Martedì santo 2020. Le tre luci del vangelo di oggi – di don Luigi Maria Epicoco

Pubblicato giorno 7 Aprile 2020 - ARTICOLI DEL BLOG, Commenti al vangelo di d.Luigi Maria Epicoco

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Foto di Pixabay

Tanti dettagli fanno da mappa nel Vangelo di oggi.

Il primo dettaglio lo ritroviamo negli occhi di Gesù: “Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà»”. Non dovremo mai dimenticare che l’esperienza del tradimento non è un’esperienza che lascia Gesù indifferente. Non sentirsi corrisposti nell’amore, o peggio essere feriti proprio mentre si ama è una delle ferite più dolorose che un uomo possa vivere.

Il Vangelo di oggi ci ricorda che Gesù ha provato un dolore così. Chi soffre a causa di queste ferite non dimentichi che Gesù lo comprende bene perché c’è passato prima di lui. Ma ciò che colpisce è il totale disarmo con cui vive questa esperienza. Il dolore in Gesù non si trasforma mai in rabbia. È come se Egli ci ricordasse che abbiamo tutti il diritto di soffrire ma che dobbiamo stare attenti a non trasformare mai il dolore in rabbia, perché la rabbia è male fatto a se stessi e agli altri.

La doppia lezione che ci lascia è immensa: mai censurare le lacrime (il dolore), e mai lasciare che quelle lacrime vadano a male (rabbia).

Il secondo dettaglio è nell’intimità che Giovanni crea con Gesù: “Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Di’, chi è colui a cui si riferisce?». Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?»”. Se la nostra vita spirituale non diventa capacità di entrare in intimità con Cristo, essa non risponderà mai veramente alle domande che ci portiamo dentro. Imparare a pregare non è imparare delle parole ma imparare un atteggiamento. È saper reclinare il nostro capo sul petto di Gesù. Solo allora capiremo le cose in una maniera nuova.

Il terzo dettaglio è nell’intimità che Gesù stabilisce con Giuda: “Rispose allora Gesù: «È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone”. Essere in intimità con Gesù non è una garanzia, è una condizione di responsabilità.
Giovanni 13,21-33
#dalvangelodioggi

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