
LAVORO
Domenica 4 agosto
Quando ebbe finito di parlare, Gesù disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Lc 5,4-11
Le sorelle alle quali il Signore ha dato la grazia di lavorare, lavorino dopo l’ora di terza, applicandosi a lavori decorosi e di comune utilità, con fedeltà e devozione, in modo tale che, tenuto lontano l’ozio, nemico dell’anima, non estinguano lo spirito della santa orazione e devozione, al cui servizio devono essere tutte le altre cose temporali.
Reg. s. Chiara FF 2792
Il lavoro è necessario alle sorelle che hanno scelto una vita povera, come fonte di sostentamento e di partecipazione all’opera di Dio che, invisibilmente ma efficacemente, agisce a favore dell’uomo e di tutta la creazione. Il lavoro, inoltre, è obbedienza al Creatore e si esplicita nella vita comunitaria, regolata dalla collaborazione nella trasmissione di doni e servizi che allarga il cuore delle sorelle alla gratuità e all’accoglienza: il lavoro di una è a favore di tutte, e ciascuna accoglie il servizio fatto dalle altre. È un unico servizio per Cristo e in Cristo, dove egli stesso dona gratuitamente all’umanità nutrimento e tanti beni perchè il cuore gioisca della sua opera.
Rendiamo grazie a Dio per ciò che ci dona di fare. Il lavoro è grazia e responsabilità. Viverlo col cuore unito al Signore è l’impegno dell’anima che collabora con la grazia per crescere nella vita spirituale.
Preghiamo (Sal. 103):
Dalle tue dimore tu irrighi i monti
e con il frutto delle tue opere si sazia la terra.
Tu fai crescere l’erba per il bestiame
e le piante che l’uomo coltiva per trarre cibo dalla terra,
vino che allieta il cuore dell’uomo,
olio che fa brillare il suo volto e pane che sostiene il suo cuore.
Sono sazi gli alberi del Signore,
i cedri del Libano da lui piantati.
Là gli uccelli fanno il loro nido
e sui cipressi la cicogna ha la sua casa;
le alte montagne per le capre selvatiche,
le rocce rifugio per gli iràci.
Hai fatto la luna per segnare i tempi
e il sole che sa l’ora del tramonto.
Stendi le tenebre e viene la notte:
in essa si aggirano tutte le bestie della foresta;
ruggiscono i giovani leoni in cerca di preda
e chiedono a Dio il loro cibo.
Sorge il sole: si ritirano e si accovacciano nelle loro tane.
Allora l’uomo esce per il suo lavoro,
per la sua fatica fino a sera.
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.