
Domenica 3 novembre
Ti amo, Signore, mia forza,
Signore mia roccia, mia fortezza,
mio liberatore
Ecco com’è Dio. L’unico su cui possiamo contare.
Saperlo con chiarezza rischiara il cammino e evita di lasciarci impantanati in fatiche e delusioni inutili. È lui che rassicura, che permette di uscire vincitori da ogni buona battaglia, che è nostro alleato in ogni passo, per quanto incerto e incapace di darsi da sé la direzione. Come potremmo non amarlo, quando sentiamo la sua mano che ci sostiene, il suo sguardo di tenerezza che incoraggia noi, così immeritevoli?
Confidando nelle nostre capacità ci rende forti e si compiace della nostra riuscita. Con questa certezza accogliamo il nostro vivere, in ogni suo aspetto, in ogni sua piccola morte, nell’appartenenza alla vita di Dio, che ci ha amati per primo, perché non fossimo mai perduti.
Come non rispondere a un amore così grande?
Lunedì 4 novembre
Non fate nulla
per spirito di rivalità
Questo sì che è un bel consiglio, mai ascoltato a partire da Caino in avanti.
Chi è più bravo tra te e me? Questa domanda ci attanaglia, anche se non lo vogliamo ammettere; siamo tutti ossessionati dal bisogno di approvazione. Chissà perché è lì annidato nel profondo dell’animo umano?
Bisogna però sforzarsi di cambiare: davanti a Dio siamo tutti i preferiti indipendentemente da quello che possiamo fare, da tutte le buone opere, da tutti i sacrifici. L’amore che Dio ha per noi non è negoziabile e non aumenta o diminuisce nella distribuzione tra le sue creature.
Quindi, invece di darci tanto da fare per dimostrarci i primi della classe, impariamo ad aiutarci a vicenda. Dio lo apprezzerà molto di più, possiamo stare sicuri.
Martedì 5 novembre
Per grazia
siete stati
salvati
E noi che pensiamo ancora di doverci sforzare per guadagnare qualcosa che già ci è donato.
Insegniamo ai bambini che devono fare i bravi, perché così avranno la nostra approvazione, e forse un premio. Lo diciamo a loro, a volte senza troppa fiducia di essere ascoltati, ma lo crediamo prima di tutto noi: che dobbiamo meritarci di essere salvati, guadagnarci il paradiso, in qualche modo. Sentirci a posto, fare la nostra parte.
Invece è una faccenda che va a rovescio: visto che già siamo stati salvati, e gratis, allora stando dentro questo pensiero e questa gratitudine non potremo far altro che dirigerci verso cose buone da fare e gioia da condividere. Dio è fatto così. È abituato a fare il primo passo.
Così è più facile per noi andargli dietro mettendo i nostri piedi nelle sue orme.
Mercoledì 6 novembre
In Cristo Gesù
voi che un tempo eravate lontani
siete diventati vicini
grazie al sangue di Cristo
A nessuno piace stare lontani, anche se qualche volta ci viene voglia di scappare via.
Ma se Gesù è il centro della nostra vita, è una grazia stare attaccati a lui e non mettere spazio residuo che crei distanza. Forse un tempo, che può essere anche un minuto fa, c’è capitato di trovarci in una posizione che per la nostra stoltezza ci è sembrata essere lontananza senza rimedio, ma ora no; ora vogliamo stare attaccati al nostro bene, alla possibilità di salvezza della nostra vita. Al sangue di Cristo. Alla donazione totale di chi si è dato a noi totalmente.
Troppe volte ci sembra di svenarci per gli altri; e invece è esattamente quello che ha fatto Gesù e che ci insegna a fare: darci senza riserve.
Così potremo stare vicini a lui; e ai nostri fratelli, senza più nessuna distanza.
Giovedì 7 novembre
Le genti sono chiamate
in Cristo Gesù
a condividere la stessa eredità
Nella vita siamo tutti diversi, non solo per lingua e nazionalità, ma per carattere, modi di fare, abitudini, colore dei capelli, gusti alimentari; però andiamo tutti nella stessa direzione e alla fine potremo condividere le stesse cose.
Non è il caso quindi, visto che ci troveremo tutti insieme a godere di un unico bene, di guardarci con un po’ più di simpatia? Di provare a trovare ciò che ci unisce e non ciò che ci divide? Siamo compiaciuti della nostra unicità e anche Dio lo è, perché ci ama uno per uno. Ma se guardiamo davvero con attenzione e con cuore aperto, vediamo che l’altro ci assomiglia molto più di quanto avremmo pensato. Anche nei difetti, se siamo sinceri.
Visto che insieme a noi è chiamato al nostro stesso destino, non dovrebbe esserci così difficile volergli bene. Basta che ci sforziamo un po’.
Venerdì 8 novembre
Cristo abiti
per mezzo della fede
nei vostri cuori
Abitare con qualcuno che amiamo: che meraviglia.
Che ci stia stabilmente vicino. Non che vada e venga ad intermittenza, che ci lasci nell’insicurezza, senza sapere se e quando ritornerà. Stare insieme vuol dire sentirsi al sicuro, non avere paura, non sentire la morsa della solitudine, né la noia dell’indifferenza.
Ecco la buona notizia: il nostro cuore può essere abitato da Cristo; da Gesù, che è il nostro amico, prima che salvatore, uno che ci vuole bene, che non chiede altro che di circondarci di tutto l’amore e di essere amato a sua volta, in una stupenda reciprocità. Capace di non farci pesare la sua divinità, che, insomma, a volte potrebbe farci sentire anche un po’ in soggezione.
Chi di noi ha il coraggio di chiudere la porta in faccia a uno così?
Sabato 9 novembre
Fermatevi!
Sappiate che io sono Dio,
eccelso tra le genti,
eccelso sulla terra
Fermarsi sarebbe davvero importante.
Soprattutto per noi che continuiamo a correre e ad affannarci pensando che più cose faremo più riusciremo a farci graditi a Dio, ai fratelli e a soddisfare il nostro bisogno di sentirci utili. Invece molte volte la cosa migliore sarebbe fermarci e stare in ascolto; lasciare risuonare la voce di Dio che ci dice la sua attenzione premurosa nei nostri confronti e anche il suo proclamarsi quello che effettivamente è: il nostro Dio. Che domina con la sua potenza ogni persona e ogni situazione ci troviamo a vivere. Se riuscissimo a fare questo atto contemplativo, anche solo per un istante, poi potremo ripartire a fare tutto ciò che è o che crediamo necessario.
Se lo faremo con questa memoria, è indubbio che il nostro sguardo cambierà. E sarà davvero salutare.