Commenti ai vangeli quotidiani, III settimana del tempo ordinario, 21-27 gennaio 2024

Pubblicato giorno 19 Gennaio 2024 - ARTICOLI DEL BLOG, Il Vangelo di oggi

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21 Gennaio Domenica

Gesù disse loro: «Venite dietro a me,

vi farò diventare pescatori di uomini».

E subito lasciarono le reti

e lo seguirono

 

Oggi è la domenica della parola di Dio: il vangelo ci annuncia cosa significa credere nella parola, appoggiarsi alla parola, discernere alla sua luce.

Simone ed Andrea ascoltano ed obbediscono: subito lasciano le reti. Gesù prosegue il cammino e vede Giacomo e Giovanni e subito li chiama, e lo schema si ripete. C’è una forza e un’urgenza della parola che noi non sentiamo più, c’è una garanzia nella parola che noi non riconosciamo, timorosi di abbandonare i nostri progetti e i nostri impegni anche buoni e lodevoli.

Eppure la parola vuole il primato nella nostra vita, vuole stare non solo al centro, ma anche all’origine del nostro agire. I pescatori cosa avranno capito? Poco importa: fanno quanto hanno capito. Come Francesco che ascolta Ripara la mia chiesa e si mette a fare il muratore… poi capirà.

 

22 Gennaio Lunedì

Gli scribi dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl

e scaccia i demoni per mezzo del capo dei demoni».

Ma egli li chiamò

e con parabole diceva loro…

 

Invece di deridere i suoi avversari, perché è evidente che la loro affermazione si contraddice da sé, Gesù li chiama e cerca di farli ragionare. Se il capo dei demoni scaccia i suoi subalterni come potrà vincere la battaglia? Cerca di spiegare, di avvicinarli almeno con la razionalità.

Quanta pazienza hai, Signore! Ci vieni a prendere lì dove siamo facendo leva sulle nostre stesse parole ed interessi, ma il tuo interesse ultimo è condurci a riconoscere l’azione dello Spirito in te e nel mondo. Non si può confondere lo Spirito santo con lo spirito del male, è una bestemmia!

E se si persevera facendo di ogni spirito o spiritualismo una manifestazione dello Spirito santo, ci si chiude alla grazia, così che il perdono offerto non ci potrà più raggiungere.

 

23 Gennaio Martedì

Giunsero sua madre

e i suoi fratelli

 

Arrivano da Nazareth i parenti per portarlo a casa perché, come si dice poco prima: «È fuori di sé».

Sorprende vedere sua madre tra quelli venuti per riportarlo a casa o, almeno, riportarlo ad atteggiamenti, opere e parole meno destabilizzanti. Le hanno riferito che guarisce ed accoglie tutti fino a non aver tempo nemmeno per mangiare. Maria arriva senza nemmeno poter entrare e raggiungerlo; e ascolta parole che sembrano dure, sembrano allontanarla: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? Chi fa la volontà di Dio…».

Gesù le ricorda, e ci ricorda, che ascoltare e fare la sua parola è anche più importante di averlo messo al mondo. Maria è grande perché ha generato Gesù per grazia, ma è più grande perché è diventata discepola del Signore per fede: da madre a discepola!

 

24 Gennaio Mercoledì

Gesù insegnava loro molte cose con parabole

e diceva loro nel suo insegnamento:

«Ascoltate».

Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!

 

Gesù inizia insegnando la necessità di ascoltare, di porsi in attenzione.

«Ascolta, Israele»: è l’inizio della preghiera conosciuta come shemà che gli ebrei recitano più volte al giorno. Gesù è il verbo fatto carne, e quindi parola: il primo modo per accoglierlo è l’ascolto, l’ascolto obbediente e stupito per seguirlo, l’ascolto meditativo per conoscerlo lasciandoci avvolgere e sostenere.

In questa parabola del seminatore, spesso, ci concentriamo sui terreni più o meno capaci di accogliere il seme; proviamo invece a fare attenzione al seminatore che largheggia senza badare a dove cada il seme. Quando diciamo che il Signore non ci parla ricordiamo che c’è un largheggiare di Dio che si fa presente seminando in abbondanza: nella scrittura, negli eventi e nelle parole degli incontri.

 

25 Gennaio Giovedì

«Chi sei, o Signore?»

«Io sono Gesù il Nazareno,

che tu perseguiti»

«Che devo fare, Signore?»

 

Paolo pone anzitutto la domanda sull’identità di colui che lo interroga.

La storia di ognuno di noi con Dio dovrebbe iniziare con la stessa richiesta sulla sua vera identità, per poi in seguito chiederci cosa comporta, nella pratica, aver fatto questo incontro che ci ha cambiato la vita. Tutta la nostra vita si gioca fra questi due interrogativi che si alternano e si rincorrono sostenendoci e stimolandoci.

Tra le due domande, però, c’è anche per noi la risposta: «Io sono Gesù, che tu perseguiti». Chiediamoci: in chi, in cosa, Signore, ti sto perseguitando? Perché mi è così difficile vederti presente proprio lì dove sono turbato così profondamente? Qual è la situazione in cui tu sei e che io sto cercando di annullare, schiacciare, eliminare come Paolo con i cristiani?

 

26 Gennaio Venerdì

Dio non ci ha dato uno spirito di timidezza,

ma di forza, di carità e di prudenza.

Non vergognarti dunque

di dare testimonianza al Signore nostro

 

La testimonianza si appoggia al nostro spirito che non deve essere timido nel manifestare la fede e l’appartenenza al Signore. Uno spirito che deve avere tre caratteristiche: forza, carità e prudenza.

Deve essere forte per sostenere le tentazioni all’infedeltà che vengono dall’esterno, ma soprattutto dall’interiorità. Deve essere capace di un amore che mette l’altro al centro e il Signore come origine e fine. Inoltre deve essere dotato di prudenza: anche Gesù ha raccomandato ai suoi di essere prudenti come serpenti: non timidi né sfacciati.

Ci sono necessari preghiera e discernimento su tempi, luoghi e persone, ma poi… parliamo e raccontiamo, soprattutto se interrogati direttamente, senza vergogna: quella che portiamo è la bella notizia per eccellenza.

 

27 Gennaio Sabato

Allora lo svegliarono e gli dissero:

«Maestro, non ti importa che siamo perduti?»

 

Svegliati! Perché dormi, Signore? dice un salmo.

Svegliati! Quando ci sembra che tutto vada a rotoli fuori o dentro di noi. Svegliati nel cuore degli uomini che ascoltano e dicono solo parole di odio, violenza, sopraffazione. Svegliati, Signore, nelle vite alla deriva per errori, per abbandoni non risolti, per lutti devastanti e fragilità spezzate.

«Svegliatevi! – ci dice il Signore – e riconoscete che avete in voi la mia forza per rialzarvi, per porre parole e atti di amore, pace e solidarietà. Svegliatevi e fatevi presenti con i fratelli alla deriva, nelle vite spezzate dal dolore e dalla fatica.

Vedete come il vento e il mare mi obbediscono: e voi perché non obbedite all’unico comandamento che vi ho lasciato? Amatevi come io vi ho amato. Ma sappiate che al vostro grido io risponderò».

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