Il lavoro quotidiano. Briciole di contemplazione e azione

Pubblicato giorno 8 Gennaio 2018 - ARTICOLI DEL BLOG, Briciole di pensieri

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«Quando la mattina ci svegliamo, subito i doveri e le cure del giorno cominciano ad assediarci e si affaccia l’interrogativo: “Come si può sistemare tutto in un giorno? Quando farò questo, quando farò quello? Come affrontare questo dovere, come porre mano a questa faccenda?”

Ci si vorrebbe alzare d’impeto e cominciare a correre. Allora è necessario prendere in mano le redini e dirsi: “Calma! La mia prima ora del mattino appartiene al Signore“. Il lavoro quotidiano che Egli mi affida voglio affrontarlo, ed Egli mi darà la forza per portarlo a termine. Così voglio andare all’altare del Signore: non per me e per le mie piccole preoccupazioni. È il grande sacrificio di riconciliazione. E quando il Signore viene a me nella santa Comunione, Gli potrò chiedere: “Che desideri da me Signore?” E ciò che, dopo il silenzioso colloquio con Lui, mi si presenterà come il compito più immediato, darà inizio al mio lavoro. Se comincio la mia giornata lavorativa dopo la Messa mattutina, vi sarà in me un sacro silenzio e la mia anima sarà vuota da ciò che vorrebbe inquietarla e affaticarla e sarà, invece, piena di santa gioia, di coraggio ed energia».

Quello che importa è avere l’effettiva disponibilità di un angolo tranquillo dove poter frequentare Dio, come se non esistesse veramente nient’altro, e con scadenza quotidiana: per fare questo, il momento migliore mi sembra essere l’alba, prima di mettersi al lavoro. Sono inoltre convinta che è proprio in quel momento che ci viene affidata la nostra missione specifica per la giornata in corso, senza che scegliamo nulla per conto nostro. Tutto ciò deve farci capire che non siamo nient’altro che uno strumento e che le energie che stanno alla base del nostro lavoro, come per esempio nel nostro caso l’intelligenza, sono qualcosa che non usiamo da soli, ma di cui Dio si serve in noi.

Edith Stein, santa Teresa Benedetta della Croce

 

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