Commenti ai vangeli della VI settimana di Pasqua anno B – Calendario del Patrono d’Italia 2024

Pubblicato giorno 3 Maggio 2024 - ARTICOLI DEL BLOG, Il Vangelo di oggi

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5 Maggio Domenica

Perché

portiate

frutto

 

Spesso ci sentiamo come rami secchi: preoccupazioni, dolori e prove improvvise della vita quotidiana sembrano condannarci ad un lunghissimo inverno.

Il sentiero indicato da Gesù ha il profumo della primavera: il Padre si fida della nostra possibilità di scegliere cose buone, quelle che permettono di costruire la felicità dell’altro aiutandolo. Nella sua Pasqua Gesù ha mostrato che la croce è semina e raccolto insieme, che il seme marcito diventa spiga di grano. La pianta non fruttifica solo per sé stessa, ma perché un altro possa cogliere quanto di buono ha fatto nascere.

Beati noi quando, fidandoci che Dio ci sceglie e ci ama a partire dalla nostra vulnerabilità, crediamo che quel poco che ci sembra di essere può diventare tanto, se non tutto, per gli altri.

 

6 Maggio Lunedì

Anche voi

date testimonianza

 

Vedendo telegiornali, quotidiani e siti d’informazione, pare che Dio non abiti più questo mondo né questa nostra storia.

Il segno che contraddistingue il nostro tempo è quello dello scontro: dire la propria opinione per forza e con forza, imporre la propria versione investendo energie, intelligenza e difendendosi ad ogni costo. Eppure ci sono silenziosi, impercettibili e spesso nascosti, piccoli gesti di bene: il sorriso di un neonato che vede il volto di sua madre per la prima volta, un tramonto che commuove, le sinfonie di Beethoven, popoli che camminano verso la giustizia e cercano la pace.

Beati noi quando, abbassando il volume del nostro orgoglio, sappiamo raccontare e difendere quei germogli di Spirito che sbocciano continuamente nel prato dell’umanità.

 

7 Maggio Martedì

È bene per voi

che io

me ne vada

 

Un giorno imparammo a camminare. Chi fino a quel momento ci aveva tenuto per mano l’aveva lasciata e a noi era toccato solo un brivido di paura e gioia selvaggia: una serie di primi passi fino alla corsa dentro alla crescita. E il fatto che qualcuno ci avesse lasciato la mano non significava che non fosse più lì.

Gesù dice questo ai suoi discepoli, e a noi: il non vederlo, a volte il non sentirlo nella nostra vita, di solito nei momenti più faticosi, non vuole dire una sua assenza, un suo disinteresse. Gesù invita ad una fede adulta, si fida di coloro che ha scelto e accompagnato e che continua ad amare. Come si fa con dei figli.

Beati noi quando, senza pretendere che cammini al posto nostro, sappiamo tendere la mano a Dio per farci aiutare a rialzarci… e proseguire il cammino.

 

8 Maggio Mercoledì

Molte cose

ho ancora

da dirvi

 

La tentazione è sempre accovacciata sullo zerbino davanti alla porta del cuore.

Quando leggiamo questo vangelo, il rischio è quello di incastrarci solamente nella seconda parte della frase detta da Gesù ai discepoli: «non siete capaci di portarne il peso». Subito parte un’asta al ribasso del nostro valore: ci sentiamo troppo piccoli, incapaci di fare qualcosa di buono, troppo inesperti per una vita di fede, per un rapporto personale con il Signore.

Eppure, la prima parte della frase ci dice che Gesù desidera dirci «ancora molte cose»: su di lui, sul Padre, sulla nostra vita e il senso dell’esistenza di ognuno di noi. Dio si fida di noi anche se non siamo perfetti!

Beati noi quando, mendicanti di amore e di assoluto, sappiamo saziarci con il bicchiere mezzo-pieno offertoci da Cristo.

 

9 Maggio Giovedì

Non comprendiamo

quello che vuol dire

 

Viviamo sempre più in una società che vorrebbe spiegare tutto, in cui ci sono persone che sembrerebbero avere risposte per tutte le domande, per tutte le situazioni. L’uomo da sempre è abitato da domande: sono proprio queste che ci hanno fatto crescere e continuano a farci crescere.

È però necessario non perdere di vista la consapevolezza dei limiti, della finitezza, della nostra natura umana: l’uomo ha la facoltà d’investigare, ma non deve dimenticare che non può comprendere pienamente il mistero della vita e dell’amore. Queste realtà, più che comprese, vanno accolte, vissute, rispettate.

Padre aiutami ad accoglierti, ad accogliere la vita che mi doni, a farlo con fede, col desiderio di vivere una relazione filiale e non con la presunzione di avere tutto nelle mie mani.

 

10 Maggio Venerdì

Quel giorno

non mi domanderete

più nulla

 

Questi pochi versetti del vangelo che oggi la liturgia ci dona di ascoltare, ci aiutano a riflettere su quante domande noi poniamo al Signore dentro il nostro cammino di fede.

Da bambini chiedere è naturale, spontaneo: il mondo è tutto da scoprire. Poi, crescendo, rischiamo di pensare che non abbiamo più nulla da chiedere al Signore, forse perché crediamo di essere o vorremmo essere dei super-uomini, autonomi e autosufficienti in tutto. In realtà nessuno basta a sé stesso, nessuno si salva da solo; l’uomo è fatto per le relazioni e tra queste non può mancare la relazione col Padre.

Signore aiutami a restare in relazione con te, ad affidarmi a te, e quando non avrò più nulla da domandarti è perché sarò figlio fiducioso tra le braccia del Padre.

 

11 Maggio Sabato

Sono uscito dal Padre

e sono venuto

nel mondo

 

Siamo figli di Dio e fratelli di Gesù Cristo, proprio per questo possiamo pregare il Padre nostro. Siamo figli e fratelli, ma come viviamo le nostre relazioni? Come viviamo la relazione col Padre? Ci rivolgiamo a lui? Abbiamo con lui una relazione filiale vera, sana e matura?

La vita di fede deve crescere e maturare con noi, perché è nostra parte costitutiva. Noi siamo abitati da Dio e siamo chiamati a coltivare questa relazione intima, profonda e fondante, altrimenti rischiamo una maturazione parziale, rischiamo di essere divisi nel nostro intimo.

Il Signore Gesù ci aiuti ad essere in dialogo continuo col Padre, come lui stesso ci ha mostrato, e ad essergli obbedienti come lo è stato lui.

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