Indulgenza plenaria in occasione dell’Ottavo centenario del Natale di Greccio

Pubblicato giorno 29 Novembre 2023 - ARTICOLI DEL BLOG, Eventi

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8 dicembre 2023 – 2 febbraio 2024

In tutte le chiese francescane, pregando davanti al presepe

INDULGENZA PLENARIA

nell’ottavo centenario del Natale vissuto da san Francesco a Greccio

 

Per meditare e approfondire

Da una biografia di san Francesco (1 Celano)

La sua aspirazione più alta, il suo desiderio dominante, la sua volontà più ferma era di osservare perfettamente e sempre il santo Vangelo e di imitare fedelmente con tutta la vigilanza, con tutto l’impegno, con tutto lo slancio dell’anima e del cuore la dottrina e gli esempi del Signore nostro Gesù Cristo.

Meditava continuamente le parole del Signore e non perdeva mai di vista le sue opere. Ma soprattutto l’umiltà dell’Incarnazione e la carità della Passione aveva impresse così profondamente nella sua memoria, che difficilmente gli riusciva di pensare ad altro.

A questo proposito è degno di perenne memoria e di devota celebrazione quello che il Santo realizzò tre anni prima della sua gloriosa morte, a Greccio, il giorno del Natale del Signore.

C’era in quella contrada un uomo di nome Giovanni, di buona fama e di vita anche migliore, ed era molto caro al beato Francesco perché , pur essendo nobile e molto onorato nella sua regione, stimava più la nobiltà dello spirito che quella della carne. Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco, lo chiamò a sé e gli disse: “Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”. Appena l’ebbe ascoltato, il fedele e pio amico se ne andò sollecito ad approntare nel luogo designato tutto l’occorrente, secondo il disegno esposto dal Santo.

E giunge il giorno della letizia, il tempo dell’esultanza! Per l’occasione uomini e donne arrivano festanti dai casolari della regione, portando ciascuno secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per illuminare quella notte, nella quale s’accese splendida nel cielo la Stella che illuminò tutti i giorni e i tempi. Arriva alla fine Francesco: vede che tutto è predisposto secondo il suo desiderio, ed è raggiante di letizia. Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l’asinello. In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l’umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme.

Il Santo è lì estatico di fronte al presepio, lo spirito vibrante di compunzione e di gaudio ineffabile. Poi il sacerdote celebra solennemente l’Eucaristia sul presepio e lui stesso assapora una consolazione mai gustata prima. Francesco si è rivestito dei paramenti diaconali perché era diacono, e canta con voce sonora il santo Vangelo: quella voce forte e dolce, limpida e sonora rapisce tutti in desideri di cielo. Poi parla al popolo e con parole dolcissime rievoca il neonato Re povero e la piccola città di Betlemme.

Oggi quel luogo è stato consacrato al Signore, e sopra il presepio è stato costruito un altare e dedicata una chiesa ad onore di san Francesco, affinché là dove un tempo gli animali hanno mangiato il fieno, ora gli uomini possano mangiare, come nutrimento dell’anima e santificazione del corpo, la carne dell’Agnello immacolato e incontaminato, Gesù Cristo nostro Signore, che con amore infinito ha donato se stesso per noi. Egli con il Padre e lo Spirito Santo vive e regna eternamente glorificato nei secoli dei secoli. Amen!

Dalla prima Ammonizione di san Francesco

L’Altissimo stesso dà testimonianza e dice: Questo è il mio corpo e il sangue del mio nuovo testamento (Mc 14,22-24); e: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna (Gv 6,55). Perciò è lo spirito del Signore, che abita nei suoi fedeli, quello che riceve il santissimo corpo e sangue del Signore. Ecco, ogni giorno egli si umilia (Fil 2,8), come quando dalle sedi regali (Sap 18,15) scese nel grembo della Vergine; ogni giorno viene a noi in umili apparenze; ogni giorno discende dal seno del Padre (Gv 1,18; 6,38) sull’altare nelle mani del sacerdote.

E, come ai santi apostoli apparve in vera carne, così ora a noi si mostra nel pane sacro. E come essi, con i loro occhi corporei, vedevano soltanto la sua carne ma lo credevano Dio poiché lo contemplavano con gli occhi dello spirito, così pure noi, vedendo con gli occhi del corpo il pane e il vino, dobbiamo vedere e credere fermamente che sono il suo santissimo corpo e sangue vivo e vero. In tal modo il Signore è sempre con i suoi fedeli, così come egli dice: Ecco, io sono con voi sino alla fine del mondo  (Mt 28,20).”

Preghiere per l’indulgenza

Io credo in Dio, Padre onnipotente,

creatore del cielo e della terra

e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore,

il quale fu concepito da Spirito Santo, nacque da Maria Vergine,

patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto;

discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte;

salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente:

di là verrà a giudicare i vivi e i morti.

Credo nello Spirito Santo,

la santa Chiesa cattolica,

la Comunione dei Santi,

la remissione dei peccati,

la risurrezione della carne,

la vita eterna. Amen.

 

Padre nostro, che sei nei cieli,

sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno,

sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

e rimetti a noi i nostri debiti

come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

 

Altre condizioni: confessione sacramentale (anche entro parecchi giorni prima o dopo), comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, ossia  un Padre nostro e un’Ave Maria (possibilmente nella stessa giornata in cui si visita la chiesa e il presepe per l’indulgenza plenaria). Questa particolare indulgenza motivata dall’8° centenario del Presepe di Greccio, è legata alle chiese francescane e alla preghiera davanti al presepe in esse allestito.

 

Per approfondire: cos’è l’Indulgenza

L’indulgenza è un dono di grazia che consiste nella remissione (cioè nel perdono totale) dinanzi a Dio non solo della colpa (già rimessa con la confessione sacramentale) ma anche della pena temporale per i peccati (che consiste in tutto ciò che da essi deriva e che chiede conversione, nel continuo passaggio dall’”uomo vecchio” all’”uomo nuovo”). Il fedele, con cuore ben disposto, la acquista per intervento della Chiesa, la quale applica il tesoro di Cristo e dei beni spirituali della comunione dei santi, ossia l’infinito ed inesauribile valore che le espiazioni e i meriti di Cristo hanno presso il Padre, offerti perché tutta l’umanità sia liberata dal peccato e pervenga alla comunione con il Padre; è lo stesso Cristo Redentore che si dona al fedele. Appartiene inoltre a questo tesoro il valore veramente immenso, incommensurabile e sempre nuovo che presso Dio hanno le preghiere e le buone opere della beata Vergine Maria e di tutti i santi, i quali, seguendo le orme di Cristo Signore per grazia sua, hanno santificato la loro vita e condotto a compimento la missione affidata loro dal Padre; in tal modo, realizzando la loro salvezza, hanno anche cooperato alla salvezza dei propri fratelli nell’unità del corpo mistico.

L’indulgenza è detta plenaria perché libera in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati.

Ogni fedele può ottenere per se stesso le indulgenze sia parziali che plenarie o applicarle ai defunti a modo di suffragio.

Cfr Manuale delle Indulgenze, 2008 e Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1471 e seguenti.

 

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