Il discernimento è una questione soggettiva e personale? – p. Gaetano Piccolo SJ

Pubblicato giorno 5 Maggio 2018 - ARTICOLI DEL BLOG, Briciole di pensieri

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dal sito Rigantur mentes

Da quando si parla con una certa frequenza di discernimento, si è anche insidiato uno strano fraintendimento.

Discernimento non vuol dire soggettività e relativismo.

Il discernimento spirituale, così come Ignazio di Loyola ce lo ha insegnato, implica anche la considerazione dell’oggettività della norma.

Chi discerne, cerca il filo che collega elementi che di primo acchito appaiono frammentati: i propri movimenti interiori, la realtà presente, i possibili scenari futuri, ciò che la Parola di Dio suscita, nonché l’insegnamento della Chiesa.

Discernere vuol dire prendersi la responsabilità di tenere insieme questi elementi e dare loro un senso nella propria vita personale.

È possibile anche che chi ne ha la responsabilità possa sentirsi chiamato a discernere sulla norma, ma ciò non avrebbe senso per chi non ha questa responsabilità.

È bene ricordare che dentro il testo degli Esercizi spirituali, Ignazio inserisce non solo le regole del discernimento, ma anche quelle del sentire con la Chiesa, che alcuni traducono anche con sentire nella Chiesa.

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