Insieme come fratelli – La preghiera dei salmi 6

Pubblicato giorno 15 Maggio 2018 - ARTICOLI DEL BLOG, La preghiera

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Ecco, com’è bello e com’è dolce

che i fratelli vivano insieme!

È come olio prezioso versato sul capo,

che scende sulla barba, la barba di Aronne,

che scende sull’orlo della sua veste.

È come la rugiada dell’Ermon,

che scende sui monti di Sion.

Perché là il Signore manda la benedizione,

la  vita per sempre.

 Salmo 132 (133)

Ogni anno celebriamo il Natale, la buona, meravigliosa notizia della venuta del Salvatore. Dio, il Santo, l’Inaccessibile, tra lo stupore di tutto il creato nasce bambino nella stalla di Betlemme per rivelarci la grandezza e la serietà del suo amore, quell’amore che vuole condividere tutto con l’amato.

Facendosi uomo in Gesù diventa l’Emmanuele, il Dio con noi, per rendersi “in tutto simile ai fratelli” (Eb 2,17) e far loro conoscere il cuore e il volto del Padre, perché tutta l’umanità sappia di essere amata e invitata alla comunione con Dio come un’unica grande famiglia, in cui ciascuno è riconosciuto e desiderato come figlio, atteso come fratello tra fratelli.

Le radici della fraternità cristiana, della sua bellezza e della sua forza stanno qui, nel mistero dell’Incarnazione che il Natale celebra con accenti di commosso stupore e silenziosa umiltà…

Il salmo 132, cantando la gioia della comunione fraterna, ci può aiutare a vivere il Natale con quel cuore francescano che ama profondamente la fraternità, perché in Cristo e in Francesco  si riconosce fratello/sorella di ogni creatura.

Israele e la gioia di vivere insieme

Il popolo d’Israele ha sempre avuto una forte consapevolezza di essere formato da una grande famiglia nata da un unico padre, Abramo. Da qui l’importanza dei legami della carne e del sangue, che garantivano e garantiscono tutt’ora di essere vitalmente e legittimamente inseriti nella sua discendenza come figli ed eredi della promessa e della benedizione divina. Da qui il desiderio e l’intento di costruire e ricostruire sempre nuovamente l’unità interna del popolo, superando le divisioni e gli interessi ristretti delle singole tribù, per rafforzare l’identità dell’essere un solo popolo scelto da Dio e celebrare la gioia della comunione di vita e di fede.

Israele è anche il popolo della festa, che ama cantare e ballare, lodando Dio con tutta la ricchezza e la forza della propria umanità.

Il salmo 132 è un canto sapienziale e festoso, che accompagnava il pellegrinaggio del popolo verso la città santa, Gerusalemme -costruita sui monti di Sion-, quando già le sue mura e la maestosità del suo tempio erano davanti agli occhi dei pellegrini… Spettacolo di bellezza! Allora il canto diventava un bisogno dell’anima che si effondeva felice a celebrare la dolcezza, l’armonia e la gioia di essere fratelli  davanti all’unico Signore!

La soavità della concordia fraterna è espressa con le immagini dell’olio e della rugiada, elementi entrambi particolarmente preziosi e significativi per gli israeliti. L’olio profumato, che infonde morbidezza e dona ristoro a chi vive sotto il sole cocente, è qui versato con profusione sul capo del sacerdote Aronne, fratello di Mosè e figura di gran rilievo per rappresentare la dignità del popolo di Dio. Ed ecco che dal capo l’unguento, generosamente sparso, scende sulla barba, segno di virilità e di onore, impregnando di profumo anche lo scollo della veste sacerdotale: quest’abbondanza è segno della pienezza di gioia sperimentata dai fratelli che vivono in serena armonia.

Con una delicatezza ancora maggiore, l’immagine della rugiada, particolarmente preziosa in una terra desertica come quella di Palestina, viene ad aggiungere stupore e incanto davanti a un dono, quello dell’amicizia e  della comunione fraterna, che sa di miracolo… Un dono di Dio che fa vivere!

L’Ermon, montagna del nord, sorge in una zona di acque abbondanti che, per i fiumi che da essa discendono -in particolare il Giordano-, rende possibile la vita in tutto il resto del paese.

Così il salmo proclama, con il linguaggio simbolico della poesia, che una comunità unita è benedetta dal Signore. Già in se stessa l’unione è un bene prezioso: lo diventa ancora di più grazie alla benedizione di Dio che dona fecondità e vita per sempre!

Noi, testimoni e costruttori di fraternità

La vocazione alla comunione è inscritta profondamente nel cuore dell’uomo, creato a immagine di un Dio che non è solitudine, ma unità d’amore. È il mistero della Trinità, mistero beato di tre Persone in comunione piena ed eterna, che dal loro reciproco dono espandono la vita in tutto l’universo, perché tutto ciò che esiste non è che manifestazione di questo amore generoso e fecondo.

Gesù ci ha rivelato questa splendida verità quando si è fatto nostro fratello perché noi potessimo conoscere il Padre ed essere ricolmi dello Spirito d’amore.

Il suo comandamento nuovo -“Amatevi come io vi ho amato”- è il mistero stesso della Chiesa e ciò che più sta a cuore al Signore è la vita in comunione di carità. “Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35). Un amore grande, aperto e libero, capace di perdono e di riconciliazione, che sa farsi accanto al fratello nella gratuità del dono di sé; un amore vero, che si può imparare e attingere umilmente solo dal cuore di Cristo che per primo ci ha amati e continua ad amarci così. Vivendo della sua misericordiosa carità, il nostro cuore diventa nuovo, fraterno, libero di amare e di annunciare con la vita questa buona notizia della Sua misericordia al mondo!

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