Ineffabile Amore. Ciò che non si può narrare, detto in poesia – Professione solenne di sr. Maria Anastasia, 8 dicembre 2017

Pubblicato giorno 7 Dicembre 2017 - ARTICOLI DEL BLOG, Briciole di pensieri, Vita consacrata e monastica, Vocazioni

Condividi su:   Facebook Twitter Google

 

Che cosa sia questa consacrazione del corpo

solo uno che ha provato lo può a stento narrare.

È un segreto che appena appena lo si intuisce.

Sentirsi tutto di Dio, solo di Dio.

Sentire che Dio in persona

si sostituisce all’esigenza del sangue,

alla fame dei sensi,

e ci riempie come calici ricolmi.

È una verità che non si può esprimere.

Bisogna raccogliere tutto il meglio dei nostri amori,

il loro aspetto più dolce,

il piacere di capirsi,

a vicenda proteggersi.

Bisogna prendere tutto questo,

trasportarlo sul piano di Dio

ed estenderlo infinitamente.

Un corpo consacrato a Dio è un chiostro

dove Lui passeggia e canta

sotto gli archi, da innamorato;

è un castello dove risuona una musica

e si svolge una danza che, a volte,

nei giorni di festa,

prende il cuore e lo stringe fino a fargli male.

Per la gioia.

 

Davide Maria Turoldo

Condividi su:   Facebook Twitter Google