Gesti d’amore, meditazioni ai margini dell’anno della Misericordia

Pubblicato giorno 12 Marzo 2017 - S. Chiara d'Assisi

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Il nostro percorso ci ha portato dentro una casa e dentro una chiesetta, dove abbiamo incontrato due donne attratte dall’Amato, dal Signore, davanti al quale hanno compiuto gesti di amore. Abbiamo incontrato la donna misera, una nostra sorella nella fede (distinta da Maria di Betania e da Maria di Magdala, pur avendo alcune caratteristiche comuni) e Chiara di Assisi, pure nostra sorella nella fede, ma anche in modo speciale, madre e maestra di vita evangelica. Le abbiamo lasciate “chinate a piedi” di Gesù, mentre compivano gesti significativi anche per noi, che stiamo vivendo l’Anno Santo, Giubileo Straordinario della Misericordia.

Da poco abbiamo celebrato la festa liturgica, per noi francescani, di S. Maria degli Angeli e, con tutta la Chiesa, il “Perdono di Assisi” nell’VIII Centenario del dono dell’Indulgenza. Papa Francesco ha spiegato che l’indulgenza consiste nella remissione della pena, che rimane anche dopo l’assoluzione dei peccati, nella liberazione da ogni residuo delle conseguenze del peccato (conseguenze che ci toccano anche nell’aspetto psicologico-umano) e che ci è donata attraverso la Chiesa, Sposa di Cristo, che vive la comunione dei Santi e che partecipa della loro santità. La misericordia di Dio non ha limiti: il suo amore è infinito e il perdono è un dono di amore!

Gesù, dopo aver accolto i gesti di amore della nostra sorella, donna misera, si rivolge a lei, che lo ha “molto amato”, dicendole: «I tuoi peccati sono perdonati … la tua fede ti ha salvato» (Lc 7,48.50). Sono parole che risuonano ancora oggi, le possiamo sentire anche noi in modo speciale nel Sacramento della Riconciliazione o del Perdono. Ai nostri gesti di amore Dio risponde con i suoi doni di grazia, di indulgenza, di perdono, di salvezza, di pace, in modo speciale con i Sacramenti. La donna entra, dove si trova Gesù, peccatrice, e ve ne esce perdonata e salvata. Chiara entra, in Porziuncola, donna ricca, e ne esce sorella povera, beata secondo il Vangelo. Cosa è successo? È successo: l’incontro vero e trasformante! Queste donne hanno amato e si sono lasciate amare in modo nuovo. Cosa succedere anche a noi quando incontriamo veramente Gesù nell’amore, nei Sacramenti? Succede che avviene una trasformazione interiore, ordinariamente lenta ma reale, che diveniamo “graziati” e capaci di essere misericordiosi come il Padre. Chi persevera in questa trasformazione vedrà meraviglie, come avvengono nei Santi.

I Sacramenti sono doni, parole, gesti di amore personalissimo per ciascuno e ciascuna, come in particolare lo è quello della Riconciliazione. Sono doni del Crocifisso Risorto, che attraverso lo Spirito Santo, continua l’opera affidatale dal Padre: quella di ridonare all’uomo, alla donna, al creato, la felicità vera e duratura della comunione e della vita per sempre, termine del pellegrinaggio, frutto della misericordia del Padre nostro.

Nella vita di Chiara il dono della misericordia è stato grande da subito, dalla nascita, e si è sviluppato in tutta la sua esistenza, facendola diventare donna di misericordia. Nella Regola, da lei scritta, trasmette l’atteggiamento misericordioso da tenere verso le sorelle: verso quelle che peccano chiede alla madre di imporre la “penitenza con misericordia” e verso altre che si trovano in necessità di “provvedere caritatevolmente e misericordiosamente” (F.F. 2805-2797).

Lei, la madre Santa Chiara, donna di misericordia, interceda per noi un’umanità riconciliata, nuova!

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