Prima o poi fiorirà! La pazienza di chi ci ama – Omelia di p. Gaetano Piccolo per la III domenica di Quaresima anno C

Pubblicato giorno 22 Marzo 2019 - ARTICOLI DEL BLOG, Omelie di p. Gaetano Piccolo SJ

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dal sito Rigantur mentes

 

Querebam unde malum et non erat exitus

Agostino, Confessioni

 

Nessun grido resta inascoltato

Quando ci sentiamo attaccati ingiustamente, quando la vita ci costringe a stare davanti alla sofferenza, quando siamo vittime della cattiveria umana o quando ci interroghiamo davanti al dolore innocente, ci ritroviamo improvvisamente a fare i conti con l’interrogativo più drammatico dell’esistenza umana: da dove viene il male? Perché nella mia vita? Perché proprio a me?

Davanti a questa domanda, il popolo d’Israele aveva levato un grido, mentre era schiavo in Egitto, un grido che non sapeva neppure a chi rivolgere esattamente. È il grido di chi è esasperato sotto il peso di un male ingiusto. Qualcuno però raccoglie quel grido. Quel popolo appartiene a Dio, come a Dio appartiene la vita di ogni uomo. Dio non resta mai sordo davanti al nostro lamento.

Dio confida a Mosè di aver ascoltato quel grido (Es 3,7). Per questo, come ogni padre che sente il lamento di suo figlio, Dio non può non scendere per liberarlo dal male che lo attanaglia. L’azione di Dio non è magica o indolore: il testo dice che Dio scende per strappare con forza il popolo al suo male.

Il nome stesso di Dio è una rassicurazione circa la sua presenza: Dio si presenta come colui che sta nella storia (Es 3.6), è il Dio di tuo padre, di Abramo, di Isacco, di Giacobbe…e continua a essere padre dell’umanità. È un Dio che accompagna le vicende delle generazioni. Non è semplicemente colui che è, come un essere metafisico astratto e lontano. Sarebbe meglio tradurre che egli è colui che c’è. È presente in ogni istante della nostra esistenza. Questa è la sua risposta allo scandalo del male: Io ci sono e attraverso con te questo male!

 

Il male che abita dentro

Ma c’è un’esperienza del male che risuona in maniera forse ancor più drammatica: è il male che incontriamo dentro di noi, quando scendiamo nei nostri abissi (o sarebbe meglio dire scivoliamo in essi) e la vita ci costringe a guardare i nostri mostri interiori, il male che ci portiamo dentro. CONTINUA A LEGGERE

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