
Domenica 30 Giugno
Non temere,
continua solo
ad aver fede!
Ho stretto i denti, ancorandomi come non mai a quella Parola che aveva il sapore di autenticità, di profondità e di vita, e sono andato avanti.
«Non temere!», ripetevo spesso, ad ogni passo, tra me e me, e ogni volta pareva aprire un varco nella mia mente e nel mio cuore, aggrappato, com’ero, all’unica speranza. Quel giorno il tempo pareva essersi fermato e, anche se i passi procedevano frettolosamente giù lungo il pendio, gli istanti sembravano non passare mai. Non c’era più tempo da perdere, ne ero consapevole.
Come una tenue luce, quella Parola continuava a splendere nell’oscurità nella quale ero caduto, illuminando il piccolo passo possibile e (sorpresa!) rischiarando di speranza l’orizzonte.
01 Luglio, Lunedì
AncoraLe volpi hanno le loro tane
e gli uccelli del cielo i loro nidi,
ma il Figlio dell’uomo
non ha dove posare il capo
Gesù ci guarda sempre con simpatia, di più: invita anche voi a fare altrettanto, perché noi non ci affanniamo ad accumulare e godiamo della provvidenza del Padre.
Anche oggi ci ha citato e questa volta siamo noi a guardare lui sempre in movimento per portare a tutti la buona notizia del Regno. Quel tale che l’ha interpellato è stato messo in guardia dal presumere di poterlo seguire con le sole proprie forze: c’è bisogno della sua parola, del suo Spirito, per camminare con lui. La sua è una strada di libertà, come le nostre nel cielo: abbiamo sì i nostri nidi, ma ci restiamo solo per lo stretto necessario, per covare le uova e nutrire i piccoli. Poi, via col vento, per «lodare sempre il creatore e sempre amarlo» come ci dirà Francesco nella sua predica. Perché anche voi facciate altrettanto.
02 Luglio, Martedì
Tutti, pieni di stupore, dicevano:
«Chi è mai costui,
che perfino i venti e il mare gli obbediscono?»
Come, non sapete chi è? E vi meravigliate che gli abbiamo obbedito?
Certo voi lo giudicate una grande persona, un maestro, un profeta, ma comunque un uomo come voi. Lo avete visto, affaticato per il cammino, sdraiarsi a poppa della barca e addormentarsi profondamente, tanto da non sentire il finimondo che abbiamo scatenato. Lo avete svegliato convinti di naufragare, affidandovi a lui come ultima ancora di salvezza. Non siete rimasti delusi: un bel rimprovero, prima a voi, e poi anche a noi, e ci siamo subito calmati.
Perché quell’uomo stanco, che ha bisogno come voi di dormire, è anche il Figlio di Dio, di colui, dice il profeta Amos, «che ha fatto le Pleiadi e Orione, che cambia il buio in chiarore del mattino, che comanda alle acque del mare e le spande sulla terra: Signore è il suo nome».
03 Luglio, Mercoledì
Gli dicevano gli altri discepoli:
«Abbiamo visto il Signore!».
Ma egli disse loro:
«Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi…»
Non ero con loro otto giorni fa nel cenacolo, me ne stavo solo, ripensando al passato, quando nel mio entusiasmo avevo invitato gli altri a seguire il maestro fino a morire con lui, quando poi invece ho dichiarato la mia ignoranza sulla via da percorrere per stargli dietro. Comunque alla fine l’abbiamo lasciato solo, anche perché così voleva.
Ora sono venuti a dirmi che l’hanno visto, vivo. Ma sarà proprio così? Che non sia un fantasma, come avevamo pensato quella volta sul lago quando aveva camminato sulle acque? Per questo oggi sono qui anch’io: starmene per conto mio non risolve il problema, è in comunione con gli altri che avrò una risposta.
Se non vedrò un angelo, ma un uomo che porta ancora i segni della passione subita per me, allora gli dirò: «Mio Signore e mio Dio!».
04 Luglio, Giovedì
Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto.
Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico:
«Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati»
Confesso che sulle prime ci sono rimaste male: vedeva bene in che condizioni ero, incapace di camminare, bisognoso dell’aiuto dei miei amici. Doveva immaginare il motivo che ci aveva spinto lì: che io riacquistassi l’uso delle gambe! E invece mi dice che mi cancella i peccati…
Però la mia delusione è durata poco: qualche minuto dopo ero in piedi, trasportando il lettuccio ormai inutile, e stavo rendendomi conto che Gesù aveva visto bene non solo nel cuore degli scribi, ma anche nel mio. Anche lì ero paralitico, chiuso nel mio risentimento verso Dio per la situazione in cui mi trovavo, invidioso di chi stava meglio di me, privo di riconoscenza verso chi mi aiutava.
Ora invece mi sento guarito anche nello spirito, libero di lodare Dio, desideroso di farmi prossimo alle sofferenze degli altri.
05 Luglio, Venerdì
Mentre sedeva a tavola nella casa,
sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori
e se ne stavano a tavola con Gesù
e con i suoi discepoli
Non è la prima volta che siamo invitati a pranzo da Matteo: se lo può permettere con tutti i guadagni, non sempre onesti, della sua attività. Del resto anche noi siamo della stessa risma…
Ma oggi c’è un’atmosfera diversa dalla solita baldoria che facciamo: Matteo è pensieroso, e anche noi, chi più chi meno, lo siamo. È quel maestro che è venuto con i suoi discepoli a guidare la conversazione, e oggi non si parla di affari e di soldi: stiamo ad ascoltare la sua parola, una parola diversa dai nostri soliti interessi, ma che ci tocca profondamente e ci spalanca nuovi orizzonti. Da una parte ci fa sentire la nostra meschinità, ma nello stesso tempo ci promette una vita più piena.
Dallo sguardo e dai modi di Matteo si capisce che lui questa vita l’ha già trovata: speriamo succeda anche a noi!
06 Luglio, Sabato
Non si versa vino nuovo in otri vecchi,
altrimenti si spaccano gli otri
e il vino si spande
e gli otri vanno perduti.
Ma si versa vino nuovo in otri nuovi
Quando Gesù a Cana cambiò l’acqua delle antiche osservanze nel vino nuovo del vangelo andò sul sicuro: le giare erano di pietra, non c’era pericolo che si spaccassero.
Ma quando si tratta di noi otri di pelle, si preoccupa che non siamo lisi o rinsecchiti, ma forti ed elastici, in grado di contenere l’esuberanza del vino novello. Tutto ciò per farvi capire come devono essere i vostri cuori, dove versa la novità dello Spirito se accogliete il suo amore. Cuori miti e coraggiosi, non rinsecchiti da abitudini e pregiudizi, capaci di gesti di rinuncia e di amore non dettati da un’arida osservanza di precetti, ma segni di gratitudine e di condivisione.
Su noi otri di pelle è più facile scrivere che non sulle giare: è su un cuore di carne e non di pietra che si imprime la nuova alleanza!