“Ho un terribile bisogno della religione.
Allora esco di notte per dipingere le stelle”
V. Van Gogh
Una notte stellata
L’immagine della notte ha sollecitato spesso l’immaginazione degli artisti. La notte sa di mistero, è il tempo in cui la chiarezza lascia il posto alla fantasia. E proprio per questo la notte può essere abitata dai mostri, soprattutto quando diventa la notte della ragione (cf . F. Nietzsche). La notte ci ricorda le nostre paure, quando non vediamo l’ora che la luce si riaccenda. E tante volte, nelle notti insonni, i pensieri ci abitano e i ricordi si affollano. La notte è anche quella stellata di Van Gogh (1889): quando la guardiamo ci colpiscono i colori e un senso di nostalgia, ma non vediamo le sbarre del manicomio attraverso le quali Van Gogh ha osservato quel paesaggio mentre lo dipingeva. Anche nella notte più buia possiamo vedere la stella del mattino, che si scorge proprio nell’opera di Van Gogh (1889), come egli stesso scrisse al fratello, basta andare oltre la grata del nostro presente.
La storia, purtroppo, continua ad attraversare la notte. Proprio come avviene per le ore del giorno, sembra che la vita non possa fare a meno di ritornare nel buio, più o meno lungo, che sopraggiunge dopo il crepuscolo. E forse anche adesso abbiamo la sensazione di attraversare una notte che sembra sempre più buia. CONTINUA A LEGGERE
Leggersi dentro
– Come vivi il tempo dell’attesa, quando le cose non sono chiare?
– Come stai amministrando quello che Dio ha messo nelle tue mani?