Introduzione
È possibile contemplare e celebrare Maria nella sua Concezione immacolata solo considerando tutta la sua persona, la sua singolarissima vocazione e missione nell’economia della salvezza.
È lo stesso oremus della solennità dell’8 dicembre, alla quale ci stiamo preparando con questa novena, a orientare e allargare il nostro sguardo dal privilegio della sua preservazione dal peccato originale, al suo ruolo nella storia della salvezza, accanto al Figlio.
“O Dio, che nell’immacolata concezione della Vergine
hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio e,
in previsione della morte di lui,
l’hai preservata da ogni macchia,
concedi anche a noi, per sua intercessione,
di giungere fino a te in purezza di spirito.”
I temi che toccheremo in questa novena sono quindi strettamente legati a quanto la Chiesa ci fa contemplare e celebrare nella liturgia, dove sempre Maria è vista nella luce di Cristo e nel mistero della sua maternità universale, che si esprime anche come intercessione.
Un’altra premessa va fatta: la tradizione e il magistero ci consegnano Maria nel suo essere figura della Chiesa e del credente, anche per quanto riguarda i suoi privilegi. Guardiamo quindi a Maria Immacolata per comprendere più pienamente la nostra stessa vocazione cristiana e rendere grazie per i doni di grazia con cui la Trinità santissima assiste la nostra vita.
Martedì 29 novembre
Il privilegio dell’Immacolata: espropriazione di sé
Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso,
assumendo la condizione di servo.
Eccomi, sono la serva del Signore,
avvenga di me secondo la tua parola.
Maria è la prima discepola del suo Figlio: la sua esistenza di donna e di credente non può non riflettere in tutto l’esistenza di Gesù. Quel che vediamo nel Figlio, cioè la sua totale dedizione al Padre nell’espropriazione di se stesso, lo vediamo anche in Maria.
La chiave di lettura dell’espropriazione ci permette di comprendere, come dicevamo nell’introduzione alla novena, anche il singolare privilegio della Concezione immacolata di Maria. Papa Benedetto XVI, ancora cardinale, aveva scritto: «preservazione dal peccato originale, significa che Maria non riserva per sé nulla di sé, nessuna parte dell’essere, della vita, della volontà, ma si appropria veramente di sé stessa nella totale espropriazione per Dio». Il suo essere Immacolata dice l’identità di Maria e lo dice a partire non da un’introspezione, ma dal ‘contraccolpo’ rappresentato dall’atto donativo di Cristo che dona se stesso. Intravediamo quindi con chiarezza che i privilegi di Dio sono sempre intesi nell’ottica della redenzione dell’intero genere umano ed esprimono l’adozione a figli per mezzo del dono incondizionato che Gesù fa di se stesso. Dio, davvero, si è preparato una degna dimora, una donna capace di dirgli un sì totale e senza riserve, lo stesso sì che anche noi, redenti dallo stesso sangue, siamo invitati a pronunciare giorno per giorno, con cuore di figli.
Preghiera
Beata madre del dolce Gesù,
realmente tu sei il silenzio orante in cui risuona il Verbo:
roveto ardente della preghiera,
il tuo cuore è tempio colmo di desideri, infuocati di divino amore.
Tu sei l’attesa umile della creazione,
per la quale l’Amore sommo trovò dimora.
Santo è Dio Padre,
il quale ha voluto che in te si compisse il mistero
predeterminato prima dei secoli.
Santo Forte è il Figlio di Dio,
che ti fa nascere, affinché lui nasca da te…
Santo Immortale è lo Spirito di ogni santità,
che, per la rugiada della sua divinità, ti ha custodita vergine.
(preghiera ispirata ai testi di S. Camilla Battista da Varano, clarissa)