V DOMENICA DI QUARESIMA
2 aprile 2017
Gv 11,1-45
Ognuno è amico della sua patologia
Alda Merini
A furia di metterci una pietra sopra, finiamo sepolti sotto un cumulo di macerie. Ci sono sepolcri che gli altri ci scavano intorno, quando, con la loro indifferenza, uccidono le nostre speranze, ma ci sono anche sepolcri nei quali noi ci buttiamo per paura di affrontare la vita. Ci addormentiamo per non vedere. E così la vita si spegne, diventa, appunto, una tomba.
Il vero protagonista di questo testo di Giovanni non sembra infatti Lazzaro, e meno che mai la sua risurrezione, cui si giunge affannosamente solo alla fine, quando ci eravamo quasi dimenticati che Lazzaro giaceva da tempo nel sepolcro. Tutto avviene invece intorno a questo sepolcro. Intorno a questo luogo che ci ricorda che l’assenza di Dio è assenza di vita. Quando Gesù è lontano, la vita si spegne: se tu fossi stato presente, dice Marta, Lazzaro non sarebbe morto…