Quando cominciano i saldi dell’amore? La paura di essere stati ingannati dalla vita – Omelia di p. Gaetano Piccolo SJ per la XVII domenica A

Pubblicato giorno 28 Luglio 2017 - ARTICOLI DEL BLOG, Omelie di p. Gaetano Piccolo SJ

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dal sito Rigantur mentes

Meditazione sul Vangelo

della XVII domenica del Tempo Ordinario (Anno A)

30 luglio 2017

 

È facile far monaco l’uomo esteriore, basta volerlo.

Ma far monaco l’uomo interiore richiede un’ardua lotta.

Esichio il Sinaita

 

Sarà forse il caldo, ma ogni tanto mi chiedo se ne valga veramente la pena…

Ne vale veramente la pena quando non hai più né lacrime né preghiere per chiedere giustizia? Ne vale veramente la pena quando non ti senti ascoltato né dalla Chiesa né da Dio? Ne vale veramente la pena quando vince sempre il violento e il perverso, il bugiardo e il disonesto?

Non so se anche la comunità a cui Matteo si rivolge soffrisse il caldo allo stesso modo, ma di certo viveva le stesse dinamiche.

C’è una rete a strascico che raccoglie ogni genere di pesci. Tu e io ci ritroviamo nella stessa rete, nella stessa Chiesa, nella stessa comunità. Ed è inevitabile che io mi chieda come sia stato possibile che tu e io siamo finiti nella stessa rete. Questa rete che è il Regno di Dio, talvolta mi sembra una prigione dentro cui mi dimeno senza poterne più uscire.

Siamo grano e siamo zizzania, siamo pesci buoni e pesci che puzzano, ma siamo condannati a stare tutti insieme, animati solo dalla speranza che presto il padrone della messe ordini la mietitura o che il pescatore cominci ad aprire la rete per dar corso alla cernita definitiva.

Il lievito impiega tempo per far crescere la pasta e il granello di senape impiega anni per diventare un albero. E non sempre si ha la forza di aspettare.

Questa è la comunità che sta dietro questo Vangelo, quella che si chiede se valga veramente la pena vendere tutto, compromettersi, senza vedere a volte nessun guadagno.

Forse Matteo vede intorno a sé pigrizia e sfiducia:  i primi cristiani hanno incontrato Cristo, hanno trovato il tesoro e la perla, ma si chiedono se alla fin fine valga veramente la pena morire per lui. Alcuni hanno trovato Cristo per caso, mentre stancamente portavano avanti il loro lavoro quotidiano, mentre, come ogni giorno, aravano il campo della loro vita. Altri l’hanno trovato perché si erano messi a cercare qualcosa per cui valesse la pena vivere, sono cercatori di perle preziose.

Dio si lascia trovare, certo, ma poi ci chiede di comprometterci. L’amore ci cambia, ci espropria, non ci lascia mai indifferenti. Ma non tutti sono disposti a perdere qualcosa per amore. E allora preferiscono tornare ogni giorno ad arare il medesimo campo, lasciando perdere la novità dell’amore. Sono quelli che hanno deciso che non ne vale la pena.

Così come ci sono coloro che sperano di trovare sempre una perla più preziosa e per questo lasciano perdere quella che hanno trovato.

Il Vangelo usa in queste parabole il linguaggio dell’economia, la metafora degli affari. Occorre vendere per comprare. Anzi, occorre vendere tutti i propri averi. Tutto, senza trattenere nulla per sé. L’amore non può essere mai parziale, non fa sconti. Non arriva mai la stagione dei saldi dell’amore. Occorre compromettersi: non possiamo pensare di conservare quello che siamo se vogliamo coinvolgerci nell’amore. Bisogna rischiare! Ed è inevitabile che dopo che hai pagato, ti venga la tentazione di chiederti: ne sarà valsa la pena?

Sì, per amore si paga. E chiunque abbia fatto l’esperienza dell’amore, sa cosa significa.

Se non riusciamo a decidere di vendere per amore, vuol dire che siamo rimasti ancora scribi, incapaci di diventare discepoli. Lo scriba è l’esperto della legge, il giudice e il teologo, quello che sa parlare solo dell’amore dei documenti, dei libri o del catechismo. È l’esperto delle carte: quello che sa come si deve amare, ma che non ha mai iniziato ad amare.

Lo scriba diventa discepolo quando sa usare quello che ha imparato per compiere le scelte nuove che la vita gli mette ogni giorno davanti. Sa tirar fuori dal suo tesoro non solo, ossessivamente, quello che la tradizione gli ha insegnato, ma sa usare quella tradizione antica per prendere decisione faticose davanti alle situazioni imprevedibili e sorprendenti che la vita gli mette davanti.

Molti credenti sono rimasti scribi, o meglio scribacchini, conoscono al più le carte, ma non sanno cosa farsene davanti alle situazioni nelle quali è chiamato a decidere.

Spero che passato questo caldo, anch’io possa dire ancora: ne è valsa la pena!

 

 

Leggersi dentro

–          E per te, vivere il Vangelo, vale la pena?

–          Aspetti anche tu la stagione dei saldi dell’amore?

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