Novena di santa Chiara 2022 – 6 agosto, Amore fraterno

Pubblicato giorno 6 Agosto 2022 - ARTICOLI DEL BLOG, Novene, S. Chiara d'Assisi

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L’autenticità del cammino, nell’intensità dello sguardo immerso nello Specchio-Gesù che rende il cuore puro, si manifesta visibilmente nei rapporti quotidiani con le sorelle. D’altro lato la vita fraterna purifica il cuore, nella con¬tinua esperienza della propria debolezza sor¬retta dalla misericordia del Padre.

1. Se c’è il peccato
Vivendo insieme può accadere che una sorella commetta un peccato tale da ripercuotersi sulla sororità. Questa situazione è parti-colarmente presente a Chiara, che vi dedica il capitolo IX della sua Forma di vita, consapevole della difficile armonizzazione di tali momenti, dell’importanza cruciale di affrontarli in modo evangelico. Così chiede innanzi tutto alle sorelle che si preghi per colei che ha mancato, affinché il Signore illumini il suo cuore a penitenza (RsC 9,4: FF 2801). L’umile riconoscimento della colpa e il desiderio di conver¬sione sono gli atteggiamenti essenziali di un cuore penitente. La madre sa che non sono scontati, perciò vuole che si preghi, perché la disposizione interiore a cambiare vita è un dono che viene dall’alto, dall’ispirazione dello Spirito Santo. In questo caso però Chiara domanda di rivolgersi al Signore: può darsi che con questa espressione si riferisca al Dio trino tuttavia, trattandosi di penitenza e in base a quanto segue, sembra di poter affermare che intende parlare di Gesù Cristo. Ha senz’altro in mente il Vangelo, ma in definitiva pensa al Risorto, il Signore, che è luce per vivere come creature rese nuove dalla sua Pasqua.

2. Perdono di cuore
Nella vita fraterna accadono anche piccoli screzi che suonano come offese. Colei che si rende conto di aver offuscato il rapporto con una sorella è chiamata a chiedere perdono. Il gesto di gettarsi ai piedi dell’altra (RsC 9,8: FF 2803) denota profondo pentimento ed è tipi¬co della prima generazione francescana. Al di là dei modi esteriori, è importante che la richie¬sta sia sincera e questo traspare dall’atteggia-mento di tutta la persona. D’altra parte quella che è stata offesa, memore di quella parola del Signore: “Se non perdonerete di cuore nem¬meno il Padre vostro celeste perdonerà a voi” (Mt 6,15; 18,35), perdoni generosamente alla sua sorella ogni offesa fattale (RsC 9: FF 2803). Chiara ci presenta in modo concreto come si vive il Vangelo in uno dei suoi elemen¬ti fondamentali. Il perdono autentico, che sca¬turisce dal cuore, ridà fiducia alla sorella, imi¬tando l’agire di Dio verso di noi nel suo per¬dono generoso e senza limiti.

3. Le tavole del cuore
Per indicare il proprio rapporto di fraterna amicizia con Agnese, Chiara usa una bellissi¬ma immagine: Ho inciso il tuo felice ricordo in modo indelebile nelle tavole del mio cuore (Prov 3,3; 4LAg 34: FF 2907). Il libro dei Proverbi, da cui Chiara trae questa espressione, fa riferimento all’insegnamento della sapienza da incidere non su una tavolet¬ta da scriba, ma sul cuore che è la sede delle decisioni e della volontà. Ma anche un passo di san Paolo (2Cor 3,3) afferma che i Corinzi sono una lettera di Cristo scritta sulle tavole dei loro stessi cuori. Così Chiara non dimentica mai la sorella lontana: la porta come impressa nel cuore per la comu¬nione derivante dall’unico amore per Cristo.

4. Gioia per il bene dell’altra
Chi ama sa gioire per il bene dell’altro come del proprio. Chiara manifesta in modo spiccato questa caratteristica del vero amore che scaturisce dal cuore puro: All’udire l’onorevolissima fama del vostro santo tenore di vita…sono ripiena di enorme gaudio nel Signore ed esulto (1LAg 3: FF 2,860); davvero posso gioire e nessuno potrebbe privarmi di così grande gioia, perché ho ormai raggiunto ciò che ho ardentemente desiderato sotto il cielo…(3LAg 5: FF 2885); con te gioisco ed esulto nel gaudio dello Spirito… poiché ti sei meravigliosamente unita in sposa all’Agnello immacolato, che toglie i peccati del mondo (4LAg 7-8: FF 2900). Il cuore puro vince le ombre dell’invidia e della gelosia che vogliono appropriarsi del bene, appartenente solo a Dio, come dice Francesco, per rallegrarsi e ren¬dere grazie ogni volta che vede i progressi delle sorelle sulla via del Signore.

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