“Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore”
Il Signore Gesù si manifesta oggi trasfigurato nella sua potenza, nella sua fulgida bellezza, e il Padre lo conferma nella sua missione. I discepoli cadono a terra presi da spavento, ma Gesù li tocca e li rassicura, dicendo loro: “Non abbiate paura”.
La Leggenda di santa Chiara riporta uno storico episodio, ricordando l’assedio di Assisi da parte delle truppe dell’Imperatore. Chiara ama la sua città natale e i suoi abitanti, e sa che la preghiera è potente sul cuore di Dio. Pur stando reclusa si riconosce missionaria, come scrive ad Agnese: “Ti stimo collaboratrice di Dio stesso e sostegno delle membra deboli e vacillanti del suo ineffabile corpo” (FF 2886).
In questo momento di prova, Chiara pensa alla debolezza e inferiorità di forze dei suoi concittadini e al pericolo incombente, e ricorre alla potenza inerme della preghiera, fiduciosa che il suo Signore ascolta le suppliche dei poveri. Ascoltiamo l’episodio:
“Vitale d’Aversa, uomo assetato di gloria e coraggioso in battaglia, guidò l’esercito, di cui era capitano, contro Assisi. Spogliò la contrada di alberi, devastò tutte le vicinanze e infine pose stabile assedio alla città. Con minacciose parole dichiara che non se ne andrà in alcun modo di lì, finché non si sia impadronito della città stessa. E già si era pervenuti a tal punto che si temeva imminente la caduta della città. Quando lo venne a sapere Chiara, serva di Cristo, fu scossa da profondo dolore e, chiamate a sé le sorelle, disse: « Da questa città riceviamo ogni giorno molti beni, carissime figlie; sarebbe grande empietà non portarle soccorso, come possiamo, ora che è il momento opportuno». Comanda di portare della cenere, comanda alle sorelle di scoprirsi il capo. E lei per prima, scopertosi il proprio, lo cosparge di molta cenere; poi depone la cenere sulla testa delle altre. «Andate dal Signore nostro -dice- e domandategli con tutto il cuore la liberazione della città». Il mattino seguente, Dio misericordioso dà con la tentazione anche la via d’uscita: ecco che, tutto disperso l’esercito, anche quell’uomo superbo è costretto ad andarsene, contrariamente ai suoi disegni, e a smettere di tormentare oltre quella terra” (FF 3203).
La fede di Chiara sposta le montagne. Più volte col segno della croce e le sue preghiere guarisce le sorelle ammalate e le persone che si rivolgono a lei. Nell’orazione è assidua e sollecita, giacendo in terra lungamente, umilmente prostrata, piena di compassione per i sofferenti, ferma nella certezza che il Signore risponderà. Chiara sa che “chi confida nel Signore è come il monte Sion, non vacilla, è stabile per sempre”, sa che il ricorso alla sua misericordia è una fonte di sicurezza e di forza, perché l’ha sperimentato. Così anche le sue parole diventano materna rassicurazione per le figlie a lei affidate, come scrive nella lettera a Ermentrude: “Non temere, o figlia: Dio, che è fedele in tutte le sue promesse e santo in tutte le sue opere, sarà il vostro aiuto, il vostro insuperabile conforto, come è il nostro Redentore e la nostra eterna ricompensa” (FF 2917).
- Ho fiducia nella potenza dell’amore di Dio, operante dentro la vita?
Hai donato a santa Chiara un profondo spirito di fede e di preghiera. Insegnaci a vivere unicamente di Te e a pregarti con purezza di cuore, abbandonandoci con fiducia alla tua guida sicura.