dal sito Rigantur mentes
«È il Verbo stesso che ti grida di tornare; il luogo della quiete imperturbabile è dove l’amore non conosce abbandoni»,
Agostino d’Ippona
La fragilità dell’amore
Le relazioni si spezzano, inevitabilmente. Ci perdiamo nei labirinti delle nostre attese, lasciando all’altro un filo da seguire nella speranza di essere raggiunti. Ci perdiamo nei nostri viaggi mentali, abbandoniamo la realtà con le sue pesantezze e non sappiamo più ritornare nel porto dal quale siamo partiti. Ci perdiamo nell’abitudine e non sappiamo più riconoscere la persona che abbiamo davanti.
C’è sempre qualcuno che si perde: una moneta, una pecora, un figlio. Ognuno si perde a suo modo. Eppure, anche se non ne siamo consapevoli, c’è sempre qualcuno che ci sta già cercando: una donna, un pastore, un padre.
Una ricerca d’affetto
Il figlio minore della parabola ha deciso di perdersi, il figlio maggiore invece si è perso e non se n’è neppure reso conto.