Con il Signore è la misericordia – La preghiera dei salmi 2

Pubblicato giorno 15 Marzo 2018 - ARTICOLI DEL BLOG, La preghiera

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Dal profondo a te grido, o Signore;

Signore, ascolta la mia voce.

Siano i tuoi orecchi attenti

alla voce della mia supplica.

Se consideri le colpe, Signore,

Signore, chi ti può resistere?

Ma con te è il perdono

così avremo il tuo timore.

Io spero, Signore.

Spera l’anima mia,

attendo la sua parola.

L’anima mia è rivolta al Signore

più che le sentinelle all’aurora.

Più che le sentinelle l’aurora,

Israele attenda il Signore,

perché con il Signore è la misericordia

e grande è con lui la redenzione.

Egli redimerà Israele

da tutte le sue colpe.

salmo 129

 

Nel cammino di grazia e di conversione che è la Quaresima, tempo favorevole in cui il Padre ci apre le viscere della sua misericordia perché la nostra vita ne sia tutta rinnovata, è bello lasciarsi accompagnare dalle parole del salmo 129, la famosa preghiera del De profundis, definito “forse il più bel canto di speranza mai salito dal cuore dell’uomo”(M. Mannati).

Israele e il Dio della misericordia

Il popolo d’Israele cantava questo salmo di supplica nelle cerimonie penitenziali comunitarie, in particolare prima del solenne rinnovo dell’Alleanza con il Signore, quando nel giorno dello Yom Kippur (l’annuale grande Giorno dell’Espiazione) offriva a Dio il sacrificio espiatorio per purificarsi dai peccati di infedeltà al Patto d’amore che il Signore aveva stretto con lui.

Questa bella e intensa preghiera comunitaria e insieme personale, intima, inizia con la forza di un grido che l’orante lancia a Dio: consapevole di tutta la propria debolezza, di una miseria che quasi lo sommerge, egli si appella a Colui che solo può liberarlo dal male e salvarlo dalla morte, perché è il Dio dell’amore.

Israele, nella sua storia di popolo eletto e peccatore, innumerevoli volte ha fatto esperienza della misericordia di Dio…fin dall’inizio del suo viaggio verso la terra promessa sotto la guida di Mosè. È a lui che il Signore rivela il suo nome pieno di bontà, proprio dopo il peccato del popolo che si era costruito il vitello d’oro:“Il Signore passò davanti a Mosè proclamando: Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille generazioni, che perdona la colpa…”(Es 34, 6-7).

Forte di questa esperienza di misericordia paziente e inesauribile, il salmista si affida al Signore con la speranza certa e intrepida di chi attende l’aurora e non si stanca di vegliare nella notte finché non la veda spuntare!

 

Gesù, misericordia del Padre

 

Il bisogno di misericordia e di perdono che il popolo d’Israele ha costantemente vissuto, bisogno di ogni cuore umano, nella pienezza dei tempi ha ottenuto risposta piena e definitiva nel dono più grande che Dio preparava per l’umanità: il suo Figlio amato. Gesù, parola e volto del Padre, con la sua vita totalmente donata per la nostra salvezza, ci ha rivelato che l’amore è l’essenza stessa di Dio, che  la misericordia fa parte della sua più intima natura, e che la sua onnipotenza si manifesta soprattutto nella forza mite del perdono che, quando è accolto, trasforma e rinnova i cuori, facendo di noi nuove creature.

Sì, Dio non è quell’inesorabile giustiziere che gli uomini spesso si sono immaginati quasi per salvaguardare la sua ‘giustizia’ e ‘santità’…Il Dio che Gesù ci ha rivelato è quel Padre che attende trepidante il ritorno del figlio lontano e, quando finalmente lo vede all’orizzonte, gli corre incontro commosso (letteralmente: con le viscere che fremono di compassione e tenerezza) gettandogli le braccia al collo e coprendolo di baci! Questo figlio perduto si trova, così, sorprendentemente accolto, vestito a festa e  introdotto  fra musica e danze a un banchetto in suo onore…Tutti segni meravigliosi, nella loro concretezza, di un amore che ci supera!

Ecco l’amore che Gesù ci ha rivelato, vivendo fino in fondo questo salmo nella sua stessa persona. Egli, che si è fatto in tutto simile a  noi per renderci, da peccatori, amici e figli di Dio,  ha assunto il nostro grido, è vissuto della speranza che annunciava, ha redento tutti gli uomini con il suo sangue prezioso ‘versato per molti per il perdono dei peccati’ (Mt 26,28). E così, vivendo in amorosa obbedienza al Padre, ha introdotto tutta l’umanità, il creato e la storia nella Festa di Nozze del suo regno!

Noi, amati e perdonati

 

Tutto questo è avvenuto per noi nel Battesimo e si rinnova vitalmente ogni volta che ci accostiamo al sacramento della Riconciliazione. Non solo, ogni volta che chiediamo perdono e ci perdoniamo vicendevolmente, noi entriamo nella Festa del regno! Una festa a cui tutti sono invitati e di cui il nostro mondo, così ‘orfano’ di Dio e del suo amore, ha forte bisogno, perché sappia che il Signore non lo abbandona, sappia di essere amato e comprenda che non c’è abisso in cui Gesù non sia già sceso per cercarci e salvarci. Chi, se non il cristiano perdonato e solidale con i suoi fratelli, può rimanere desto nella notte, vegliando come sentinella per annunciare al mondo che l’umanità cammina verso il radioso mattino di Pasqua?

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