Commenti ai vangeli delle settimane XXIII-XXV del tempo ordinario

Pubblicato giorno 5 Settembre 2025 - ARTICOLI DEL BLOG, Il Vangelo di oggi

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Cari amici, pace a a voi! come vedete questo articolo è particolarmente nutrito.

Infatti pubblichiamo i commenti ai vangeli delle prossime tre settimane dato che dal 14 al 21 vivremo gi esercizi spirituali annuuali e sospendiamo l’uso di tutti i mezzi di comunicazione oltre che le visite in parlatorio.
Ci afifdiamo anche alla vostra preghiera perché i giorni di esercizi portino frutti di bene per ciascuna di noi, per la nostra comunità e per la Chiesa tutta. Contate sul nostro ricordo!
le vostre sorelle clarisse

 

7 Settembre Domenica

Se uno viene a me

e non mi ama più di quanto ami suo padre,

la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle

e perfino la propria vita,

non può essere mio discepolo

 

Tu al centro del mio cuore, tu origine, nutrimento e fine delle mie relazioni, anche le più profonde.

Con i famigliari più stretti, quelli che fanno parte del nostro passato, quelli del nostro presente e quelli che aprono la nostra vita al futuro deve instaurarsi una relazione e non un legame. Solo l’amarsi nel Signore fa sì che questi rapporti siano vissuti nel rispetto e nella libertà reciproca, anche se ci vorrà impegno, capacità di perdono e accoglienza delle e nelle differenze.

Anche la nostra vita non deve diventare un possesso, un legame che ci trattiene dal seguire il Signore. Non si tratta di perdere, ma di restituire al Signore quanto gli appartiene, così da amare in lui i nostri parenti e ricevendo da lui la nostra stessa vita.

 

8 Settembre Lunedì

Giuseppe, figlio di Davide,

non temere di prendere con te Maria, tua sposa.

Infatti il bambino che è generato in lei

viene dallo Spirito santo

 

Non temere… Come si può non temere?

Perché in questa situazione complicata, imprevista, è implicato lo Spirito santo! Dove c’è lo Spirito c’è la libertà, dice san Paolo, ma c’è anche la freschezza e la novità. Dove è impegnato lo Spirito arrivano doni inaspettati come la fortezza, ma anche la scienza ed il consiglio per riuscire a sbrogliare una matassa che appare aggrovigliata per le possibili ricadute sui protagonisti e su quanti hanno legami con loro.

Non temere Giuseppe, perché la luce dell’intelletto e la sapienza dell’amore per Maria ti indicheranno come accogliere la tua sposa, magari in modo diverso da come progettavate. Sicuramente accompagnati e sostenuti da quel Dio in cui credete insieme e che insieme pregherete per avere luce, sostegno e consolazione.

 

9 Settembre Martedì

In quei giorni egli se ne andò sul monte a pregare

e passò tutta la notte pregando Dio.

Quando fu giorno,

chiamò a sé i suoi discepoli

e ne scelse dodici

 

Nel buio della notte si fa chiarezza?

Signore veramente tutto si capovolge, veramente i tuoi pensieri non sono i nostri, le tue vie non sono le nostre… Soprattutto, il nostro pregare non è il tuo! Ci stupisce sempre che Gesù, Dio e figlio di Dio, abbia bisogno di pregare per discernere e decidere cosa fare. Davvero vive la propria missione come vero uomo e in quanto tale non può esimersi dal dialogo intimo con quel Dio che è venuto ad annunciare. Imparando dal Signore e maestro dovremmo anche noi dedicare tempo all’ascolto della parola di Dio, della parola della nostra storia, delle parole degli amici e dei confidenti.

Invocando lo Spirito, in mezzo a tanti pensieri, lentamente si fa chiarezza, si fa discernimento, si prendono decisioni… In obbedienza e abbandono al Padre.

 

10 Settembre Mercoledì

Se dunque siete risorti con Cristo,

cercate le cose di lassù, dove è Cristo,

seduto alla destra di Dio;

rivolgete il pensiero alle cose di lassù,

non a quelle della terra

 

Sì, Signore, vogliamo cercare le cose di lassù, anche perché quelle di quaggiù non sono tutte piacevoli, anzi!

Sì, Signore, vorremmo che i nostri pensieri si volgessero alle cose di lassù, perché quelle di quaggiù più che pensieri ci danno molti grattacapi e problemi a volte irrisolvibili. Ma tu, Paolo, spiegaci come fare, cosa significa essere risorti con Cristo. Quel «se siete risorti» è una condizione che non ci è totalmente chiara! Nel vangelo secondo Marco, dopo la trasfigurazione, anche Pietro, Giacomo e Giovanni si chiedevano cosa volesse dire risorgere dai morti; ma poi hanno visto il maestro risorto e hanno capito.

Come possiamo noi sentirci risorti con Cristo, restando qui tra le nostre cose e i nostri pensieri quantomeno molesti, se non addirittura dolorosi e pesanti?

 

11 Settembre Giovedì

E la pace di Cristo regni nei vostri cuori,

perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo.

E rendete grazie!

La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza

 

Nei versetti iniziali san Paolo non nasconde le difficoltà, tanto da invitare a vivere «sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri». Il segreto forse sta in quell’invito: «E rendete grazie!».

Rendere grazie nasce dalla riconoscenza, attraverso uno sguardo profondo che scopre con stupore che c’è sempre qualcosa per cui ringraziare, anche nelle situazioni più difficili. Rendere grazie è fare eucaristia, quindi comunione anche fra di noi che siamo un solo corpo. Una comunione che deve passare dalla consapevolezza che siamo stati chiamati in Cristo che è capo di questo corpo che costruiamo faticosamente. Lui che è il capo sa e desidera riversare sul suo corpo la sua pace!

Scoprire ed accogliere la ricca parola di Cristo che ci visita ogni giorno è un ottimo motivo per rendere grazie!

 

12 Settembre Venerdì

Rendo grazie a colui che mi ha reso forte,

Cristo Gesù Signore nostro,

perché mi ha giudicato degno di fiducia

mettendo al suo servizio me…

Mi è stata usata misericordia

 

Paolo riconosce che Gesù gli ha usato misericordia, quando lo ha incontrato sulla via di Damasco.

In questa lettera al discepolo Timoteo, però, riconosce che la misericordia gli è stata usata anche in un altro dono: la chiamata al servizio. Paolo per prima cosa ha vissuto lo stupore di essere stato scelto per annunciare il vangelo per poi aprirsi al rendimento di grazie. Ogni mattina, nella celebrazione delle Lodi, la Chiesa ci invita a dire lo stesso stupore per la misericordia che abbiamo ricevuto attraverso le parole di Zaccaria: «Egli ha concesso misericordia ai nostri padri, si è ricordato del giuramento fatto ad Abramo nostro padre di concederci di servirlo senza timore per tutti i nostri giorni».

Viviamo questo stupore e rendiamo grazie per essere stati scelti per entrare al suo servizio!

 

13 Settembre Sabato

La bocca esprime

ciò che dal cuore sovrabbonda

 

Non si può versare aceto in un vaso e pretendere che trabocchi miele!

Con quali parole nutriamo la mente ed il cuore? Molte parole e immagini ci vengono proposte dai media e dai social: imparare a scegliere in un ammasso apparentemente indistinto è un buon esercizio di discernimento. Leggere anche le opinioni di altri non ci inquina il cuore se sappiamo confrontarlo con quello in cui crediamo. Ciò che ci avvelena e inacidisce le parole sono i discorsi e le immagini che ascoltiamo e guardiamo quasi ipnotizzati e che ci raggiungono senza alcun filtro.

Facciamo attenzione almeno a ciò che raggiunge le nostre orecchie e da lì entra nella mente e riempie il cuore… È quanto traboccherà all’esterno tramite la bocca e le azioni.

 

14 Settembre Domenica

Nel nome di Gesù

ogni ginocchio si pieghi

nei cieli, sulla terra e sotto terra

 

Come è possibile esaltare uno strumento di morte, e di morte crudele e disumana?

Eppure la liturgia oggi ci invita ad esaltare la croce: il Signore Gesù l’ha resa santa perché lui è santo, e santo è il senso che egli ha dato al suo morire in obbedienza al Padre; obbedienza alla missione di rivelazione del cuore di un Dio che ama fino a dare la vita. Contemplando questo amore del Padre che dona il Figlio e del Figlio che si fa obbediente fino alla morte e alla morte di croce, le nostre ginocchia non possono che tremare per lo stupore obbligandoci a piegarle davanti a questo mistero di dolore e di gloria.

Con noi si piegano coloro che, sotto terra e nei cieli, riconoscono e proclamano che Gesù Cristo è Signore a gloria di Dio Padre!

 

15 Settembre Lunedì

Stavano presso la croce di Gesù…

Disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!»

«Ecco tua madre!»

 

In pochi versetti Giovanni ci presenta un doppio cammino di spoliazione: di Gesù e di Maria.

Gesù si consegna totalmente al Padre, ma prima consegna l’affetto più grande: sua madre che diventa solo madre, poi donna ed infine madre del discepolo. Anche a Maria è richiesta una spoliazione affinché il suo essere madre di Dio si dilati e trasfiguri per divenire madre di ogni discepolo che il Signore ama. Amato non perché migliore, ma in quanto aperto all’amore del Signore nell’ascolto di quanto palpita nel cuore del maestro, come ha fatto Giovanni nell’ultima cena.

Maria vive questa seconda chiamata alla maternità proprio nel momento del dolore per la morte del Figlio che crea uno spazio infinito nella sua vita e nel suo cuore, uno spazio di comprensione, accoglienza, consolazione.

 

16 Settembre Martedì

Ragazzo,

dico a te:

alzati!

 

Che meraviglia sentire rivolte anche a noi queste parole!

Magari non siamo più ragazzi, magari la vita ci ha piegato con tutte le sue sfaccettature di morte. Come vorremmo sentire qualcuno che ci dice: alzati! Ma prima ancora di questo invito abbiamo bisogno di qualcuno che si rivolga a noi: dico a te, si proprio a te! Quanti invisibili sulle nostre strade, nelle nostre comunità, nella nostra società a cui nessuno si rivolge personalmente: a te, sì, a te! Un: «Come stai?» non frettoloso, che porti con sé anche il tempo di ascoltare con attenzione la risposta e anche i silenzi e gli occhi abbassati che dicono più di ogni parola.

Senza la pretesa di risolverne i problemi, a volte basta poco per aiutare altri a riprendere il cammino un po’ meno soli: dico a te!

 

17 Settembre Mercoledì

Chi si vergognerà di me e delle mie parole,

di lui si vergognerà il Figlio dell’uomo

 

Il Signore non si vergogna di frate Francesco! Non si vergogna di far portare lungo le strade la sua immagine, le sue stesse piaghe da un piccolo frate.

Non si vergogna perché Francesco è innamorato di Gesù povero e crocifisso, perché il suo animo è rapito da tanto amore, perché in lui abita il desiderio di seguire le orme dell’amato. Francesco ha davanti al cuore l’immagine non solo del crocifisso, ma anche del Signore che si piega a lavare i piedi all’uomo perché l’uomo possa rialzarsi in piena dignità. Francesco non si è mai vergognato di avere per Signore un Dio che si è fatto piccolo e povero per condividere la condizione dell’uomo, di ogni uomo, che tutto riceve e al quale nulla appartiene.

E Francesco riceve in dono le stimmate che trasformano l’amante nell’immagine stessa dell’amato.

 

18 Settembre Giovedì

Tu non mi hai dato l’acqua per i piedi…

non mi hai dato un bacio…

non hai unto con olio il mio capo…

lei invece…

 

Il nostro Dio non fa paragoni tra i suoi figli.

Davanti alla mormorazione del fariseo, però, lo invita a riflettere sul proprio comportamento, più che sulla fama della donna che, sfidando ogni convenzione, lo ha raggiunto per mostrargli tutto il suo amore. Lei invece… Invece di preoccuparsi di com’è il padrone di casa, invece di lasciarsi fermare dalle chiacchiere che accompagnano il suo ingresso, invece di tentennare nel toccare Gesù… Lei invece vuole solo dimostrare il suo amore. Si inchina al rabbi che parla di misericordia e di perdono, che non si fa alcun problema ad accogliere, tra i discepoli che lo accompagnano, anche delle donne.

Per questo gli offre l’olio della riconoscenza: non per qualcosa ricevuto personalmente, ma perché Dio è come è!

 

19 Settembre Venerdì

C’erano con lui

i dodici e

alcune donne

 

I vangeli non vogliono consegnarci tutti i fatti della vita di Gesù, «ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome».

Luca indica la presenza delle donne, ma non c’è una chiamata personale. Esse lo scelgono come maestro in una società in cui le donne non seguivano nessun rabbi anche perché a nessuno di loro sarebbe mai venuto in mente di ammetterle alla propria scuola. Gesù le include tra coloro che lo seguono nel suo viaggio verso Gerusalemme addirittura insieme al gruppo ristretto dei dodici. Chissà quante mormorazioni contro Gesù e contro le donne stesse!

Gesù ne prende anche le difese: «Lasciala fare…», dice nel vangelo di Giovanni: lui sa che le donne vivono le loro relazioni in modo diverso.

 

20 Settembre Sabato

Poiché una grande folla si radunava

e accorreva a lui gente da ogni città,

Gesù disse una parabola:

«Il seminatore uscì a seminare…»

 

Ancora, Signore, ci racconti del seminatore, del seme abbondante e dei terreni che accolgono o non accolgono?

Perché Gesù racconta questa parabola? Alza gli occhi e vede una gran folla formata da singole persone, ognuno con la sua storia e le sue attese. Gesù lo sa ed invita a riflettere su di sé, su come ascoltano ed ascolteranno quanto egli annuncia. Come questa folla anche noi siamo in attesa o pensiamo di sapere già tutto? Gesù ci chiede di disporci ad un ascolto aperto, di arare e liberare dalle erbacce il nostro cuore perché sia docile al seme che verrà seminato, sia esso un annuncio, un gesto o un segno concreto del suo farsi vicino.

In ognuno convivono diversi terreni in momenti diversi della nostra vita, della nostra relazione con Gesù, parola del Padre seminata nei nostri giorni.

 

21 Settembre Domenica

Ascoltate questo, voi che calpestate il povero

e sterminate gli umili del paese…

Il Signore lo giura:

«Certo, non dimenticherò mai tutte le loro opere»

 

Il profeta Amos è molto chiaro nel raccontarci il trattamento che veniva riservato ai poveri da parte di chi aveva il potere di imbrogliare, vendendo merce avariata o falsificando le bilance.

Leggendo questo testo possiamo affermare: «non c’è niente di nuovo sotto il sole», come scriveva il Qoelet. Dopo aver espresso le minacce di Dio contro i prepotenti, il profeta minaccia la cosa peggiore che potrebbe capitare anche a noi. Egli susciterà una fame particolare nel paese: «fame di ascoltare le parole del Signore… Vagheranno per cercare la parola del Signore, ma non la troveranno»!

Magari Signore tornasse questa fame! Ma tu, nostro Dio e Padre, non lasciarci vagare a vuoto, ma donaci di incontrarla e ascoltarla ancora!

 

22 Settembre Lunedì

Il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia:

«Il Signore, Dio del cielo, mi ha incaricato

di costruirgli un tempio a Gerusalemme.»

 

«Il Signore annulla i disegni delle nazioni», è scritto in un salmo. La storia è nelle mani di Dio e questa vicenda ce lo testimonia, ma facciamo così fatica a crederlo, Signore!

Il popolo in esilio incontra la benevolenza del nuovo re di Persia, Ciro; è un pagano, ma il Signore suscitò nel suo animo la volontà di favorire questi esiliati che sospirano la loro città dove il tempio è stato distrutto. Ciro riconosce che c’è qualcuno più grande che lo sta ispirando e gli sta dando l’incarico di ricostruire il tempio a Gerusalemme.

Prima ancora di questo progetto che diventa editto, Ciro riconosce qualcosa di più importante: il potere su tutti i regni della terra gli è stato concesso da colui che ne è il vero ed unico Signore.

 

23 Settembre Martedì

Mia madre e miei fratelli sono questi:

coloro che ascoltano la parola di Dio

e la mettono in pratica

 

Fratelli di Gesù, di colui che ha ascoltato e messo in pratica la parola di Dio. Fratelli perché con lui ed in lui riconosciamo Dio come Padre nostro e Padre di tutti, anche di coloro che non lo conoscono o non lo ri-conoscono.

Custodendo e meditando questa parola lasciamo che modifichi, plasmi ed istruisca la nostra vita così da trasformare i nostri pensieri, le nostre parole e le nostre opere nei pensieri, nelle parole e nelle opere di Dio. Così generiamo al mondo i pensieri, le parole e le opere del Signore.

Dimorare nella parola di Dio per poi scoprire che la parola di Dio dimora in noi, prende carne in noi! Scrive Origene: «A che mi gioverebbe affermare che Cristo è venuto nella carne che ha ricevuto da Maria, se non mostrassi che egli è venuto anche nella mia carne?».

 

24 Settembre Mercoledì

Convocò i dodici e diede loro forza e potere…

E li mandò ad annunciare il regno di Dio

e a guarire gli infermi

 

I dodici sono stati in ascolto di Gesù, lo hanno visto compiere guarigioni e liberazioni dal male ed ora il maestro li chiama a sé garantendo loro la stessa forza e lo stesso potere… poi li manda.

Con che timore e tremore avranno iniziato a parlare del regno! Più ancora: con che sentimenti ed emozioni avranno alzato la prima volta la mano per guarire un ammalato o liberare un indemoniato? Il Signore affida a ciascuno di noi dei doni che sono una responsabilità, ma insinuano in noi anche qualche dubbio. Davvero il Signore mi ha mandato e mi sarà possibile dire le parole giuste, fare i gesti opportuni per il compiersi del regno?

Ci appoggiamo sulla certezza della sua chiamata e della sua fedeltà. Ogni bene che possiamo compiere è opera del Signore che ci concede di servirlo.

 

25 Settembre Giovedì

Vi sembra questo il tempo di abitare tranquilli

nelle vostre case ben coperte,

mentre questa casa è ancora in rovina?

 

Questa parola del profeta Aggeo non può che richiamare nel cuore le parole che il crocifisso di S. Damiano ha rivolto a frate Francesco: la casa del Signore è in rovina e deve essere restaurata.

«Lo farò volentieri», risponde Francesco. Ma quale casa? Francesco inizia dalle mura di alcune chiesette diroccate, ma il suo percorso di discepolo amato dal Signore lo condurrà ad approfondire sempre di più il senso di quell’invito. La casa in rovina è la Chiesa che deve ritrovare il senso del suo essere del e per il Signore e per l’uomo.

Alla fine della vita, dicono i biografi, Francesco scopre che la casa sempre da restaurare è quella del suo cuore: il Signore stesso l’ha riparata rendendola sempre più simile a sé, fino a manifestarlo nel corpo stesso di Francesco con il dono delle stimmate.

 

26 Settembre Venerdì

Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto,

essere rifiutato dagli anziani, dai capi…

venire ucciso e risorgere il terzo giorno

 

Primo annuncio della passione da parte di Gesù. Sembra che egli voglia smorzare gli entusiasmi suscitati dalla professione di Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».

Anche noi ci lasciamo prendere da una lecita euforia spirituale quando ci sembra di aver compreso qualcosa di più del Signore che cerchiamo di seguire e che ci fa sentire tanto bene e tanto amati. Gesù non vuole fuochi di paglia pronti a spegnersi alla prima difficoltà; non ha mai detto che seguirlo sarà facile, anzi più volte prospetta persecuzioni, fatiche, incomprensioni, rifiuti.

Desidera cristiani adulti che scelgano, e riscelgano, consapevoli della difficile via che stanno percorrendo, ma anche certi dalla sua presenza e della sua risurrezione che attende anche noi.

 

27 Settembre Sabato

«Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato

nelle mani degli uomini».

Essi però non capivano queste parole

e avevano timore di interrogarlo

 

Pochi versetti dopo il primo annuncio della passione, Gesù ribadisce quale sarà il suo destino andando a Gerusalemme. Insiste perché i discepoli possano prepararsi: «Mettetevi bene in mente…». È urgente e fondamentale entrare in questa logica di consegna che lo attende perché non ne restino scandalizzati.

«Mettetevi bene in mente…». Ma i discepoli non solo non capiscono il senso delle parole, ma nemmeno l’importanza di farle entrare nella mente tanto che decidono di non chiedere spiegazioni.

Preferiscono restare nel dubbio e nel loro pavido timore o, forse, nell’illusione che tutto sarà facile, ricco di onori e successi.

 

 

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