Commenti ai vangeli della XXXI settimana, 3-9 novembre 2024

Pubblicato giorno 1 Novembre 2024 - ARTICOLI DEL BLOG, Il Vangelo di oggi

Condividi su:   Facebook Twitter Google

 

Domenica 3 novembre

Ti amo, Signore, mia forza,

Signore mia roccia, mia fortezza,

mio liberatore

 

Ecco com’è Dio. L’unico su cui possiamo contare.

Saperlo con chiarezza rischiara il cammino e evita di lasciarci impantanati in fatiche e delusioni inutili. È lui che rassicura, che permette di uscire vincitori da ogni buona battaglia, che è nostro alleato in ogni passo, per quanto incerto e incapace di darsi da sé la direzione. Come potremmo non amarlo, quando sentiamo la sua mano che ci sostiene, il suo sguardo di tenerezza che incoraggia noi, così immeritevoli?

Confidando nelle nostre capacità ci rende forti e si compiace della nostra riuscita. Con questa certezza accogliamo il nostro vivere, in ogni suo aspetto, in ogni sua piccola morte, nell’appartenenza alla vita di Dio, che ci ha amati per primo, perché non fossimo mai perduti.

Come non rispondere a un amore così grande?

 

Lunedì 4 novembre

Non fate nulla

per spirito di rivalità

 

Questo sì che è un bel consiglio, mai ascoltato a partire da Caino in avanti.

Chi è più bravo tra te e me? Questa domanda ci attanaglia, anche se non lo vogliamo ammettere; siamo tutti ossessionati dal bisogno di approvazione. Chissà perché è lì annidato nel profondo dell’animo umano?

Bisogna però sforzarsi di cambiare: davanti a Dio siamo tutti i preferiti indipendentemente da quello che possiamo fare, da tutte le buone opere, da tutti i sacrifici. L’amore che Dio ha per noi non è negoziabile e non aumenta o diminuisce nella distribuzione tra le sue creature.

Quindi, invece di darci tanto da fare per dimostrarci i primi della classe, impariamo ad aiutarci a vicenda. Dio lo apprezzerà molto di più, possiamo stare sicuri.

 

Martedì 5 novembre

Per grazia

siete stati

salvati

 

E noi che pensiamo ancora di doverci sforzare per guadagnare qualcosa che già ci è donato.

Insegniamo ai bambini che devono fare i bravi, perché così avranno la nostra approvazione, e forse un premio. Lo diciamo a loro, a volte senza troppa fiducia di essere ascoltati, ma lo crediamo prima di tutto noi: che dobbiamo meritarci di essere salvati, guadagnarci il paradiso, in qualche modo. Sentirci a posto, fare la nostra parte.

Invece è una faccenda che va a rovescio: visto che già siamo stati salvati, e gratis, allora stando dentro questo pensiero e questa gratitudine non potremo far altro che dirigerci verso cose buone da fare e gioia da condividere. Dio è fatto così. È abituato a fare il primo passo.

Così è più facile per noi andargli dietro mettendo i nostri piedi nelle sue orme.

 

Mercoledì 6 novembre

In Cristo Gesù

voi che un tempo eravate lontani

siete diventati vicini

grazie al sangue di Cristo

 

A nessuno piace stare lontani, anche se qualche volta ci viene voglia di scappare via.

Ma se Gesù è il centro della nostra vita, è una grazia stare attaccati a lui e non mettere spazio residuo che crei distanza. Forse un tempo, che può essere anche un minuto fa, c’è capitato di trovarci in una posizione che per la nostra stoltezza ci è sembrata essere lontananza senza rimedio, ma ora no; ora vogliamo stare attaccati al nostro bene, alla possibilità di salvezza della nostra vita. Al sangue di Cristo. Alla donazione totale di chi si è dato a noi totalmente.

Troppe volte ci sembra di svenarci per gli altri; e invece è esattamente quello che ha fatto Gesù e che ci insegna a fare: darci senza riserve.

Così potremo stare vicini a lui; e ai nostri fratelli, senza più nessuna distanza.

 

Giovedì 7 novembre

Le genti sono chiamate

in Cristo Gesù

a condividere la stessa eredità

 

Nella vita siamo tutti diversi, non solo per lingua e nazionalità, ma per carattere, modi di fare, abitudini, colore dei capelli, gusti alimentari; però andiamo tutti nella stessa direzione e alla fine potremo condividere le stesse cose.

Non è il caso quindi, visto che ci troveremo tutti insieme a godere di un unico bene, di guardarci con un po’ più di simpatia? Di provare a trovare ciò che ci unisce e non ciò che ci divide? Siamo compiaciuti della nostra unicità e anche Dio lo è, perché ci ama uno per uno. Ma se guardiamo davvero con attenzione e con cuore aperto, vediamo che l’altro ci assomiglia molto più di quanto avremmo pensato. Anche nei difetti, se siamo sinceri.

Visto che insieme a noi è chiamato al nostro stesso destino, non dovrebbe esserci così difficile volergli bene. Basta che ci sforziamo un po’.

 

Venerdì 8 novembre

Cristo abiti

per mezzo della fede

nei vostri cuori

 

Abitare con qualcuno che amiamo: che meraviglia.

Che ci stia stabilmente vicino. Non che vada e venga ad intermittenza, che ci lasci nell’insicurezza, senza sapere se e quando ritornerà. Stare insieme vuol dire sentirsi al sicuro, non avere paura, non sentire la morsa della solitudine, né la noia dell’indifferenza.

Ecco la buona notizia: il nostro cuore può essere abitato da Cristo; da Gesù, che è il nostro amico, prima che salvatore, uno che ci vuole bene, che non chiede altro che di circondarci di tutto l’amore e di essere amato a sua volta, in una stupenda reciprocità. Capace di non farci pesare la sua divinità, che, insomma, a volte potrebbe farci sentire anche un po’ in soggezione.

Chi di noi ha il coraggio di chiudere la porta in faccia a uno così?

 

Sabato 9 novembre

Fermatevi!

Sappiate che io sono Dio,

eccelso tra le genti,

eccelso sulla terra

 

Fermarsi sarebbe davvero importante.

Soprattutto per noi che continuiamo a correre e ad affannarci pensando che più cose faremo più riusciremo a farci graditi a Dio, ai fratelli e a soddisfare il nostro bisogno di sentirci utili. Invece molte volte la cosa migliore sarebbe fermarci e stare in ascolto; lasciare risuonare la voce di Dio che ci dice la sua attenzione premurosa nei nostri confronti e anche il suo proclamarsi quello che effettivamente è: il nostro Dio. Che domina con la sua potenza ogni persona e ogni situazione ci troviamo a vivere. Se riuscissimo a fare questo atto contemplativo, anche solo per un istante, poi potremo ripartire a fare tutto ciò che è o che crediamo necessario.

Se lo faremo con questa memoria, è indubbio che il nostro sguardo cambierà. E sarà davvero salutare.

 

Condividi su:   Facebook Twitter Google