
14 Gennaio Domenica
Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?
Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito santo, che è in voi?
Lo avete ricevuto da Dio…
Forse, caro Paolo, non lo sapevano allora i Corinzi e forse non lo sappiamo più nemmeno noi. Il nostro corpo così strapazzato e svenduto o, al contrario così idolatrato, lo abbiamo ricevuto da Dio.
Le tue domande ci inchiodano alle nostre responsabilità! Siamo membra di Cristo ognuno per la sua parte ed il suo compito, così scrivevi ai Corinzi. Lo Spirito abita in noi e desidera manifestarsi proprio attraverso il nostro agire. Nella giornata del migrante e del rifugiato ricordiamo dolorosamente i tanti fratelli che vengono sfruttati, torturati, abbandonati dietro fili spinati o nel mare, disumanizzati con vessazioni e violenze indicibili…
Eppure anche il loro corpo è dono di Dio e tempio dello Spirito della vita che viene da Dio e per loro Gesù ha donato il proprio corpo in croce.
15 Gennaio Lunedì
Vino nuovo
in otri nuovi!
Il vino nuovo dell’annuncio di Gesù è una realtà che richiede il rinnovamento di chi si apre all’ascolto; ma se cerchiamo di mantenere la rigidità del nostro otre non potremo mai contenerne la dirompente frizzante vitalità.
Non è possibile accogliere la novità se prima non abbandoniamo le nostre vecchie strutture mentali, che ci fanno sentire al sicuro da scossoni e capovolgimenti. Il vino nuovo è un vino versato nel calice e sulla croce per essere donato, bevuto e condiviso. Un vino così prezioso viene versato in noi solo quando ci rinnoviamo perché, dice Gesù: «Nessuno versa vino nuovo in otri vecchi».
Nemmeno il Signore lo fa senza prima rinnovarci e, a volte, con stupore ci accorgiamo che è proprio il vino nuovo che rende nuovo l’otre un po’ rigido e pigro che è la nostra vita!
16 Gennaio Martedì
Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo:
infatti l’uomo vede l’apparenza,
ma il Signore vede il cuore
Samuele, che cerca il futuro re di Israele, applica i criteri che conosce e che la società di allora (e di adesso) propone e, a volte, impone. Criteri esteriori: aspetto, vigore, ricchezza e successo che poco si addicono al metodo di Dio che sa esaltare quanto abita nel cuore dell’uomo.
Quando ci raggiunge una chiamata a cambiare impegni e servizi ci chiediamo se ne saremo capaci, ma il Signore vede il cuore e sa di possibilità che sono nascoste, a volte, ai nostri stessi occhi. Dichiararci inadeguati può anche essere una difesa per non cambiare e restare fermi nel già conosciuto che dà sicurezza ed in cui sentiamo di essere apprezzati.
Se il Signore chiama è giunto il tempo di lasciare per un “oltre” che ci attende appoggiandoci sulla sua scelta, unica certezza che ci consente di non temere.
17 Gennaio Mercoledì
E guardandoli tutti intorno con indignazione,
rattristato per la durezza dei loro cuori,
disse all’uomo:
«Tendi la mano!»
L’uomo non ha chiesto di guarire, ma Gesù coglie l’occasione per provare a sanare anche il cuore di coloro che lo osservano per poterlo accusare.
La domanda è semplice: «È lecito fare il bene o il male, salvare una vita anche se è sabato?» Gli avversari tacciono e Gesù si indigna forse anche perché non sanno prendere una decisione, né di misericordia né di coerenza con le proprie convinzioni. Questo provoca non solo l’indignazione, ma anche la tristezza di Gesù.
Siamo all’inizio del suo itinerario di annuncio e sembra quasi sorpreso di quello che trova nel cuore degli uomini; egli viene per annunciare l’amore del Padre che continua a ripetere ad ognuno Alzati, che è il verbo del risorgere, e vieni qui in mezzo! perché tu sei al centro dei miei pensieri, del mio cuore e della mia misericordia!
18 Gennaio Giovedì
Aveva guarito molti,
cosicché quanti avevano qualche male
si gettavano su di lui per toccarlo
Se sapessimo anche noi gettare le nostre vite sul Signore!
Dice un salmo: «Getta sul Signore il tuo affanno ed egli ti darà sostegno». Getta su di lui i tuoi dubbi ed egli li scioglierà! Getta sul Signore le tue poche forze e ti ritroverai sorprendentemente resistente. Getta sul Signore le inquietudini per il domani ed egli ti ricorderà che ogni giorno ha la sua pena.
Gettare sul Signore significa non temere di raccontare a lui le debolezze, le inquietudini perché solo in un dialogo sincero e fiducioso possiamo metterci in ascolto del Dio-con-noi. «Proprio per essere stato messo alla prova e aver sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova».
Andiamo a lui e apriamogli il nostro cuore, anzi gettiamoci su di lui con fiducia.
19 Gennaio Venerdì
Ne costituì dodici
perché stessero con lui
e per mandarli a predicare
Spesso ci attiviamo subito per una missione che sentiamo nostra: l’annuncio del vangelo o l’aiuto ai poveri, qualche servizio pratico alla comunità o il servizio liturgico… L’entusiasmo iniziale, però, può lasciare il posto alla stanchezza o essere appannato da qualche amarezza o difficoltà relazionale.
Stare con Gesù prima di avviarci nella missione ci aiuta a partire con un bagaglio di stabilità, con qualche istruzione più chiara e solida sul come, ma soprattutto sul perché. Quando gli ostacoli, la scoperta della nostra pochezza e della nostra fragilità si faranno presenti, potremo non solo fare memoria dell’essere stati con lui e da lui mandati, ma anche tornare da colui che ci dice:«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Imparate da me».
20 Gennaio Sabato
È fuori di sé!
I parenti di Gesù lo vanno a cercare: sta dando i numeri – si dicono l’un l’altro – si mette e ci mette anche in pericolo…
È vero, Signore hai vissuto fuori di te! Da quando sei uscito dal Padre per farti figlio dell’uomo e camminare nella nostra vita, nelle nostre strade. Quando hai iniziato a percorrere la storia e i luoghi per annunciare il volto del Padre, anche questo era così fuori dagli schemi e dalle attese messianiche del tuo tempo! Il tuo tempo era tutto rivolto fuori di te, il tuo fare era tutto per il bene fuori di te.
Continuamente rivolto verso il Padre riuscivi ad essere totalmente rivolto verso di noi, tuoi fratelli, ma mai rivolto a te stesso, a proteggerti o a conservare qualcosa per te. Anche alla fine della vita ci hai lasciato come comandamento: Amatevi e non Amatemi.