Gesù di Nazaret?

 

25 Marzo Lunedì santo

Maria prese trecento grammi

di profumo di puro nardo,

assai prezioso,

ne cosparse i piedi di Gesù…

E tutta la casa si riempì

dell’aroma di quel profumo

 

Entriamo nella settimana santa inspirando quel profumo di nardo, puro, prezioso che Maria di Betania versa sui piedi di Gesù asciugandoli poi con i suoi capelli. Uno spreco? Ci sono gesti che non hanno prezzo il cui valore è la pura gratuità. Dopo un tale spreco, non rimane nulla se non il profumo, ma perché il profumo si diffonda, occorre che sia versato; se lo trattieni non sa di nulla.

È questa la logica della Pasqua: perdersi in gesti di gratuità e di servizio perché l’altro abbia vita. In un mondo intossicato dalla paura, dal calcolo, dall’odore di morte, un gesto di tenerezza e di dono può cambiare l’aria e offrire la possibilità di respirare.

Gesù si riconosce nel gesto di Maria: darà la sua vita, non gli rimarrà più nulla, sarà un corpo spezzato, respiro di vita eterna per noi, nell’Amore.

 

26 marzo martedì della Settimana santa

Ti renderò luce delle nazioni,

perché porti la salvezza

all’estremità della terra.

«Ancora un poco sono con voi,

dove vado io

voi non potete venire»

 

Gesù è il servo del Signore che dona la vita per Israele e tutte le genti. Mentre si avvicina l’ora della cattura, a cena vive il momento dell’addio ai suoi.

Turbato profondamente annuncia: «Uno di voi mi tradirà». Gesù manifesta ai discepoli che s’interrogano il dolore per l’amico che tradisce. Il discepolo che Gesù amava gli chiede: «Signore, chi è?». Gesù porge un boccone, segno d’amore, a Giuda. Nessuno comprende le parole che Gesù gli dice mentre esce nella notte.

Allora il Maestro rivela che quella è l’ora della sua gloria, incomprensibile ai discepoli, come il non poterlo seguire ora. Pietro gli chiede: «Signore, dove vai?». Non comprende la risposta: Dove vado non puoi venire. Pietro dichiara: darò la vita per te. E Gesù: «Prima che il gallo canti mi avrai rinnegato tre volte.

 

27 marzo mercoledì della Settimana Santa

«Ecco, il Signore Dio mi assiste,

chi mi dichiarerà colpevole?».

«Farò la Pasqua da te,

con i miei discepoli»

 

Giuda si reca dai capi per tradire Gesù, mentre i discepoli preparano la cena pasquale come indicato da Gesù. A sera il Maestro a tavola con i suoi dichiara che uno di loro lo tradirà, sottolineando la gravità del gesto. Ognuno dei Dodici chiede: «Sono forse io, Signore?», anche Giuda, e Gesù: «Tu l’hai detto».

È l’ultimo tentativo dell’amore di Gesù, che appena affermato: «Meglio per quell’uomo, se non fosse mai nato». Manifestando a Giuda la terribile verità della sua intenzione, Gesù lancia un ultimo invito al discepolo, perché riconosca l’errore aprendosi alla misericordia di Dio.

Se il male domina, rende ciechi di fronte alla gravità del gesto, sordi agli inviti dello Spirito e della Parola. Ma basta uno sguardo al Crocifisso per cominciare a credere nella misericordia.

 

28 marzo Giovedì Santo

Questo è il mio corpo,

che è per voi.

Questo calice è la nuova alleanza

nel mio sangue.

Anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri

 

Gesù è l’Agnello della nuova alleanza, che libera dal peccato.

Nella notte in cui viene tradito celebra con i suoi discepoli quello che sarebbe avvenuto nella sua morte sulla croce. Nel pane e nel vino è lui stesso che si dona al Padre e a tutti noi.

Egli manifesta il suo amore sino alla fine rendendo visibile il suo essere servo donato per amore, mentre lava i piedi ai discepoli. Si mostra ultimo per noi, insegnandoci a lavarci i piedi a vicenda, a servirci con umiltà e amore nella logica della sua croce.

Celebrando l’eucaristia siamo in comunione con la Trinità. Diventiamo una cosa sola con Gesù, suo corpo, seguendolo in un amore fraterno umile, pieno di rispetto per l’altro, specialmente se è povero e oppresso.

 

29 marzo Venerdì Santo Passione del Signore

Si è caricato delle nostre sofferenze.

Pur essendo Figlio,

imparò l’obbedienza da ciò che patì.

«È compiuto».

E chinato il capo,

consegnò lo spirito

 

Ci rendiamo contemporanei di Gesù, sentendo nella scrittura il suo farsi uomo dei dolori, disprezzato e reietto dagli uomini, che prende su di sé le nostre sofferenze, l’iniquità di noi tutti.

Ci accostiamo al trono della grazia del Figlio che imparò l’obbedienza da quello che patì e divenne causa di salvezza per quanti gli obbediscono.

Nella passione traspare la dignità di Gesù nel tradimento con la cattura, nella sosta da Anna e da Caifa. Poi Pietro nel cortile del sommo sacerdote rinnega Gesù per paura.

Sentiamo Caifa mandarlo da Pilato perché sia Crocifisso. Pilato tenta di liberarlo, ma cede ai capi dei Giudei.

Accanto alla croce sta la madre, con Maria Maddalena, l’altra Maria e il discepolo amato: l’amore fedele è partecipe del dono totale di Gesù.

 

30 marzo Sabato Santo veglia pasquale

Se siamo morti con Cristo,

crediamo che anche vivremo con lui.

Egli vi precede in Galilea.

Là lo vedrete,

come vi ha detto.

 

Il sabato santo è silenzio e attesa, che a sera esplode nella veglia della risurrezione del Signore, alla luce del fuoco e del cero pasquale.

Da letture che parlano della creazione, della prima alleanza, dalle parole dei profeti. Poi la lettera ai Romani parla di noi battezzati nella morte di Cristo per vivere con lui risorto. Nel vangelo le donne discepole di Gesù al levar dei sole si recano al sepolcro con oli aromatici. Si accorgono che ivi la pietra è già stata rotolata. Vedono un giovane vestito di bianco e si spaventano. Ma egli dice: «Non abbiate paura! Cercate Gesù Crocifisso, non è qui è risorto. Andate a dire ai discepoli: «Egli vi precede in Galilea».

Dalla fede di queste donne, prime testimoni della risurrezione, nasce la Chiesa.

 

31 Marzo Domenica

Egli

doveva risorgere

dai morti

 

Doveva risorgere. Doveva!

Questo è il centro della nostra fede. La morte è vinta. Doveva andare così. Il Signore Gesù è la vita, e lui ha vinto. La luce risplende nella notte. La pietra è tolta dal sepolcro. Doveva andare così, questo era il progetto di Dio, da sempre.

È Pasqua! È il passaggio che anche io oggi sono chiamato a compiere. Forse vivo un tempo ancora buio, come nelle parole del vangelo, ma anche per me può essere il primo giorno, un giorno nuovo, in cui sperimentare che il sepolcro è vuoto. Probabilmente come Maria di Magdala non capirò subito, come Pietro correrò avanti e indietro senza avere le idee chiare, ma intanto come lui posso provare ad entrare in quel sepolcro e guardare e contemplerò una certezza: Egli doveva risorgere dai morti.

La morte non ha l’ultima parola!

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