Dio fa nuove tutte le cose – Ritiri al monastero, testimonianza di Maria Grazia

Pubblicato giorno 3 Maggio 2017 - ARTICOLI DEL BLOG, Ritiri per ragazze - Testimonianze

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Passato da qualche settimana il Triduo, vissuto con le sorelle clarisse di Borgo Valsugana, mi ritrovo a Milano nella quotidianità di questa grande città, dove anche nell’ordinario cerco lo straordinario. È per questa ragione che con la mente ritorno ai giorni prima di Pasqua, ai giorni prima della partenza al tempo in cui preparavo la valigia e mi chiedevo cosa portare. La scelta di vivere un Triduo lontano dalla mia famiglia (che sta in Calabria) e lontano anche dalle persone a me più vicine a Milano, la considero una chiamata, un atto di amore di Dio nei miei confronti. Subito dopo le festività natalizie avvertivo il bisogno di prendermi del tempo per me e di festeggiare la prossima festa, quella della Pasqua, in un modo diverso rispetto a tutti gli altri anni, attraverso un’esperienza autentica. Così accolsi subito l’invito, da parte di una persona a me cara, di andare a vivere il Triduo con le clarisse in Borgo Valsugana, maturando sempre di più due azioni da compiere: staccare e stare.

Non ci pensai molto, feci la valigia e cercai di renderla il più leggera possibile, non solo in senso figurato ma anche e soprattutto in senso concreto: con me qualche cambio, la Bibbia, un taccuino e la penna. Durante il viaggio ho letto, quasi tutto d’un fiato, la biografia di Chiara Corbella e nello stesso tempo ammiravo le montagne che mi circondavano con tanta gratitudine a Dio e a chi si è reso strumento per farmi pervenire questo invito. Seppur le temperature non siano state decisamente primaverili, ho ricevuto un’accoglienza che ha subito scaldato tanto il cuore. Non ci sono parole per descrivere l’amore di Dio che si fa carne grazie alle persone a noi vicine, semplicemente perché di Dio si fa esperienza ed è uno di quei momenti che ti toccano il cuore con la semplicità nei piccoli gesti, nei piccoli segni che, con le sorelle, ho potuto gustare non solo perché hanno provveduto a tutto e a qualsiasi cosa ci potesse servire, ma anche perché la preghiera di chi sta continuamente accanto a Dio irradia tutti e si espande. In questo modo, ho ricevuto il dono di incontrare e condividere in questi giorni di silenzio, ascolto e meditazione, altre ragazze con le quali è nata sin da subito una grande accoglienza e rispetto dei propri tempi nel conoscerci, nel parlare e nel fare silenzio, pur sapendo che tutte, in qualche modo, stavamo ricevendo le parole giuste al momento giusto. In poco tempo, sempre più consapevole che non è la quantità ma la qualità che rende speciale la nostra vita, abbiamo imparato a conoscerci e a condividere anche solo con uno sguardo qualche fatica o gioia dello stare assieme, consapevoli del fatto che accanto a noi le sorelle ci accompagnavano con la presenza discreta e costante. I momenti di catechesi (da parte di Suor Emmanuela) brevi e in un tempo definito mi hanno aiutata a comprendere il senso di quei tre giorni, ma soprattutto mi hanno aiutata a comprendere il senso della mia Pasqua vissuta ogni giorno nel tempo: nel donarsi agli altri, nel tempo del silenzio, nel tempo dell’attesa e nel tempo della resurrezione. Così, in poco, sono riuscita a ripercorrere alcuni episodi della mia vita, anche silenziosi e apparentemente senza Dio e lì, ho compreso il senso del mio venerdì e sabato santo che non tardarono a lasciare il posto al giorno della luce.

È stato quindi nei giorni del Triduo che ho capito il significato della frase “benedici il tuo passato e accogli il presente come un dono dove tutto è grazia e nulla ti appartiene”. Con questa certezza che è diventata esperienza, ho rifatto la valigia e la prima cosa che ho messo dentro è stata la consapevolezza di aver ricevuto un tempo: l’oggi e, in questo tempo effimero, posso scegliere se vivere una durata dilatata o ristretta del mio rapporto con Dio.

Ho fatto la mia scelta e così, con un sentimento di grande commozione, ho ripreso i vari treni per tornare a Milano con un cuore nuovo perché Dio fa nuove tutte le cose non fa cose nuove!

Durante il viaggio non ho scritto nulla sul mio taccuino e non ho letto nessun libro: ho solo ammirato e gustato lo stesso paesaggio di tre giorni prima ma questa volta con occhi nuovi, con quelli della gioia di chi vuole rimettersi in cammino con i desideri nel cuore affidati alla Provvidenza e sotto lo sguardo di un Padre: di quel Padre che mi ha fatto come un prodigio e mi accompagna nel cammino pensato per me.

Maria Grazia

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