Eccomi, sulla tua Parola, per sempre – Testimonianza vocazionale di sr. Angelica

Pubblicato giorno 31 Luglio 2020 - ARTICOLI DEL BLOG, Testimonianze vocazionali, Vocazioni

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La storia di una chiamata viene da lontano, dal Signore: da Lui proveniamo a Lui siamo diretti. È Lui, che con il suo Spirito, la forma con un intreccio provvidente, che stupisce, di date (ore, giorni, anni), luoghi (città, casa, chiesa, ufficio, piazza, giardino), persone (tanti fratelli e sorelle). Ogni cosa ha un senso nella trama della vita!

 

Mi chiamo suor Chiara Angelica, ho 59 anni e sono in Monastero da 39 anni.

Sono nata a Torino, l’1 dicembre 1960; tre giorni dopo, nella II domenica di Avvento, il Signore mi ha chiamata ad essere sua figlia col Battesimo, dandomi il nome di Renata. Da 4 anni a 20 anni ho vissuto a Grugliasco (TO) con la mia famiglia di origine veneta, cattolica praticante, composta da mamma, papà, tre fratelli maschi, nati dopo di me. Dopo le scuole medie, ho frequentato un corso di due anni per segretaria d’azienda, lavorando poi in ufficio.

 

Da bambina guardavo il cielo e le stelle, “pensando” all’universo, e credendo: «Dio esiste davvero!!! È Lui che ha fatto tutto!». Le creature sono troppo stupende e grandi, perché il piccolo uomo le abbia potute “fare”, pur assomigliando al suo Creatore. Gli anni del catechismo, a scuola e in parrocchia, sono stati importanti per conoscere il Signore e desiderare di impegnarmi sul serio nella fede, affinché diventasse vita quotidiana. Dopo la Cresima, però, ho lasciato il gruppo parrocchiale, continuando a frequentare la S. Messa e i Sacramenti. A 15 anni ho sentito una spinta interiore a riprendere la vita in Parrocchia e, vinta una forte resistenza, ho iniziato a partecipare al gruppo giovanile e al coro parrocchiale; poi ho insegnato catechesi ai bambini e ho lavorato in ufficio parrocchiale per circa un anno. Desideravo pregare di più, conoscere meglio la fede e il Vangelo, insieme agli altri. La Parrocchia è stata per me veramente la Chiesa madre e maestra.

Mi domandavo anche quale poteva essere la mia scelta fondamentale di vita: matrimonio o uno dei vari tipi di vita consacrata? Cosa voleva il Signore da me? Quale era la mia vocazione?

L’ideale del matrimonio cristiano, sull’esempio dei miei genitori, “unico, fedele, indissolubile”: era presente, ma l’ “attrazione” per le “cose di Dio” era più forte e viva! Il Signore Sposo è arrivato per primo!

Una mattina di maggio del 1977, mentre lavoravo in ufficio parrocchiale, il Parroco mi ha detto di andare in “Casa di Maria”, presso l’asilo delle Suore di S. Vincenzo, perché c’era una di loro, l’animatrice delle giovani, che voleva parlarmi. Lei accanto a me, nella stanza dell’armonium, mi ha proposto di verificare la “vocazione”. Era quello che stavo aspettando !?! In un attimo di silenzio dentro di me ho detto: «Sì!». Questo è stato il primo sì esplicito, dove si sono radicati tutti gli altri … per me era un sì alla vita consacrata! Così ho iniziato il cammino di ricerca vocazionale: partecipando a ritiri mensili e ascoltando la Parola di Dio, quello che accadeva dentro e fuori di me. Gli appelli delle varie situazioni, che incontravo mentre lavoravo o guardavo la televisione, mi facevano cogliere la mancanza di fede e di pace, scoprire i bisogni del mondo e riflettere su come aiutare … intanto con la preghiera!

Nell’agosto 1979 con il gruppo giovanile ho partecipato ad una settimana di preghiera e lavoro, presso il Monastero Notre Dame di Lérins, in un’isola di fronte a Cannes (Francia). Per la prima volta incontravo una forma di vita contemplativa nella quale la “Liturgia delle Ore” ritmava tutta la giornata. Bellissima esperienza! Qui un monaco cistercense, in un incontro di preghiera per il nostro gruppo, mi ha rimandato una Parola: “Io sono la via, la verità e la vita”! Sì, Gesù lo era per me!

Qualche giorno dopo, un venerdì, l’ultimo giorno della settimana trascorsa ad Assisi sempre con il gruppo giovanile, nel parlatorio del Protomonastero S. Chiara, ho avuto il primo incontro con una monaca di clausura, clarissa. Sono rimasta colpita da come e cosa diceva, parlando dell’adorazione, e … da come era vestita. Uscendo dal parlatorio gli altri e le altre dicevano: «Non è possibile! È una vita impossibile!». Io, invece, in piazza, sotto gli archi della Basilica, interiormente dicevo: «Perché impossibile?» e sentivo fermamente nel cuore che lì ci sarei ritornata! Recandoci, poi, alla Basilica di S. Francesco, ho comprato alcuni libri sugli scritti di Francesco e Chiara, sulla Regola e sulla loro spiritualità … insomma desideravo conoscerli, attratta dalla loro vita e vocazione. Il primo incontro con loro l’ho avuto guardando il film: “Fratello sole e sorella luna”. Il primissimo incontro con S. Francesco, però, risale agli anni della scuola elementare, quando il 4 ottobre era giornata festiva e quando dal libro di lettura avevo imparato una poesia: “… virtù gentile avea nella carezza …”!

 

Così mentre passavano i giorni e la vita impegnata scorreva, la Parola di Dio e le scoperte compiute sempre più mi occupavano la mente e il cuore. Confrontatami con il padre spirituale, animatore del gruppo giovanile e vice-parroco, ho scritto alle Clarisse di Assisi, che poi ho incontrato nell’agosto 1980, fissando l’ingresso  in Monastero. Nella festa dell’Epifania 1981, accolta dalla Madre e dalle Sorelle, ho iniziato il cammino di formazione in quella Comunità di cinquantasei Monache, provenienti da varie Provincie d’Italia e diversi Paesi. Profonda pace e grande gioia! Lasciato tutto, il sì al Signore stava prendendo “forma” nella veste di clarissa: attratta da Lui in una vita di preghiera, anche notturna, di adorazione e intercessione, di lavoro e fraternità nell’umile fatica della conversione quotidiana e nella consolazione di Dio, nella letizia e in clausura, spazio in terra riservato al Signore, “piccolo mondo con vasti orizzonti”, segno per tutti di una vita nuova e futura.

 

La storia però continua perché la chiamata a seguire il Signore, ovunque va, non è terminata!

Il 25 agosto 1984, dopo la professione temporanea avvenuta in gennaio, si è concretizzata la nuova chiamata a lasciare tutto e a partire, con altre tre Sorelle, per Borgo Valsugana (TN), per aprire questo nuovo Monastero S. Damiano. “Voi avrete tribolazioni nel mondo, ma abbiate fiducia: io ho vinto il mondo!”: è la Parola che mi ha accompagnato nel viaggio e negli anni seguenti. A Borgo il 25 aprile 1987 (giorno della mia Prima Comunione!!!) è avvenuta la professione solenne, pronunciando il sì per sempre davanti al Signore e alla Chiesa. Nel “travaglio del parto”, nelle tribolazioni per “dissodare il terreno” personale e comunitario, nell’edificare con gioia una nuova Comunità, la Parola di Dio, viva e vivificante, è stata “lampada ai miei passi” e ancora lo è! Chi persevera vedrà meraviglie! Chi confida nel Signore non resta mai deluso! Sulla sua Parola, che mi ha sempre sostenuta, posso ancora dire: “Eccomi-Sì” ogni giorno.

 

Così è stato pure per la chiamata missionaria, avvenuta davanti al “tavolino dei giornali” nel febbraio 2014, sentita come un mettere in pratica il “date loro voi stessi”, risuonato in cuore tempo prima, quando abbiamo aderito al “Progetto di aiuto federale” alle Clarisse di Gerusalemme. I tre mesi, da maggio a luglio, presso il Monastero S.te Claire nella Città Santa, sono stati di “grazia su grazia”!

Al suono della sveglia, erano le ore 5,30 del 7 luglio, durante la guerra contro Gaza, mi sono ridestata con in mente, per la prima volta, una Parola: “Non hanno più vino!”. È un’invocazione che, da allora, porto in cuore per la Terra Santa, per le tante Terre nel mondo, bisognose del miracolo della pace e della gioia.

Il permanere, poi, come dono eccezionale, per qualche ora all’Eremo del Getsemani sul monte degli Ulivi, presso il giardino dove Gesù ha pregato e accettato la volontà del Padre per amore, è stata un’esperienza unica di consegna nella preghiera e nella fraternità, di consapevolezza nuova che la “clausura è Cristo”, che coinvolge tutta la persona nel seguirlo, sperimentando per un attimo la vita nuova da risorti. Tutto questo, prima, inimmaginabile! Nulla è impossibile a Dio!

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In tutti questi anni ho imparato che pregare e amare sono due cose sempre possibili in ogni situazione, rimanendo sulle orme di Gesù sull’esempio di Maria e di Chiara. Quello che mi sostiene è il Signore con la sua Parola, l’adorazione eucaristica e la Comunità come Chiesa, Fraternità. La chiamata si è purificata, nella bellezza di vivere: la povertà come libertà per amare, la castità come sponsalità nel grande amore di Dio, l’obbedienza come santa unità, la clausura come stare con Cristo in fraternità per il bene di tutti.

 

La storia della chiamata è una storia di amore sponsale, materno, fraterno, storia che continua e non ha fine, perché anche nell’ora della morte, quando dove come sarà, Colui che mi ha creata, salvata, amata mi  chiamerà ancora per rispondergli l’ultimo sì per sempre, per l’eternità, quando si compirà definitivamente la Parola iniziale, donatami nel 1968, il giorno della Prima Comunione: “Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita…”. Così sia.

Nella gratitudine, magnifica con me il Signore!

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