Rivista online dedicata alla beata Eurosia Fabris Barban, protettrice dell’Ordine Francescano Secolare del Veneto

Pubblicato giorno 9 Agosto 2018 - ARTICOLI DEL BLOG, Eventi, Vocazioni

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Cari amici,

vi segnaliamo la rivista dedicata alla beata Eurosia Fabris Barban, diretta dalla teologa Laura Dalfollo, docente al Claretianum e al Teresianum di Roma, nostra amica e convalligiana. Più sotto trovate qualche notizia sulla beata (rimandiamo al sito per una conoscenza più completa di questa straordinaria figura di donna, madre e santa).

Potete leggere la rivista al link: http://www.eurosiafabrisbarban.it/index.php/rivista

Francescana

Padre Gianluigi Pasquale, pronipote di Mammarosa, in un suo scritto che ho potuto consultare, parla di quattro vocazioni della beata: la quarta è proprio quella di diventare francescana; quella che forse, senza pretendere di essere la più importante, ha finito per perfezionare il suo cammino nella imitazione di Cristo che la portò fino al traguardo della santità ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa.

Ritengo doveroso dare il giusto rilievo anche a questa caratteristica di mamma Rosa: esattamente la sua scelta di diventare figlia di san Francesco d’Assisi iscrivendosi al Terzo Ordine Francescano. Anche in questa scelta possiamo riconoscere un dono speciale di Dio, che voleva portare questa sua figlia sulla stessa strada sulla quale aveva camminato il grande Francesco d’Assisi: la strada dell’umiltà e della povertà.

Sono parecchi i punti di convergenza tra Francesco d’Assisi e Mammarosa: ne voglio evidenziale almeno due. Il primo consiste nel primati di Dio, affermato e vissuto da ambedue. Per Francesco non abbiamo bisogno di testimonianze speciali: è un dato che risulta da tutti i suoi scritti, in modo del tutto speciale in quel famoso “Cantico delle creature” che ben conosciamo tutti. Per Mammarosa basti ricordare questa sua affermazione. così semplice e pur così ricca si spiritualità: “Io non desidero altro che l’amore di Dio e di crescere sempre nel suo amore; del resto non m’importa nulla”.

Un secondo punto di convergenza tra san Francesco e Mammarosa mi pare di trovarlo nel frequente riferimento al paradiso. E’ attribuita Francesco, se non vado errato, la frase: “E’ tanto il bene che mi aspetto che ogni pena mi è diletto”. Dal canto suo Mammarosa un giorno ebbe a dire: “Non vi angustiate per queste cose. Già dobbiamo lasciar tutto in questo mondo. Se pensassimo di più al Paradiso, non si litigherebbe tanto per queste povere cose di quaggiù”.

            Personalmente mi pare di poter individuare qui un altro segno della fantasia di Dio nella vita di mamma Rosa. Se è vero, infatti, che è stato papa Giovanni Paolo II a scoprire i segni della santità in Mammarosa   e che è stato papa Benedetto XVI a volere che fosse proclamata beata, a mio avviso è altrettanto vero che mamma Rosa condivide con papa Francesco questo carisma francescano che papa Bergoglio, non senza destare grande meraviglia in tutti, ha voluto fare suo e sta proponendo al mondo intero come sua scelta preferenziale.

            A proposito di papa Francesco, mi sia consentito di sostare un momento per dare il giusto rilievo che si meritano alcune sue scelte, totalmente improntate alla povertà francescana. Scelte che non risalgono certamente ad una ricerca di singolarità, e tanto meno ad un capriccio personale, ma ad una precisa volontà di vivere il Vangelo alla lettera, proprio come aveva deciso san Francesco d’Assisi. Con lui vogliamo camminare, per lui dobbiamo pregare. Ora capisco perchè Mammarosa diceva ai suoi figli: -Prima dobbiamo pregare per la Chiesa e per il Papa e poi chiederemo al Signore le grazie di cui sentiamo di avere bisogno.

            Di papa Francesco potremmo dire molte altre cose, ma una mi preme dire: la sua volontà di riformare la Chiesa, purificandola da non poche sue deficienze per riportarla a quella bellezza spirituale alla quale pensava già l’apostolo Paolo, quando scrivevasi cristiano della città di Efeso: “per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata” (Efesini 5, 27). Se il nuovo vescovo di Roma, con grande sorpresa di tutti, ha voluto scegliere il nome di Francesco, lo ha fatto anche per questo. Non aveva detto il Signore a Francesco d’ Assisi, in un sogno divenuto famoso: “Francesco, va’ a riparare la mia Chiesa”?

+ Carlo Ghidelli, vescovo emerito di Lanciano

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