Commenti ai vangeli della XVII settimana del tempo ordinario

Pubblicato giorno 26 Luglio 2024 - ARTICOLI DEL BLOG, Il Vangelo di oggi

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28 luglio, Domenica

Gli disse allora Andrea, fratello di Simon Pietro:

«C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci;

ma che cos’è questo per tanta gente?»

 

Siamo in un bel guaio: Gesù ci chiede come provvedere a tutta questa folla che è venuta per ascoltarlo.

Filippo si è limitato a calcolare il fabbisogno con una conclusione scoraggiante; io sono passato alla pratica facendo un giro tra la gente per accertarmi della situazione: nessun adulto che abbia avuto il buon senso di capire che le cose sarebbero andate per le lunghe e che era meglio premunirsi. Solo un ragazzo, un pastorello che certo è abituato a star fuori tutto il giorno con il gregge, aveva con sé i viveri. Non volevo chiederglieli, ma è stato lui stesso a offrirli, dicendomi: «Ma il tuo maestro non fa cose straordinarie? Prova a portargli questi pani e pesci, chissà che non li faccia bastare per tutti».

Che generosità, e che fiducia, più della mia! Farò comunque come mi ha detto.

 

 

29 luglio, Lunedì

Il Signore le rispose:

«Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose,

ma di una cosa sola c’è bisogno.

Maria ha scelto la parte migliore,

che non le sarà tolta»

 

Sono grata a papa Francesco perché ha fatto aggiungere alla memoria liturgica i nomi di Maria e di Lazzaro. Prima solo io ero ricordata e mi dispiaceva soprattutto per mia sorella, che nel racconto della visita di Gesù a casa nostra fa certamente una figura migliore della mia. Ella aveva intuito cosa veramente volesse il maestro: non piatti luculliani, ma un boccone alla buona e un ascolto attento della sua parola!

Io invece che volevo strafare e pretendevo di insegnare a Gesù cosa dovesse fare mi sono presa un bel rimprovero. Alla fine però tutti siamo diventati santi, ciascuno a suo modo: Giovanni quando ha descritto la cena di sei giorni prima di Pasqua ha ritratto Lazzaro risuscitato tra i commensali e Maria intenta a profumare Gesù e la casa tutta.

Io naturalmente badavo alle vivande.

 

 

30 Luglio, Martedì

Poi congedò la folla ed entrò in casa;

i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli:

«Spiegaci la parabola della zizzania nel campo»

 

Maestro, hai una gran pazienza: dopo il bagno di folla avevi il diritto di riposarti un attimo e invece hai esaudito la nostra richiesta.

Ci hai spiegato che il male che c’è nel mondo non proviene da Dio, ma dal suo nemico, il maligno, che va di notte a seminare la zizzania, nel buio, nella confusione, in mezzo al buon grano, così che è impossibile agli uomini separarli nettamente; solo Dio, alla fine, potrà farlo. Noi abbiamo spesso una gran fretta di giudicare, di mettere di qua i buoni, di là i cattivi: Dio invece sa aspettare. Egli guarda nel campo della vita di ogni persona con pazienza e misericordia: vede molto meglio di noi il male, ma vede anche i germi del bene e attende con fiducia che maturino.

Non perde la speranza che la stessa zizzania alla fine possa diventare buon grano.

 

 

31 Luglio, Mercoledì

Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo;

un uomo lo trova e lo nasconde;

poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi

e compra quel campo

 

Sono nascosto, ma mi faccio trovare, che mi si cerchi o meno.

Sto nel profondo del cuore di ciascuno e quando mi rivelo, in modi e tempi diversi, bisogna cogliere l’occasione. Ci sono quelli che se la lasciano sfuggire, come quel giovane ricco che se ne è andato triste; ma ce ne sono altri che rispondono all’appello, vincendo le paure e accogliendo il progetto del regno di Dio.

Se essi comprendono davvero quanto valgo, non pensano a ciò che lasciano, ma piuttosto a quello che trovano. Non badano ai beni venduti, ma alla fortuna capitata, anche se non divento loro possesso, ma al contrario sono essi ad appartenere a me.

E questa consapevolezza diventa fonte di gioia, perché han fede di poter contare sempre su di me: non sono soggetto a svalutazioni, il mio valore semmai aumenta.

 

 

Giovedì 1 Agosto

Il regno dei cieli è simile

a una rete

gettata nel mare

 

Gesù sceglie delle metafore per parlare del regno di Dio. Oggi parla della pesca, della rete, dei pescatori. Il regno stesso è una rete gettata in mare.

E chi getta le reti? Pietro, Giovanni, i discepoli che Gesù ha chiamato sulla riva del mare, promettendo loro di renderli pescatori di uomini. Ma ha chiamato anche noi a diventare discepoli del regno. Viene alla mente una canzone di qualche anno fa, Pescatore, dove si parla della vita concreta di un pescatore che ogni giorno esce in mare per pescare e così mantenere la sua famiglia. La fatica del lavoro: il mare ci aspetta per ricominciare, così termina la canzone.

Anche noi oggi ritorniamo al mare del mondo e proprio lì, dentro la paura, la fatica della vita, ma anche nella gioia, gettiamo le reti. Buona pesca ci sarà!

 

Venerdì 2 Agosto

Eccomi,

sia fatto di me

secondo la tua parola

 

Oggi la liturgia francescana ci invita a vivere la festa di S. Maria degli Angeli alla Porziuncola, tanto cara a san Francesco.

Qui il santo ha vissuto momenti determinanti per l’Ordine francescano: è stata la dimora stabile per i suoi frati; con santa Chiara ha fondato il secondo Ordine e qui concluse il suo pellegrinaggio terreno. Secondo la tradizione, Francesco ottenne la storica indulgenza plenaria: «Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in paradiso».

L’angelo Gabriele, mandato da Dio, annuncia a Maria il concepimento di Gesù, attraverso lo Spirito santo, nel suo corpo verginale. Questo è l’inizio della storia di salvezza per tutta l’umanità. Maria è la porta della salvezza, come dicono i fratelli orientali. Dio si è fatto uomo.

Non temiamo, non siamo più soli, Dio è con noi.

 

Sabato 3 Agosto

Dammi qui,

su un vassoio,

la testa di Giovanni il Battista

 

Quando Erode viene a conoscenza della fama di Gesù pensa che sia Giovanni il Battista risorto dai morti.

Perché allora l’ha ucciso? Erode ascoltava volentieri il Battista ma ha prevalso la passione, la debolezza per una donna che ha danzato per lui, come regalo per il suo compleanno. Come siamo fragili. Forse anche superficiali.

Giovanni il Battista: una vita breve, ma coerente con il proprio credo, anche a costo di perdere tutto per non venir meno alla sua missione. Una vita vissuta coltivando il silenzio, nel deserto, segnata dallo Spirito santo già nel seno materno. Lui si definiva voce di qualcun altro, del messia che doveva venire; preparava la sua via. E quello che ha gridato con la voce l’ha compiuto con la sua vita.

Ma chi ha veramente perso la testa: Giovanni il Battista o Erode?

 

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