
16 FEBBRAIO DOMENICA
Stabilirò la mia alleanza
con te e con la tua discendenza dopo di te
di generazione in generazione
come alleanza perenne
Per noi un patto deve avere reciprocità: io lo rispetto se tu lo rispetti e viceversa. Ma Dio è Dio ed è tutta un’altra musica…
Nonostante quello che poi dirà, rimproverando il suo popolo, l’alleanza che stringe con l’uomo è unilaterale; perché sa che non saremo in grado di stare al passo con il suo amore totale. Certo è che dovremmo cercare di contraccambiare, per la nostra dignità di persone; ma per quanto maldestri possano essere i nostri tentativi, Dio non ci abbandonerà, l’ha giurato.
Ci scoverà nelle profondità del nostro egoismo, tra le paludi della nostra paura, dell’indifferenza, della rassegnazione. La sua fedeltà brillerà come oro nelle nostre vite e tornerà a farci risplendere, se solo glielo permettiamo. Come non avremmo mai più sperato.
17 FEBBRAIO LUNEDI’
Allora il Signore
disse a Caino:
«Dov’è tuo fratello?»
Dio sa come siamo: capaci di grandi slanci e di terribili nefandezze. Caino per gelosia preferisce distruggere la relazione con suo fratello, eliminandolo fisicamente, piuttosto che continuare il confronto in cui si sente perdente. Anche se facendo così perde tutto. Dio lo va a cercare perché sa che sta male. Non Abele, ormai al sicuro nelle mani del Padre; è Caino che va salvato, come chiunque si decide per il male.
Questa storia è molto istruttiva e ci riguarda da vicino: ci dice che i fratelli, per quanto insopportabili, ci sono messi accanto perché impariamo a custodirli e a servirli, come Gesù ci ha insegnato con la lavanda dei piedi.
Anche quando ci fanno imbestialire e ci viene voglia di toglierli di mezzo, illudendoci così di avere una vita più felice.
18 FEBBRAIO MARTED’
Noè fece tutto quello
che il Signore
gli aveva comandato
Noè è l’uomo giusto che Dio individua sulla terra in mezzo a tanti disgraziati per farne uno strumento di salvezza, per dare al mondo un’altra possibilità di vita. Gli fa costruire una grande barca dove il mare non c’è e Noè obbedisce nonostante l’apparente assurdità del suo agire.
Dio aveva parlato forte e chiaro e lui aveva sentito la sua voce; per nessun motivo l’avrebbe deluso. Così la storia finisce bene, quasi per tutti.
Un po’ lo invidiamo, Noè: ha fatto tutto quello che Dio gli ha detto, ma ha avuto delle indicazioni precise. Quante volte anche noi vorremmo agire sotto il comando sicuro del Signore: siamo pieni di buona volontà, ma non sappiamo cosa fare. Chiediamo che Dio abbia ancora fiducia in noi, che ci parli, che chieda tutto il nostro impegno. Anche oggi siamo pronti a seguirlo.
19 FEBBRAIO MERCOLEDI’
E la colomba tornò da lui verso sera;
ed ecco aveva nel becco
una foglia fresca di olivo
Siamo ormai pieni di colombe, non solo per Pasqua; rappresentano la pace. E noi vorremmo vederle volare intorno al mondo perché non ci fosse più nessuna guerra.
Anche Noè stava combattendo: con le sue paure, con quelle degli abitanti dell’arca, con le acque che lo circondavano e sembravano non finire mai. Poi ecco che la colomba dice il miracolo: la vita ha ripreso a scorrere nel modo giusto. Noè deve aver avuto un sussulto di gioia spianando la fronte: nonostante il disastro generale è stato in grado di cogliere il segnale di bene, pur piccolo come una foglia di olivo, che Dio gli mandava, per sostenere la sua speranza.
Anche se siamo ancora nel caos, da qualche parte tutto si sta pacificando e questa quiete ci raggiungerà. Se guardiamo con attenzione, anche oggi il Signore ci manderà un segno di pace.
20 FEBBRAIO GIOVEDI’
Il mio arco pongo sulle nubi
ed esso sarà un segno dell’alleanza
tra me e la terra
Dopo un forte temporale, dopo che la natura ha mostrato tutta la sua potenza distruttiva, Dio dice: basta! Torna la pace e l’arcobaleno abbraccia la distanza tra la terra e il cielo.
E i colori (Dio sì che se ne intende di cromoterapia) ci entrano negli occhi. È la luce di Dio che si rifrange in innumerevoli rivoli per mostrare tutti i suoi doni e ci lascia incantati. Se sappiamo guardare, se sappiamo attendere durante la tempesta. Anche se perdiamo la fiducia che ci fa alzare lo sguardo, il miracolo del Signore è che basta una pozzanghera per vederci riflessa la letizia dell’arcobaleno.
Allora proprio non abbiamo più scuse e dobbiamo riconoscere, ancora una volta, che Dio non ci ha lasciati soli, ma ha dipinto la realtà a mille colori per vederci danzare nella sua armonia.
21 FEBBRAIO VENERDI’
Tutta la terra aveva
una sola lingua
e le stesse parole
Ecco realizzato il sogno dell’umanità: tutti si capiscono, non c’è divisione. Eppure succede il disastro; gli umani senza distinzione sanno soltanto mettersi d’accordo per atti di superbia.
Facciamo una torre e conquistiamo il cielo, così non avremo più bisogno di niente se non di noi stessi. Ma Dio, che veglia sulla nostra stoltezza, intuisce il pericolo e interviene rimettendo in discussione questa effimera unità autosufficiente che l’umanità cerca ogni volta che pensa di potersi basare su regole che escludono la prospettiva divina.
Che tutti imparino a loro spese che l’imperfezione non sempre è un limite, ma che può diventare una ricchezza, perché solo nella molteplicità assomiglieremo a Dio che ha in sé tutte le diversità che lui solo utilizzare per un progetto di bene.
22 FEBBRAIO SABATO
Quando apparirà il pastore supremo,
riceverete la corona della gloria
che non appassisce
Come lo aspettiamo il nostro pastore, che arrivi a guidarci e a restituirci tutte le nostre aspettative di bene. Arriverà e ci incoronerà. Troppo onore per il misero contributo che abbiamo dato alla venuta del regno. Eppure saremo immersi nella sua gloria per sempre: niente perderà più la propria bellezza, la fragranza e la capacità di emanare vibrazioni positive.
Ma davvero siamo in attesa di questa grazia? Crediamo che tutte le nostre delusioni saranno compensate, che i nostri maldestri tentativi saranno riassorbiti in una più grande realizzazione? Se coltivassimo dentro di noi questa fiducia non ci scoraggeremmo così spesso credendoci abbandonati.
Lui verrà, è cosa certissima. Tanto vale allora, rimboccandoci le maniche, mantenere lo sguardo fisso verso il nostro comune e felice destino.