Commenti ai Vangeli della V settimana del tempo ordinario, 9-15 febbraio 2025

Pubblicato giorno 7 Febbraio 2025 - ARTICOLI DEL BLOG, Il Vangelo di oggi

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9 FEBBRAIO DOMENICA

Poi udii una voce del Signore che diceva:

«Chi manderò? E chi andrà per noi?»

e io risposi:

eccomi manda me!

 

Tutto il contrario di quello che di solito ci viene in mente. Di fronte alle necessità del mondo pensiamo: qualcun altro se ne occuperà; certo non noi che abbiamo già tante cose da fare, che arriviamo a fine giornata che non ne possiamo più.

E se invece il Signore aspettasse proprio che fossimo noi a proporci? È proprio tutto il contrario di quello che si dice solitamente: nessuno è indispensabile. Invece quando Dio ci interpella, sta pensando che se non rispondiamo con prontezza: eccomi! nessun altro potrà farlo allo stesso modo e quell’incarico resterà tristemente disatteso.

Pensiamoci seriamente la prossima volta che ci suscita nell’animo il desiderio, l’entusiasmo, la pazzia di buttarci in qualche buona opera del regno; possiamo star certi che la chiamata viene dall’alto.

 

10 FEBBRAIO LUNEDI’

Dio disse:

«Sia la luce!»

E la luce fu

 

A qualcuno piace la notte, o il buio che sopraggiunge a metà pomeriggio dell’inverno: dà un senso di intimità e di mistero. Ma quando al mattino spunta la luce gli animi si sollevano e riprendono coraggio.

Dio ha fatto bene tutte le cose, ma la luce è stata la sua prima e, diciamolo pure, migliore invenzione. E non è stato a cincischiare, come facciamo noi che abbiamo paura di guardare le cose come sono e a chiamarle col loro nome. Dio sapeva che prima di tutto andava fatta un po’ di chiarezza, perché si potesse distinguere il bello dal brutto, il bene dal male, i pericoli dalle sicurezze. E così ha rischiarato l’orizzonte. Prima di tutto.

Ringraziamolo con gioia, ogni volta che la luce toglie ombre al nostro cammino, inciampi, ansie: sia benedetta la luce!

 

11 FEBBRAIO MARTEDI’

E Dio disse:

«Facciamo l’uomo a nostra immagine,

a nostra somiglianza»

 

Dopo aver messo le cose in chiaro, l’uomo può essere collocato nel mondo: un mondo adatto e ospitale, circondato da bellezze incomparabili e doni preziosi.

L’essere umano però non è un estraneo rispetto al suo creatore: Dio lo fa a sua immagine e somiglianza. Non proprio uguale, perché non è Dio; ma non tanto diverso, perché è suo figlio. Siamo più simili a lui di quanto crediamo, siamo più capaci di agire come lui di quanto immaginiamo, siamo pieni di doni più forti di quanto possiamo sperare.

Domandare di farci capaci di slanci totali d’amore, di perseveranza fino al sacrificio, di determinazione nel bene non è superbia: visto che, anche se non saremo mai come Dio, l’idea di farci così somiglianti è venuta al Signore e quindi non sarà poi così male.

 

12 FEBBRAIO MEERCOLEDI’

Il Signore Dio prese l’uomo

e lo pose nel giardino di Eden

perché lo coltivasse e lo custodisse

 

Dio ha creato il mondo; ci ha messo tutto quello che serviva e anche di più; come al solito ha voluto strafare ed è venuto fuori un vero paradiso (troppo spesso dimentichiamo che questa parola vuol dire giardino).

Ma poi ha voluto che anche ci mettessimo a fare qualcosa: non poteva occuparsi lui di tutto, anche se fa in modo che la vita si rinnovi ogni volta secondo le sue incredibili leggi e forze. Ha voluto che dessimo un contributo concreto alla sua opera. Col rischio che facessimo dei danni. Perché allora mettere nelle nostre mani la custodia di un bene così prezioso per tutti?

Perché anche noi possiamo provare l’incanto di fare bene, di portare avanti ciò che lui ha cominciato. Non possiamo lasciarci sfuggire questa buona occasione.

 

13 FEBBRAIO GIOVEDI’

Poi il Signore disse:

«Non è bene

che l’uomo

sia solo»

 

Dio crea tutto; e ogni volta si compiace di quello che sta facendo. Mette anche l’uomo al centro del giardino, ma qualcosa suona stonato. Non perché Dio l’abbia fatto male, ma perché risulta incompleto. Adamo da solo non se la può cavare, senza una compagnia che lo sottragga alle sue fantasie che lo isolano dalla realtà. Ci vuole qualcun altro che o obblighi al confronto, che lo conforti con l’incontro.

Dio è trinità: è abituato a stare in relazione, sa quanto è bello e quanto è soave che i fratelli stiano insieme. Non poteva quindi augurarsi per noi una vita solitaria, senza consolazioni e senza rimproveri, dove ci facessimo i fatti nostri sentendoci sempre tristemente nel giusto.

Dio ci vuole in comunione gli uni con gli altri; solo così potremo arrivare alla salvezza. Non dimentichiamolo mai.

 

14 FEBBRAIO VENERDI’

La parola di Dio si diffondeva

per tutta la regione

 

A volte siamo preoccupati che il mondo si dimentichi di Dio, che il verbo non sia più in circolo e che la terra senza questa linfa vitale si inaridisca.

Pensiamo allora a quando davvero il cristianesimo era un piccolo seme a fronte di una moltitudine di non credenti; eppure gli apostoli annunciavano con entusiasmo, perché Gesù aveva detto di fare così. La parola si diffondeva, scendendo come balsamo sulle paure e sulle cattiverie e le cose cambiavano.

Può accadere anche ora! Non è che prima fosse più facile testimoniare agli altri: c’era da perderci letteralmente la vita. Ma lo Spirito soffiava forte sostenendo i cuori. E soffia ancora e ci sostiene, se solo lo chiediamo, e sentiamo la responsabilità di mostrare come Gesù ci ha cambiato la esistenza e può cambiare quella di tutti.

 

15 FEBBRAIO SABATO

Il Signore Dio chiamò l’uomo

e gli disse:

«Dove sei?»

 

Proprio come una mamma che non vede il piccolo nel raggio del suo sguardo e va in apprensione. Non è una domanda inquisitoria, ma un’espressione di tenerezza per scoprire se ha bisogno qualcosa, perché da solo non se la può cavare anche se si crede grande e indipendente.

Adamo si nasconde; l’ha combinata bella e si vergogna: non è baldanzoso come al solito. Non se la sente di fronteggiare Dio e allora tocca a Dio andarlo a stanare, per arginare i danni delle sue azioni incaute e per porre le condizioni della sua risalita.

Succede così tutti i giorni anche con noi: quando ci sentiamo in difetto prendiamo le distanze, sperando che ci lasci nel nostro brodo; ma Dio viene a cercarci. Perché il suo amore è più forte di chiunque altro.

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