Novena di santa Chiara, 4 agosto, 3° giorno

Pubblicato giorno 4 Agosto 2021 - ARTICOLI DEL BLOG, Novene, S. Chiara d'Assisi

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CORPO: MANIFESTAZIONE DI SANTITA’

mercoledì 4 agosto

 

Canto: “L’amore di Cristo”

 

La nostra fede ci fa venerare il sepolcro dei santi come quel luogo dove la loro umanità si manifesta ancora presente nelle loro spoglie mortali: quanti miracoli, dopo la morte di Chiara, sono avvenuti sul suo sepolcro! Quanti fratelli e sorelle si recano in pellegrinaggio nei luoghi dove sono custodite le spoglie dei santi, sulle cui tombe sono state erette splendide chiese!

Quel che ci resta della madre santa Chiara, le sue fragili ossa, sono state – e sono! – tempio dello Spirito Santo, sono quell’umanità che progressivamente Gesù ha abitato, fatto sua, ha trasformato in Sé fino alla pienezza. Venerandole, come non pensare con ammirazione a quel volto che usciva luminoso dalla preghiera, o quelle mani con cui filava, lavava i sedili delle sorelle inferme (Proc 2,1), toccava le sorelle ammalate per guarirle, benediceva, faceva il segno della croce sui bambini ammalati… quelle mani! Quelle ossa che contenevano il suo cuore, che ha palpitato, sofferto, gioito, esultato, provato paura e angoscia, come me, come noi… Quelle ossa che hanno portato su di sé “la morte di Cristo” prima attraverso la penitenza, poi attraverso la debolezza, l’infermità di lunghi anni, perché anche la Sua vita si manifestasse in lei.

Il corpo di Chiara ci parla del suo progressivo lasciarsi plasmare dalla santità di Gesù. Ma di questo ci parlano anche le altre reliquie, oggetti ed abiti che Chiara ha toccato, indossato… Le sue vesti testimoniano la sua povertà e penitenza, ma anche la sua umanità così concreta… Di quanti ricordi è testimone la tavola di legno su cui Chiara mangiava e lavorava quando era inferma… E poi le pergamene del Privilegio della povertà, che Chiara ha custodito con cura per tutta la vita come sigillo ecclesiale alla sua intuizione di vivere sine proprio abbandonata alla Provvidenza dello Sposo, e della Forma vitae confermata due giorni prima della sua morte da papa Innocenzo IV, che Chiara ha tenuta tra le sue mani e baciata più e più volte…

Tutto quanto di materiale ci rimane di Chiara ci parla della sua santità quotidiana, umile, nascosta, ma tanto reale, tanto umana, accessibile anche a noi nel nostro quotidiano, se siamo disposti a lasciare che Gesù viva in noi come ha vissuto in lei, se lo lasciamo muoversi liberamente in noi attraverso il suo Spirito, se siamo disposti ad accogliere la Pasqua come unica logica della vita, come ha fatto lei che afferma nel Testamento: Non ricusavamo nessuna indigenza, povertà, fatica, tribolazione o ignominia e disprezzo del mondo, anzi, al contrario, li ritenevamo grandi delizie (TestsC 27-28)

 

Non c’è avventura più bella e vera che quella di sperimentarsi abitati dallo Spirito nelle diverse circostanze della vita. Ce lo ricorda anche Papa Francesco:

Se non poniamo più distanze tra noi e Dio e viviamo alla sua presenza, potremo permettergli di esaminare i nostri cuori per vedere se vanno per la retta via. Così conosceremo la volontà amabile e perfetta del Signore e lasceremo che Lui ci plasmi come un vasaio. Abbiamo detto tante volte che Dio abita in noi, ma è meglio dire che noi abitiamo in Lui, che Egli ci permette di vivere nella sua luce e nel suo amore. Egli è il nostro tempio: «Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita». «E’ meglio un giorno nei tuoi atri che mille nella mia casa». In Lui veniamo santificati. (GE 51)

La tua identificazione con Cristo e i suoi desideri implica l’impegno a costruire, con Lui, questo Regno di amore, di giustizia e di pace per tutti. Cristo stesso vuole viverlo con te, in tutti gli sforzi e le rinunce necessari, e anche nelle gioie e nella fecondità che ti potrà offrire. Pertanto non ti santificherai senza consegnarti corpo e anima per dare il meglio di te in tale impegno. (GE 25)

 

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