«Nella comunicazione non mi sento responsabile solo di me, ma anche dell’altro, come se egli fosse me ed io lui».
K. Jaspers
Una comunicazione malata
Assistiamo sempre di più alla difficoltà di capirsi. È uno dei paradossi del nostro tempo: nonostante il moltiplicarsi degli strumenti di comunicazione, facciamo sempre più fatica a distinguere il vero dal falso. L’informazione ha stretto alleanza con il potere. La comunicazione è diventata violenta, e nel contempo senza argomenti. Si contrappongono gli slogan, ma non si discute. Abbiamo sempre più l’impressione di un mondo diviso, frammentato, persino all’interno della comunità cristiana. Molti restano in silenzio per timore, altri non vogliono compromettere la propria immagine, altri ancora pensano che non ne valga la pena. A ben guardare stiamo costruendo una nuova Babele, ciascuno è irrigidito nella sua posizione ed è convinto che la sua torre porterà sicuramente al cielo.
Abitare lo stesso luogo
Se rileggiamo questa situazione alla luce della Parola di Dio, potremmo concluderne che probabilmente non abitiamo più lo stesso luogo. Il testo degli Atti degli Apostoli inizia infatti proprio CONTINUA A LEGGERE
Leggersi dentro
– Il mio modo di comunicare crea conflitto o comunione?
– Sono disposto a lasciare spazio a Dio nella mia vita?