Il vero amore – Omelia di p. Gaetano Piccolo SJ per la solennità di Pentecoste

Pubblicato giorno 21 Maggio 2021 - Senza categoria

Condividi su:   Facebook Twitter Google

Lo Spirito Santo è come l’anello nuziale;

e chi le ha dato l’anello

le darà anche l’immortalità e il riposo.

Lui amiamo, in lui speriamo, in lui crediamo».

Sant’Agostino, Discorso 272/B augm., 9

Amore che si dona

L’amore vero è incontenibile, non può essere trattenuto, necessariamente si dona e trasforma la realtà. Tutti noi percepiamo in ogni ambiente se c’è amore o se le relazioni sono spente. È evidente anche quando manca la materialità dei fatti. Semplicemente ce ne rendiamo conto. L’amore non lascia mai le cose così come sono, le trasforma. Possiamo forse pensare allora che l’amore tra il Padre e il Figlio resti chiuso in loro e non si doni continuamente a noi?

È da qui che possiamo partire per contemplare lo Spirito Santo. L’umanità che sta a cuore a Dio non può non essere amata. Ogni uomo è creato in modo da ospitare la presenza di Dio, a immagine e somiglianza, perché senza questo legame né gli esseri umani né le altre cose potrebbero esistere! Lo Spirito pervade ogni cosa e ci mantiene nell’esistenza. Per questo possiamo dire che non esiste nessuna realtà che sia solo profana (Theilard de Chardin), ma tutto è anche divino perché abitato dallo Spirito.

Immagini dell’amore

Lo Spirito può dare in noi i suoi frutti se non lo soffochiamo con le opere della carne (Gal 5,16-25). Nel racconto degli Atti degli Apostoli, lo Spirito è presentato infatti attraverso delle immagini che descrivono le caratteristiche dell’amore: fragore, vento e fuoco. L’amore infatti si fa sentire, non rimane in silenzio, anzi sconvolge e riempie di vita. I discepoli sono radunati nel Cenacolo per celebrare la festa di Pentecoste, ovvero il ricordo del dono della Legge sul Sinai. La legge contiene le parole d’amore di Dio per il suo popolo, una via per rimanere fedeli nella relazione. Ora quell’amore si è rivelato nella consegna del Figlio sul Calvario. C’è una legge nuova, la legge dell’amore, che cerca il suo posto nel cuore dell’uomo. Non c’è nessun uomo dunque che non sia abitato da quella legge dell’amore, è data a tutti, ma ovviamente ci sono tante altre parole che soffocano quella legge e la rendono sterile.

L’amore è come il vento: si diffonde, non ha confini, non può essere trattenuto, porta lontano le parole. Ed è come il fuoco, perché divampa e trasforma. Un cuore che ama è un cuore che brucia. L’amore ci cambia e non ci lascia più come prima.

L’amore si fa capire

Proprio perché lo Spirito è amore il suo frutto è l’unità e il superamento di ogni divisione. La pentecoste negli Atti degli Apostoli è presentata come la guarigione di Babele (Gen 11,1-9): così come a Babele gli uomini non si capiscono più a causa della loro superbia e del loro tentativo di accedere a Dio con le proprie forze (Babele vuol dire ‘porta di Dio’), nel giorno di Pentecoste è lo Spirito che permette di incontrare Dio e le persone si capiscono benché parlino lingue diverse: l’umiltà guarisce la superbia e la comunione vince le divisioni. Oggi più che mai percepiamo la fatica di capirci, Babele torna sempre ad accadere e abbiamo bisogno di una nuova Pentecoste. Negli Atti degli Apostoli i discepoli non parlano la stessa lingua, ma si capiscono pur parlando lingue diverse. La Pentecoste non è un’omologazione, ma la comprensione dell’altro pur nelle sue differenze.

L’amore parla

Nella Pentecoste, la Chiesa comincia a vivere la sua età adulta: è il tempo della testimonianza, quindi anche il tempo della responsabilità, è il momento di prendere in mano la propria vita di fede. Sappiamo bene che entrando in una fase nuova della vita, le relazioni cambiano, si trasformano, ma non vengono cancellate o distrutte. Le parole di Gesù nel Vangelo avevano infatti aiutato i discepoli a entrare in una nuova modalità di relazione con lui: la presenza del Consolatore è il modo nuovo in cui Gesù starà accanto ai suoi discepoli. Lo Spirito dirà  ancora nuove parole, perché Dio, fin dalla Genesi, non smette di parlare all’umanità. Dio continua a dire, si comunica, perché la parola è espressione dell’amore. Dio disse, il Verbo si è incarnato, ora lo Spirito «dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future» (Gv 16,13).

L’amore difende

In questa nuova fase che si sta aprendo, è ben chiaro che si intensificheranno anche le persecuzioni, per questo i discepoli avranno bisogno di un avvocato: il Paraclito è proprio colui che è chiamato per assistere nella difesa in tribunale, anzi è colui che prende il posto dell’imputato e lotta per lui. Dio starà così accanto ai discepoli, continua a stare così accanto a ciascuno di noi, come colui che lotta per noi, assiste, difende.

Leggersi dentro

  • Qual è la Parola che lo Spirito ti sta consegnando in questo tempo della tua vita?
  • Dove riconosci la presenza dello Spirito oggi nella tua vita e che cosa invece rischia di allontanarlo?
Condividi su:   Facebook Twitter Google