Novena di santa Chiara, 3 agosto, 2° giorno

Pubblicato giorno 3 Agosto 2021 - ARTICOLI DEL BLOG, Novene, S. Chiara d'Assisi

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LASCIARSI FARE

martedì 3 agosto

 

Canto: “Chiara, più chiara che stella”

 

Il Signore Gesù ha progressivamente preso con sé Chiara e, giorno dopo giorno, dal battesimo fino al momento del suo passaggio al Padre, l’ha rivestita di se stesso, l’ha resa come Lui. Proviamo a pensare non tanto a quello che Chiara ha fatto, ma a come si è lasciata fare dallo Spirito, allo spazio che lei ha offerto nella sua umanità alla statura di Cristo, ai suoi sentimenti, alla sua carità. «Tutto ciò che Cristo ha vissuto fa sì che noi possiamo viverlo in Lui e che Egli lo viva in noi». Così è accaduto in Chiara. La sua santità è stata quella di lasciarlo fare, lasciarlo vivere, con meno resistenze possibili, imparando ad ascoltare la sua voce, a riconoscere le sue orme, le sue ispirazioni, il suo agire in lei e intorno a lei, nelle sorelle, negli eventi piccoli e grandi, nella storia, nelle contraddizioni e nelle prove della vita… senza imporre lei un suo progetto “proprio” di santità. Chiara è la donna dell’ascolto, come Maria, e della sequela, come Francesco. Per ogni discepolo è indispensabile stare con il Maestro, ascoltarlo, imparare da Lui, imparare sempre. Se non ascoltiamo, tutte le nostre parole saranno unicamente rumori che non servono a niente. (GE 150)

Vista in questi termini la santità di Chiara, quanto la sentiamo vicina! La sentiamo sorella e madre che ci comprende fino in fondo, che non si scandalizza delle nostre resistenze a Lui, delle nostre lotte, delle nostre cadute, delle nostre fatiche… perché anche lei le ha in qualche modo provate. Chiara non è nata santa, ma è diventata santa – conforme a Gesù – a prezzo, possiamo pensare, di molte lacrime.

 

Papa Francesco rilegge per noi l’esperienza dei santi, additandoci nell’ascolto della Parola e nel discernimento spirituale la chiave che spalanca il cuore, la mente, l’anima e l’intelligenza alla totalità del rapporto con Dio.

L’atteggiamento di ascolto implica obbedienza al Vangelo come ultimo criterio, ma anche al Magistero che lo custodisce, cercando di trovare nel tesoro della Chiesa ciò che può essere più fecondo per l’oggi della salvezza. Non si tratta di applicare ricette o di ripetere il passato, poiché le medesime soluzioni non sono valide in tutte le circostanze e quello che era utile in un contesto può non esserlo in un altro. Il discernimento degli spiriti ci libera dalla rigidità, che non ha spazio davanti al perenne oggi del Risorto. Unicamente lo Spirito sa penetrare nelle pieghe più oscure della realtà e tenere conto di tutte le sue sfumature, perché emerga con altra luce la novità del Vangelo. (GE 173)

Dunque mi permetto di chiederti: ci sono momenti in cui ti poni alla sua presenza in silenzio, rimani con Lui senza fretta, e ti lasci guardare da Lui? Lasci che il suo fuoco infiammi il tuo cuore? Se non permetti che Lui alimenti in esso il calore dell’amore e della tenerezza, non avrai fuoco, e così come potrai infiammare il cuore degli altri con la tua testimonianza e le tue parole? E se davanti al volto di Cristo ancora non riesci a lasciarti guarire e trasformare, allora penetra nelle viscere del Signore, entra nelle sue piaghe, perché lì ha sede la misericordia divina. (GE 151)

 

 

 

 

 

 

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