
25 agosto Domenica
Volete andarvene anche voi?
Signore, da chi andremo?
Tu hai parole di vita eterna
Tu solo hai parole di vita eterna, perché tu sei la parola che salva da ogni morte. Parola prima e definitiva, che ha creato e che crea.
E allora dove mai potremmo andare, Signore? Un re senza corona, un Dio che non sparge sangue se non il suo, per insegnarci ad attraversare ogni morte con coraggio, con speranza. È lo Spirito che dà la vita, soffio gentile e forte che sussurra e anima, che muove. Soffio nelle narici di Adamo, santa presenza in noi.
Dove andrò lontano da te, lontano dal tuo Spirito? Come vivere senza colui che fa vivere? Fammi portatore di speranza; fa’ che io lasci soffiare il tuo Spirito in me perché io viva e faccia vivere, mio Signore, portatore di vita. Tu sei il Dio della mia storia.
26 agosto Lunedì
Il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata,
porti a compimento ogni proposito di bene
e l’opera della vostra fede
Cieco e stolto è colui che vede solo a un centimetro dal suo naso, non sa distinguere ciò che conta da ciò che è transitorio, ciò che è sacro ed eterno da ciò che non lo è. Costui confonde ed inganna, non rende libero ma incatena e rende schiavo.
Liberi come l’aria sono invece i figli di Dio, perché possano danzare al soffio dello spirito. Liberi di servire il Signore e restituire gioiosamente tutto a lui, per amore. Liberi dalla necessità di apparire come non sono, perché sulla povertà agisce la grandezza di Dio. Liberi dalla tristezza e dalla morte perché figli del Dio che è vita piena ed eterna.
Occhi limpidi, accesi da una speranza, mani operose, orecchi attenti. Come santo Francesco piccolino. Rendici liberi Signore, ed amorevoli; memori sempre della nostra dignità di figli.
27 agosto Martedì
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti…
Fariseo cieco,
pulisci prima l’interno,
perché anche l’esterno diventi netto!
Com’è il mio bicchiere Signore?
Dobbiamo stare attenti a noi stessi, non tanto ai nostri gesti ma a ciò che li muove, ai nostri pensieri, che nessuno può sentire. Vigilare sul nostro cuore. Un cuore lavato con cura non rimane mai vuoto e ha sempre qualcosa di buono da offrire. A volte sono le mie lacrime a lavarlo ed è il tuo soffio gentile ad asciugarlo. A volte, quando è proprio sporco, serve che la tua mano e la mia si uniscano per passare una spugna imbevuta di perdono e tutto torna nuovo ed anche gli occhi vedono meglio il mondo.
Dammi la grazia della brava massaia di me stessa, mio Signore, il bicchiere pulito e sempre pronto per te. E se vengo presa da pigrizia o da disinteresse guida tu ogni mio gesto.
28 agosto Mercoledì
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti,
che assomigliate a sepolcri imbiancati
Ecco i nostri pensieri nascosti, quelli che non ci fanno onore, dei quali un po’ in fondo ci vergogniamo: quella piccola invidia, meglio nasconderla dietro a un amabile sorriso; e quell’antipatia, quel giudizio malevolo…
Siamo imbellettati di amabilità perché ci sentiamo fragili, imperfetti; vogliamo essere amati, ma abbiamo paura di non esserne degni se mostriamo i nostri limiti…
Quando capiremo o Dio che tu ami ogni nostra fragilità come ogni grandezza e che il tuo amore colma ogni nostro vuoto? Insegnaci a vivere con fiducia di figli, a chiederti aiuto per superare noi stessi, accogliere la bellezza dell’altro e guardarlo con il tuo sguardo, coscienti che «quanto l’uomo vale davanti a Dio, tanto vale e non di più».
Allora saremo liberi dalla nostra falsità: più veri, più in pace e davvero più buoni.
29 agosto Giovedì
Erode temeva Giovanni,
sapendolo giusto e santo,
e anche se nell’ascoltarlo restava molto perplesso,
tuttavia lo ascoltava volentieri
Due modi di essere. Giovanni uomo retto, giusto e santo: dice la verità e non teme per la sua vita; essere in pace con se stesso davanti a Dio è più importante della paura. E poi il re: ascolta volentieri il santo, vede in lui ciò che gli manca: la schiettezza, la decisione per la strada retta. Piccolo è questo re che teme il giudizio altrui e per questo sacrifica la vita dell’altro. Un potente come tanti, per il quale la vita di un uomo vale meno di un passo di danza.
Quante volte, mio Signore sono stata come lui? Donami la capacità di scegliere di cercare il tuo regno e la tua giustizia, di volare alto, sopra le mie paure, in difesa di chi lotta contro le ingiustizie, senza timore ma con fiducia in te.
Ricordando Giovanni sconfitto agli occhi del mondo, più grande tra tutti i nati da donna.
30 agosto Venerdì
Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che,
prese le loro lampade,
uscirono incontro allo sposo
Lunga è la notte, interminabile l’attesa. Dove sei Signore? Ho una piccola lampada con me, tutti abbiamo una. Un poco di chiarore, piccole stelle cadute, luce di lucciola nel buio; ci facciamo coraggio.
Quando arriverai mio amore? Ho una scorta di olio, ma è piccola e temo non mi basti; l’attesa consuma; gli occhi si fanno pesanti, la luce più fioca, il silenzio profondo. Ma all’improvviso ecco di lontano i tuoi passi, il suono della tua voce: «Mia tutta bella, dove sei?». Ritroverò la scorta del mio olio? Saprò riconoscerti alla luce della mia piccola lucerna? Oppure il buio mi avvolgerà per sempre?
O Signore della mia vita, la notte è lunga e profonda, grande la mia stanchezza, il dubbio e la paura mi vengono a tormentare. La mia lampada continui ad ardere con la fiamma del tuo Spirito per illuminare finalmente il tuo volto.
31 agosto Sabato
A uno diede cinque talenti,
a un altro due,
a un altro uno
Apro la mano: un solo talento; che farne? Mi guardo intorno: sembra che tutti ne abbiano più di me. Sono un po’ triste. Chiudo la mano, non voglio perderlo, è tutto ciò che ho!
Perché solo uno? Con uno solo non posso fare nulla. Anche gli occhi ho chiuso forte forte, non voglio più vedere nulla. Ma ecco un lamento giungere alle mie orecchie, un pianto nascosto, con pudore. Socchiudo gli occhi curiosa: un uomo povero, un fagotto di stracci, lì accanto; non chiede, guarda, lo sguardo della fame.
Ecco cosa farò di quel che mi hai dato: lo donerò per consolare, lo userò per placare una fame, lo condividerò per sollevare da un peso. Con gli occhi bene aperti ora, le mani spalancate, e la luce del sorriso che risplende e si moltiplica sui volti intorno.
Perché questo è il segreto: fare di ogni tuo dono un dono.