
Domenica 13 ottobre
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo
ci conceda lo spirito di sapienza
perché possiamo conoscere
qual è la speranza
della nostra chiamata
La domanda dell’uomo prostrato davanti a Gesù rivela una tensione profonda: come avere la vita eterna. Gesù indica la via propedeutica dei comandamenti dell’antica alleanza per sintonizzarsi con il cuore Dio.
Ma poi c’è un altro passaggio da compiere: stare con Cristo liberi e senza fardelli: questa è la via della nuova alleanza. Condividere e partecipare della sua vita, che è vita eterna. L’impedimento più grande pare essere la ricchezza, spesso identificata con il possesso di beni materiali; esiste però anche una ricchezza immateriale: presunzione, superbia, dominio della realtà. Forse ciò che è più difficile lasciare per entrare nel regno di Dio è l’ambizione all’autorealizzazione senza confidare nel Signore.
Con lui nulla è impossibile, tutto è centuplicato. Tutti possono seguirlo.
Lunedì 14 ottobre
Apri, Signore,
il nostro cuore
e comprenderemo le parole
del Figlio tuo
La parresìa di Gesù attraversa sottilmente tutto il vangelo ed è spesso spiazzante.
Il Signore non teme di esporsi rivelando la verità del cuore dell’uomo, non insegue la compiacenza e il plauso. In mezzo alla folla che lo acclama, Gesù ha l’ardire di definirla come una generazione malvagia. Qui si tratta di una malvagità correlata con l’incapacità di vedere e di accogliere: è quello sguardo torvo che cerca avidamente segni per avere certezze e spesso per dissentire. Gesù Cristo continuamente dona segni della sua messianicità e figliolanza divina, ma sembrano sempre insufficienti per soddisfare le pretese di evidenza degli scettici.
Spesso proprio colui al quale vengono offerte più opportunità è incapace di riconoscere la presenza di Dio nella propria vita.
Martedì 15 ottobre
Religione pura e senza macchia
davanti a Dio Padre
è soccorrere i deboli
e conservarsi puri da questo secolo
Imbarazzo. Disagio. Sconvenienza. Forse seduti alla tavola del fariseo avremmo avvertito queste sensazioni.
Ogni occasione può essere opportuna per svelare l’uomo a se stesso e il volto di Dio. Anche un pranzo in cui si è invitati. Gesù continua a stupire, quasi incurante delle buone maniere conviviali. Non tace davanti al giudizio del padrone di casa, e usa parole nette e sferzanti. Di questo passo non avrà grande successo.
Ma non è questo ad interessarlo, piuttosto vuole insegnare che l’uomo è un tutt’uno e l’esterno è unito all’interno. Apparenza ed essenza fanno parte del mistero umano. A volte tendiamo a separarle per avere una vita più facile e scaltra, ma non è possibile. Siamo fatti per l’unità ed è in realtà ciò che desideriamo nell’intimo del cuore.
Veri perché unificati, come Gesù.
Mercoledì 16 ottobre
Chi si esalta sarà umiliato,
e chi si umilia sarà esaltato,
dice il Signore
Il Signore Gesù continua a seminare parole dure che mettono farisei e dottori della legge con le spalle al muro.
I dotti e i religiosi di Israele ricevono i giudizi più severi; Gesù non si rivolge a nessun altro in questo modo. Il motivo è scalfire la presunzione di essere giusti, migliori degli altri perché pagano le decime, perché sono sempre in prima fila ai momenti celebrativi. Si fanno giudici degli altri e li costringono a pratiche artefatte. Sono loro quelli che separano esterno ed interno: appaiono ma non sono, dicono ma non fanno. Sembrano perfetti detentori della verità ma in realtà sono come sepolcri: custodi di morte e non di vita.
Gesù chiede un cuore sincero che si consegni senza riserve a lui e ai fratelli, non chiede perfezione ma gratuità.
Giovedì 17 ottobre
Ascoltate oggi la voce
di colui che vi parla:
non indurite il cuore
come già fecero i vostri padri
Continuano i guai per scribi e farisei e per chi come loro opera non secondo la volontà di Dio, ma seguendo prescrizioni legalistiche.
In nome di un Dio, creato a propria immagine e somiglianza, si rifiutano i profeti: coloro che, inviati dal Signore, pongono nella realtà contraddittoria una parola di rottura e di speranza, una parola che chiede conversione, giustizia, relazioni fraterne, accoglienza di ogni uomo, anche dello straniero. Chi crede di avere la chiave della scienza a volte non comprende la propria piccolezza e il bisogno di essere sempre illuminati dalla grazia di Dio: solo così si può assaporare e donare la bellezza della parola.
Un cuore pieno di sé difficilmente accogliere la parola dell’altro. Anche di Dio. Gesù non tace la verità, questa sarà la sua condanna.
Venerdì 18 ottobre
Il Signore mi ha mandato
ad annunziare ai poveri
la buona novella
San Luca con i suoi scritti, vangelo e Atti degli Apostoli, ha annunciato la buona novella della misericordia di Dio.
Collaboratore di san Paolo, è stato medico prima di essere apostolo della parola e forse la sua professione l’ha aiutato a cogliere, nell’evento di Cristo, l’opera del Salvatore che con la sua compassione risolleva l’umanità ferita e segnata da tante malattie del corpo e dello spirito.
Si diventa discepoli di Cristo se lo si segue per apprendere il suo amore che rigenera a vita nuova. Ma poi c’è un tempo in cui bisogna precederlo per preparare i cuori all’incontro con lui. Luca lo ha fatto con pagine ricche di misericordia e di speranza, che hanno portato tanti uomini e donne a credere in Gesù e a fare esperienza della sua pace.
Sabato 19 ottobre
Chi mi riconoscerà davanti agli uomini,
dice il Signore,
anch’io lo riconoscerò
davanti al Padre mio
Il rapporto con Dio non può essere vissuto nel nascondimento, siamo chiamati a mostrare la nostra appartenenza a lui.
Riconoscere o rinnegare: come portiamo Gesù Cristo agli altri è la verifica della qualità della nostra relazione con il Signore; e quello che seminiamo raccoglieremo. La misericordia di Dio non viene mai meno, tanto è vero che lui prende sul serio le nostre scelte e ne trae le conseguenze. Spesso crediamo che gli effetti del nostro agire si dissolvano nel tempo e tutto venga dimenticato, ma per Dio non è così: proprio perché ci ama, si ricorda.
È questo amore che va accolto e che trasforma la nostra vita rendendoci capaci di affrontare anche le contrarietà. È questo amore, lo Spirito santo legame d’amore sussistente tra Padre e Figlio, che non può mai essere bestemmiato.