
6 dicembre
…nel Mistero pasquale
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Gv 19,25-27
Maria stava. In tutta la parte centrale del Nuovo Testamento Maria non dice una parola. Lei è presente, “stava”. È là nel cenacolo con le donne, anche se il Vangelo non lo dice, là vive nel dolore e in preghiera gli eventi tragici di quella notte mentre Gesù si avvia con i discepoli verso il Getsemani: soffre l’agonia, è preso, giudicato, condannato dal Sinedrio e poi, come vuole la tradizione, attende l’alba in una cella buia.
Maria partecipa in silenzio e preghiera nella stanza sopra il cenacolo. Ogni attimo è in comunione col Figlio che soffre.
La ritroviamo lungo la strada che porta al Golgota come vuole un’altra tradizione: 4^ stazione della via crucis, e poi, accompagnata da Giovanni, sotto la croce.
Maria “stava”, partecipe con la sua agonia all’agonia di Gesù. Riceve una parola: «Donna,ecco tuo figlio». Mio figlio? Sì, con la Chiesa nascente. Anche allora si dice che “stava” con gli apostoli in preghiera. Non dice niente, è la sua missione di donna.
È unica, eppure simile a tante altre donne lungo i secoli. Accanto al Figlio in attesa della Risurrezione.
Le donne vanno al sepolcro con gli uomini. Lei no, lei crede ed è la prima a vedere il Figlio risorto.
San Giovanni Paolo II ha espresso in un incontro la sua fede: Maria non aveva bisogno di vedere, ma il Figlio non poteva non consolarla dopo tanto dolore.
Madre, tu sei l’Immacolata, tu sei la nostra Madre e con noi cammini guidandoci in questo tempo di prova per tutti i popoli. La tua guida rasserena ed offre speranza attraverso la preghiera e la fiducia che ci chiedi. Ottienici un Natale vissuto umilmente accanto al piccolo Gesù perché rinasca in un’umanità chiusa all’amore e in tanti uomini porti una forza nuova per accogliere fratelli e sorelle in un unico abbraccio.