Commenti ai vangeli della XIX settimana aperti dalla solennità di santa Chiara – Patrono d’Italia

Pubblicato giorno 9 Agosto 2024 - ARTICOLI DEL BLOG, Il Vangelo di oggi

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Domenica 11 Agosto santa Chiara

Io sono la vite, voi i tralci.

Chi rimane in me, e io in lui,

porta molto frutto,

perché senza di me

non potete far nulla

 

Chiara d’Assisi, morì nel giorno memoriale di san Lorenzo e, secondo l’uso ecclesiale, la memoria di lei fu fissata il giorno seguente. I due santi vissero a un millennio di distanza, e Chiara ha celebrato ogni anno della sua vita l’indimenticabile santo romano.

Il Signore Gesù le ha incendiato il cuore, Francesco l’ha aiutata a orientare il fuoco e poi la liturgia l’ha plasmata, anche narrando le gesta dei santi. Cosa può aver colto Chiara della testimonianza di Lorenzo? Due spunti: l’istanza forte di attenzione ai poveri, che segnò la sua vita fin dai primi passi, e l’aspirazione al martirio. Sappiamo infatti che coltivò un desiderio bruciante di andare fra i Saraceni per subire il martirio, tanto che sora Cecilia, spaventata da quel proposito, scoppiò in lacrime.

 

Lunedì 12 Agosto

Quelli che riscuotevano la tassa per il tempio

si avvicinarono a Pietro e gli dissero:

«Il vostro maestro non paga la tassa?».

Rispose: «Sì»

 

L’episodio narrato non è tanto un invito a pagare le tasse, cosa certamente giusta, ma va compreso nel contesto delle prime comunità giudaico-cristiane a cui l’evangelista Matteo scrive.

Il delicato rapporto tra chi è legato ancora a pratiche giudaiche e chi invece si sente ormai libero da esse, pone il tema della libertà che, se fraintesa e usata male, può scandalizzare i più fragili della comunità e ostacolare la comunione fraterna. A Pietro, forse imbarazzato da un maestro sottomesso al potere romano, Gesù ricorda che i figli di Dio dimostrano di essere liberi quando decidono di sé e delle loro azioni obbedendo all’amore e ponendo il bene di tutti davanti al proprio.

Come Gesù, il Figlio, che offrì da sé stesso la propria vita per noi, pur sapendo che nessuno avrebbe potuto toglierla.

 

Martedì 13 Agosto

Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli…

È volontà del Padre vostro che è nei cieli

che neanche uno di questi piccoli si perda

 

Chi è il più grande? Ci sono domande che fanno da specchio a pensieri e ansie nascoste.

Il fascino della grandezza è sempre molto forte tra gli uomini, ma anche tra i discepoli del Signore, sebbene dicono di intenderla in senso spirituale. Il discepolo preoccupato della propria grandezza cade spesso nel giudizio o nel disprezzo di chi è fragile, finisce per diventare autoreferenziale e si pone come ostacolo al cammino di fede dei più deboli, impedendo loro di andare a Gesù.

Mettendo al centro dell’attenzione un bambino, il messaggio di Gesù arriva chiaro: se vuoi essere mio discepolo, non preoccuparti di quanto sei grande, preoccupati di avere in me la totale fiducia che ha un bambino, lasciati condurre e trasformare dall’unico amore più grande, quello del Padre.

 

Mercoledì 14 Agosto

In verità io vi dico:

tutto quello che legherete sulla terra

sarà legato in cielo,

e tutto quello che scioglierete sulla terra

sarà sciolto in cielo

 

Se la volontà del Padre è che nessuno si perda, anche quella dei figli sarà riconquistare il fratello perduto; dobbiamo giocare tutte le carte possibili per restituire verità e dignità alle relazioni ferite dal peccato.

Solo così la nostra preghiera «sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra» non sarà ipocrita. Abbiamo tutti una responsabilità nei confronti del peccato, ma Gesù dice che a tutti è stato dato anche un grande potere: agire per amore! Il potere di sciogliere il male non è riservato al sacramento della riconciliazione, ma a tutto ciò che diciamo e facciamo nel nome del Signore, cioè nel suo amore.

Accordarsi, sintonizzare i cuori sul potere di questo amore è il modo in cui i discepoli riconoscono il Signore, il Dio con noi presente in mezzo a loro.

 

Giovedì 15 Agosto Assunzione della beata Vergine Maria

Beata colei

che ha creduto

nell’adempimento di ciò

che il Signore le ha detto

 

Festeggiamo oggi il compimento della vita di Maria; era stata colmata di grazia in vista della sua missione, ora è colmata di gloria.

Se visitando Elisabetta aveva gioito e pregustato la salvezza che il Signore riversava sulla terra, oggi si realizza pienamente in lei la sua stessa profezia: «Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e tutte le generazioni mi chiameranno beata». La sua assunzione in cielo significa inveramento di quanto aveva cantato da giovane donna in attesa: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore».

Maria, la sua umiltà, la sua storia con il Figlio di Dio, tutto questo entra al massimo grado nel mondo di Dio. Alla medesima beatitudine siamo destinati anche noi, che oggi ancora camminiamo sperando, credendo e cantando.

 

Venerdì 16 Agosto

Gesù rispose loro:

«Per la durezza del vostro cuore

Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli;

all’inizio però non fu così!

 

«All’inizio non fu così». All’inizio, al principio, così come era nel pensiero creatore di Dio.

Il suo sogno sulle relazioni tra uomo e donna è e resta quello di un amore fedele, capace di solcare tutte le increspature della vita, di resistere anche alle vicende più sofferte. Un amore modellato su quello di Gesù, capace di giungere a dare la vita per l’altro.

Oltre la legge di Mosè c’è la legge dell’amore, che si pone su un piano radicalmente altro. Il vangelo di oggi ci chiama a compiere un passo oltre, a lasciare che il nostro cuore venga plasmato sempre più a somiglianza al cuore di Dio.

 

Sabato 17 Agosto

Lasciateli, non impedite

che i bambini vengano a me;

a chi è come loro, infatti,

appartiene il regno dei cieli

 

In continuità con il vangelo di ieri, che citava gli eunuchi come eredi del regno dei cieli, Gesù presenta i bambini come destinatari di un amore privilegiato. Queste due categorie di persone hanno in comune il fatto di essere incompleti; eppure Gesù afferma che proprio a loro viene offerto l’accesso al regno dei cieli.

Possiamo oggi chiederci quali sono le «incompletezze» che portiamo dentro di noi, che spesso vorremmo nascondere e che, come i discepoli, rimproveriamo alla presenza del Signore: sono esattamente questi i luoghi più amati da lui, che egli desidera benedire con l’imposizione delle mani, perché diventino le chiavi per entrare nel regno dei cieli.

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