In ascolto con Chiara. Discepola del Vangelo – 6 agosto

Pubblicato giorno 6 Agosto 2019 - ARTICOLI DEL BLOG, Novene, S. Chiara d'Assisi

Condividi su:   Facebook Twitter Google

PERDONO

martedì 6 agosto

 

 

Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.

Mt 5,20-24

 

L’abbadessa e le sue sorelle si guardino dallo adirarsi e turbarsi per il peccato di alcuna, perché l’ira e il turbamento impediscono la carità in se stesse e nelle altre.

Se accadesse, il che non sia, che fra una sorella e l’altra sorgesse talvolta, a motivo di parole o di segni, occasione di turbamento e di scandalo, quella che fu causa di turbamento, subito, prima di offrire davanti a Dio l’offerta della sua orazione, non soltanto si getti umilmente ai piedi dell’altra domandando perdono, ma anche con semplicità la preghi di intercedere per lei presso il Signore perché la perdoni. L’altra poi, memore di quella parola del Signore: «Se non perdonerete di cuore, nemmeno il Padre vostro celeste perdonerà voi, perdoni generosamente alla sua sorella ogni offesa fattale». Regola di s. Chiara

 

L’espropriazione scelta da Chiara per seguire nella libertà l’amore di Cristo, ha il suo inizio nell’espropriazione dei beni, ma raggiunge la profondità del cuore nell’espropriazione della propria volontà, la quale per inclinazione naturale sarebbe portata a far valere se stessa, ripagando il male ricevuto. È il perdono che ricrea la fraternità ferita, divenendo fonte di libertà nelle relazioni e trovando la sua sorgente nell’amore di Dio, il quale ci colma di misericordia.

Il Vangelo sottolinea che poco vale l’offerta portata all’altare se in essa non offriamo noi stessi con cuore pacificato.

La giustizia, chiesta dai comandamenti, ha il cuore e il culmine nella carità che previene persino l’adirarsi e il turbarsi del cuore, quello che nessuno vede ma che sgretola la vita della fraternità, il Corpo di Cristo che misticamente noi formiamo per sola grazia del Signore.

 

 

Preghiamo insieme:

 

Padre nostro che sei nei cieli,

sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno,

sia fatta la tua volontà,

come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

e rimetti a noi i nostri debiti

come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non ci indurre in tentazione,

ma liberaci dal male.

 

Condividi su:   Facebook Twitter Google