
14 luglio, Domenica
Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due.
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse,
scacciavano molti demoni,
ungevano con olio molti infermi e li guarivano
Siamo stati con te da quando, chiamandoci, ci hai tolto dai nostri affetti, dai nostri progetti, e ci hai coinvolto nel portare la buona notizia che Dio è vicino alla nostra storia.
Ci hai invitato ad essere pescatori di uomini ed ecco che è giunto il momento di metterlo in atto: ci mandi a due a due, ma siamo sempre in tre, perché tu non ci lasci soli, cammini invisibile ma efficace assieme a noi. Per questo ci fidiamo della tua potenza, limitando i nostri mezzi umani, perché quando si tratta del regno di Dio noi facciamo la nostra parte, ma sei sempre tu a portare a compimento l’opera.
Succede anche a noi quello che vedevamo accadere a te: c’è chi accoglie con fede e chi invece rimane chiuso. Noi comunque annunciamo la parola e operiamo: poi sarà quel che Dio vorrà!
15 luglio, Lunedì
Risplenda la vostra luce davanti agli uomini,
perché vedano le vostre opere buone
e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli
Mi hanno dato il titolo di Dottore Serafico, penso a causa del modo con cui ho cercato di far risplendere la luce: una tonalità di luce calda, come si legge su alcuni tipi di lampadine.
Dottore perché ho ricercato la sapienza e mi son dato da fare per comunicarla; serafico perché mi son lasciato ardere dell’amore di Dio che vibra nei serafini, quello stesso che ha insignito con le Stimmate san Francesco, che Dante definisce: «tutto serafico in ardore».
Mi è stata donato di tenere insieme l’itinerario verso Dio e l’umiltà nel servire i fratelli, governando con saggezza. Ho lasciato scritto il mio programma: ho interrogato la grazia più che la scienza, il desiderio più che l’intelletto, ho amato la preghiera più che la vasta erudizione.
In Cristo ho visto più lo sposo che non il maestro.
16 Luglio, Martedì
Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo?
Fino agli inferi precipiterai!
Perché, se a Sodoma fossero avvenuti i prodigi
che ci sono stati in mezzo a te,
oggi essa esisterebbe ancora!
Dopo tanti anni passati a Nazaret, è venuto ad abitare tra noi, anche se è quasi sempre in giro per la Galilea.
Senza dubbio quando parla di Dio è affascinante, poi qui a Cafarnao abbiamo visto guarigioni prodigiose: la suocera di Pietro, il servo del centurione, il paralitico e molte altre. Però quando ci dice che dobbiamo cambiar vita ed essere poveri di spirito, miti, misericordiosi, pacifici e giusti, il discorso non ci tocca. A noi basta vederlo qui come un talismano, che tiene lontane o guarisce le sventure e che ci dà motivo di orgoglio per il nostro paesello: siamo sicuri, niente da cambiare!
Quanto poi alla sua affermazione di essere il Messia, il Figlio di Dio, se non gli hanno creduto a Nazaret, dove lo hanno visto crescere e lavorare e lo conoscono bene, tanto meno lo faremo noi!
17 Luglio, Mercoledì
Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra,
perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti
e le hai rivelate ai piccoli
Guarda Gesù com’è contento, così diverso da ieri quando l’abbiamo sentito rimproverare le città incredule!
Oggi si rivolge a noi che lo stiamo seguendo: ci chiama piccoli, non per l’età, siamo tutti adulti, ma perché non siamo colti come i dottori della legge, quelli che ci guardano dall’alto in basso. Eppure ci dice che siamo noi i veri sapienti, noi che abbiamo creduto alle sue parole anche se nuove e imprevedibili. E questo ci ha reso suoi familiari, siamo suoi fratelli, e in lui figli del Padre suo che sta nei cieli: sono queste le cose che non apprendono coloro che sono pieni di sé, impermeabili all’incontro con il Dio vivente, chiusi nei loro rigidi schemi di dottrina e di morale.
Gesù invece ogni giorno ci sollecita a penetrare sempre più nel mistero dell’amore che ci salva.
18 Luglio, Giovedì
Prendete il mio giogo sopra di voi
e imparate da me, che sono mite e umile di cuore,
e troverete ristoro per la vostra vita.
Il mio giogo infatti è dolce
e il mio peso leggero
Sono pur sempre un giogo, e come tale, peso: perché ciò che propone Gesù non è una passeggiata spensierata, ma un cammino che comporta impegno, costanza, fatica.
Mi sentite però più leggero perché sono costruito per due: non siete soli a portarmi, ma al vostro fianco, anche se non lo vedete, cammina colui che per voi è stato obbediente al Padre e che ha affrontato con mitezza ed umiltà quanto comportava la fedeltà alla sua missione.
L’antica legge interpretata dagli scribi era diventata insopportabile, corazza esteriore di prescrizioni e di divieti che schiacciava la libertà. Io invece mi accomodo sulle vostre spalle partendo dal centro di voi stessi, dal cuore, dove nasce l’accoglienza della volontà di Dio, ora sofferta, ora gioiosa, nella fiducia che tutto concorre al bene.
19 Luglio, Venerdì
Se aveste compreso che cosa significhi:
Misericordia io voglio e non sacrifici,
non avreste condannato persone senza colpa.
Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato
Che bello che Gesù rivendichi la sua signoria su di me e mi tolga dalle interpretazioni di uomini troppo zelanti e presuntuosi! Io che dovevo essere il giorno della gioia, del riposo, della solidarietà, destinato a far gustare all’uomo lo sguardo contemplativo del creatore, trasformato in un cumulo di precetti e di divieti che schiavizzano l’uomo: non far questo, non far quest’altro, non camminare più di così e via dicendo…
Come mi hanno ridotto, questi esagerati custodi della legge! Per fortuna è arrivato il Signore a far piazza pulita di tutte le meschinità e a ridarmi il volto originario di giorno di festa, in cui l’uomo ricupera la sua identità di creatura ancorata al creatore.
Sì, sono proprio grato a Gesù, anche se tra poco mi cambierà i connotati e mi trasformerà in domenica.
20 Luglio, Sabato
Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti
e impose loro di non divulgarlo
perché si compisse ciò che era stato detto
per mezzo del profeta Isaia
Vorrei sbandierare la mia gioia di essere guarito, ma Gesù mi impone di far silenzio!
Che strana persona è mai questa che non vuol trarre vantaggio dalle cose stupende che opera, che rifugge dalla pubblicità; non sa che per aver successo bisogna fare propaganda? Questi profeti! Mi viene in mente quanto ho sentito qualche tempo fa nella sinagoga, quando si leggeva Isaia: descrive il Messia come un servo che agisce senza strepito e proclami altisonanti, ma con la forza della fedeltà e della verità. Il suo messaggio non rimbomba nelle orecchie, ma si rivolge alle coscienze; è paziente verso le fragilità umane e invita a rinnovare la fiducia.
E quando magari provoca una scossa, è una scossa salutare, per far superare rassegnazione ed inerzia. Così dice il profeta: spero abbia visto giusto…