“Mi sto inventando una missione?” La vita consacrata come profezia (1)

Pubblicato giorno 9 Dicembre 2018 - ARTICOLI DEL BLOG, S. Chiara d'Assisi

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Il giorno 8 dicembre 2018 la Chiesa ha celebrato la beatificazione di 19 martiri algerini fra i quali i sette monaci trappisti di Tibhirine.

Fr. Christophe Lebreton, mentre cominciava a infuriare la persecuzione contro gli stranieri presenti in Algeria, inziava così il suo diario, con il presentimento di qualcosa che lo superava… e di cui, a posteriori, intravediamo nettamente il senso:

Scrivere per te.
Vuoi insegnarmi a scrivere per te, per il servizio del tuo cuore?
Mi sto inventando una missione?
Lo scriba della croce è un discepolo. È un bambino. Le parole di questa infanzia: il mondo le attende. Il Mentitore le spia per divorarle, per pervertirle, appena nate. Scriverò al deserto. Difenderò la tua causa se il tuo spirito mi prende la mano: obbedirò al tuo linguaggio.

Nè Christophe si inventava una missione… né la vita consacrata può essere meno che profezia! Per la stessa identica ragione che è portatrice di un’esperienza, di un incontro con Colui che ha reso e sempre renderà discepoli coloro che ha attratto al mistero della sua incarnazione e della sua passione.

La profezia è nient’altro che parola di Dio per la storia, per la Chiesa: il suo fine è l’attuarsi della salvezza nell’oggi della storia.

La profezia ha due caratteristiche particolari: nasce dal cuore eternamente amante del Padre e si incarna attraverso uomini e donne che vivono nel tempo, in un tempo specifico, con caratteristiche per precise. Ogni profezia coniuga quindi ciò che è eterno con ciò che necessariamente passa.

A questa luce vogliamo riflettere sul dono, fatto da Dio, del carisma francescano-clariano (religioso e secolare) alla Chiesa.

Parlando della chiamata ad essere profezia per l’oggi, il primo dato, la prima coordinata fondamentale che abbiamo fra le mani è il nostro carisma specifico. Ma ogni carisma ha in sé dei valori eterni, proprio perché è riflesso dell’Amore che non muta, che ha già detto tutto e dato tutto nel Figlio. Ma è il fattore tempo a costituire la ragione più evidente di un determinato carisma. Ciò che è contingente in un carisma, in una profezia, è la forma con la quale il carisma stesso si incarna: senza questa contingenza nessuna profezia sarà eloquente per un oggi specifico.

Quindi è a partire dagli aspetti contingenti di un determinato tempo storico, di una determinata umanità (dato che il tempo è il dono fatto all’uomo sulla terra), cioè dalle istanze ecclesiali e sociali del tempo in cui è dato di vivere, che si può comprendere un carisma e la profezia che esso è chiamato a incarnare. È necessario fare una breve  premessa e vedere qual è il vasto grembo della storia in cui si colloca la nascita del carisma di Francesco e Chiara.

(continua la prossima settimana)

 

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