7 luglio – Operai dell’amore, 14a domenica del Tempo ordinario anno C

Pubblicato giorno 5 Luglio 2019 - ARTICOLI DEL BLOG, Commenti alle letture festive 2019

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da Messale festivo 2019 EMP

 

14a domenica del tempo ordinario

Operai dell’Amore!

 

«In tutti i battezzati, dal primo all’ultimo, opera la forza santificatrice dello Spirito che spinge a evangelizzare». Con queste parole di papa Francesco dell’Evangelii gaudium traduciamo l’invito di Gesù presente nel Vangelo di oggi: «Andate». «Tutti – continua – siamo soggetti attivi di evangelizzazione, qualunque sia la nostra funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della nostra fede». Le letture che ascolteremo ci spingono a comunicare agli altri quello che abbiamo scoperto, quello che aiuta a vivere e dà speranza. La scusa alle volte è la nostra imperfezione, ma in Cristo siamo creature nuove, libere dalle dinamiche del peccato che ci imprigionava. E’ vero che i nostri limiti ci accompagneranno tutta la vita, ma è altrettanto vero che il Padre ci consolerà e ciò che riteniamo imperfetto sarà usato da lui come stimolo costante, perché non ci adagiamo nella mediocrità e continuiamo a crescere verso di lui. Solo il Padre è così perfetto da poter contenere in sé l’imperfetto. La sua accoglienza e il suo perdono, il suo amore previdente e paterno, ci rendono costantemente nuova creatura. E questa novità va condivisa, va donata come lievito di bene a partire dalle piccole cose quotidiane. Nei nostri doveri di tutti i giorni è racchiuso un trampolino di lancio per vivere e trasmettere l’amore di Cristo. Non esistono ricette e risposte prefabbricate, ma solo un dinamismo creativo che abita il nostro oggi: lo Spirito Santo. Esso produce un’autentica ossigenazione del cuore, la gioia in chi sperimenta la carità. Scrive Madeleine Delbrêl (1904-1964): «Una volta conosciuta la parola di Dio non abbiamo il diritto di non accoglierla; una volta che l’abbiamo accolta non abbiamo il diritto di impedirle di incarnarsi in noi; una volta che si è incarnata in noi, non abbiamo il diritto di conservarla per noi: da quel momento apparteniamo a coloro che l’aspettano». Che cosa ci manca di necessario per essere testimoni di questo amore? Se mancasse qualcosa di necessario, Dio ce lo avrebbe già dato, dunque non ci manca niente di necessario nel luogo dove Dio ci ha voluti, perché esso diventi il luogo della santità, luogo di dono gratuito di noi stessi.

prima lettura   Rallegratevi con Gerusalemme

Dio attraversa con noi tutti gli eventi della vita, anche quelli meno lieti, e ci svela il gusto e la bellezza nascosti in essi: lo sviluppo della nostra vita in lui. Già fin d’ora siamo invitati a rallegrarci con lui!

 

seconda lettura   Conta… essere nuova creatura

Essere nuova creatura in Cristo, abbracciando ciò che veramente vale – Gesù e la sua croce –, è l’augurio che san Paolo ci rivolge, perché anche in noi scenda la pace e la misericordia di Dio.

 

vangelo    Andate… vi mando come agnelli

Gesù invia davanti a sé, agli uomini, altri discepoli: ogni uomo è una Parola pronunciata, accolta, in attesa del compimento d’amore che porta scritto in sé. Gesù invia così «operai d’amore», ma in qualche modo partecipa alla missione insieme al Padre e allo Spirito Santo. Vi partecipa nella comunione sbocciata fra i discepoli che hanno fatto esperienza viva di lui. Per questo li invia due a due: sono testimoni viventi di una relazione fraterna attraente e generosa da cui sgorga la pace che sono chiamati ad annunciare. «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli – dirà Gesù – se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35). Con il cuore dilatato da tale esperienza, i discepoli sono resi fecondi per offrire una testimonianza capace di generare, di aprire, cioè, la mente e il cuore di quanti accolgono la pace del Signore, che provoca la fondamentale reazione di desiderare, cercare e avere a cuore il bene degli altri. Gesù però mette in guardia i discepoli dalla tentazione di fermarsi ai risultati. Questi ultimi sono solo la manifestazione della potenza di Dio che ha operato attraverso di loro. L’amore ha origine in Dio, è un suo dono operante nei loro cuori. I discepoli, e noi con loro, sono mandati come agnelli, resi tali da Gesù – agnello immolato –. Il motivo della gioia sarà la consapevolezza di sapere che i loro – e nostri! – nomi sono scritti nel cielo. Sì, non si può che rallegrarsi nel sapere di essere scrittura divina (nomi scritti) già presso il Padre (in cielo), perché lo abbiamo accolto e testimoniato sulla terra. «Chiediamo la grazia di rallegrarci dei frutti degli altri, che sono di tutti, senza cadere nella tentazione dell’invidia o delle sfide che ci colgono impreparati. Siamo realisti, ma senza perdere l’allegria, l’audacia e la dedizione piena di speranza. Non lasciamoci rubare la forza missionaria» (papa Francesco, Evangelii gaudium 104).

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