Santa Chiara nella sua pasqua

Pubblicato giorno 30 Luglio 2017 - ARTICOLI DEL BLOG, S. Chiara d'Assisi

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Nel mese di agosto ricordiamo e celebriamo il transito della Madre S. Chiara.

E’ un accostarci in punta di piedi: la morte dei santi palesa il mistero d’amore verso il quale sono attratti dal Dio della vita. E’ l’undici agosto 1253. Le fonti che ci parlano di questo momento culminante sono sobrie, come lo è stata Chiara. Le sue ultime parole riportate manifestano riconciliazione interiore, che sgorga da un costante atteggiamento di fiducioso abbandono al Signore.

La presenza dei primi compagni di Francesco

 

Nell’attesa dell’incontro definitivo con Lui, la Comunione sperimentata diventa relazione con i fratelli e le sorelle che le sono accanto; sono incontri carichi di profonda umanità.

“Esortandola il buon frate Rainaldo alla pazienza nel lungo martirio di così gravi infermità, con voce perfettamente libera da forzature gli rispose: «Da quando ho conosciuto la grazia del Signore mio Gesù Cristo per mezzo di quel suo servo Francesco, nessuna pena mi è stata molesta, nessuna penitenza gravosa, nessuna infermità mi è stata dura, fratello carissimo! ». 

Ecco ciò che Chiara porta in cuore nel ritornare al Padre; la conoscenza di Gesù Cristo per mezzo di Francesco è la grazia incessante della sua esistenza: appartenere a Lui è condividere la sua Croce, divenendo ad un tempo appassionata della salvezza di ogni uomo. Scriveva Chiara nella II lettera ad Agnese: «Se con Lui soffrirai, con Lui regnerai; se con Lui piangerai, con Lui godrai; se in compagnia di Lui morirai sulla croce della tribolazione, possederai con Lui le celesti dimore nello splendore dei santi, e il tuo nome sarà scritto nel Libro della vita».

Chiara ha seguito Cristo da innamorata! Cristo non semplicemente pensato o meditato, ma incarnato nella concretezza della vita , anche nell’infermità che con lei ha stretto alleanza per circa trent’anni.

Desiderio dello Sposo

 

 L’abbraccio che ha unito Chiara allo Sposo, pare in  questo momento stringa ancor più vicini e lontani: si rivolge ad Agnese, la sorella tanto amata la quale tra “le  lacrime, scongiura la sorella di non andarsene abbandonandola. E a lei risponde: «Piace a Dio, sorella carissima, che io parta; ma tu smetti di piangere, perché presto verrai al Signore dietro a me; e, prima che io mi separi da te, ti verrà concessa dal Signore una grande consolazione ».

L’abbraccio si estende, unita a Gesù che dalla Croce attira tutti a Sè: «Poi, facendosi più vicino il Signore e già quasi stando sulla soglia, Chiara vuole che le stiano accanto sacerdoti e frati spirituali, che le ripetano la Passione del Signore e sante parole. E appena tra di essi le appare frate Ginepro, famoso per saper vibrare ardenti giaculatorie al Signore, con calde parole dal cuore, animata da rinnovata letizia gli chiede se abbia lì pronto qualcosa di nuovo riguardo al Signore. Ed egli, aprendo la bocca, dalla fornace del cuore ardente libera fiammeggianti scintille di parole, e la vergine di Dio trova grande consolazione nelle sue parabole. Infine si volge alle figlie in lacrime, raccomandando loro la povertà del Signore e ricorda lodando i benefici divini. Benedice devoti e devote sue e implora larga grazia     di benedizione su tutte le Donne dei monasteri poveri, sia presenti che futuri.

».

La premura verso “i molti” è mossa dalla carità del Signore ed ha la misura che Chiara ha riconosciuto rivolta a se stessa . Il sigillo della sua vita intessuta di amore, è un canto di lode al Creatore: «Va’ in pace, perché averai bona scorta; però che quello che te creò, innanti te previde da essere santificata; e poi che te ebbe creata, infuse in te lo Spirito Santo; e poi te ha guardata come la madre lo suo figliolo piccolino ». (cf LegsCh 44-46)

In ricerca del Mistero incontrato da Chiara

 

Ogni persona riceve nella sua esistenza il Mistero di Dio. Chiara l’ha riconosciuto e ha vissuto desiderando si sveli totalmente. L’ha fatto amando. Dio è amore, relazione, dono; Chiara, se parla ancora al nostro cuore è perchè ha percorso un itinerario di impegno totale nel fargli spazio, vivendo in Lui ogni istante, nella gratitudine e nella gratuità. Chiara,attirata dallo Sposo Celeste, continua ad attrarre a Lui: quanti varcano le porte dove sono custoditi i resti del suo corpo nella Basilica di Assisi che porta il suo nome, incontrano una testimone di valori non transeunti, una risposta alle domande centrali della propria vita, al senso della sofferenza,…oppure le suscita a chi si pone in ricerca sincera. E’ l’invito che Chiara ci rivolge in questo centenario. Per questa occasione una sua s. reliquia percorre di tappa in tappa il nostro Paese, sostando nei monasteri delle Sorelle Povere. Accogliendo la presenza di Chiara accogliamo la Luce, lasciamoci illuminare! Potremo aprire gli occhi del cuore e scoprire che l’uomo ha la radice in alto; Cristo è il fondamento di questo dono. Entrare nella vita eterna è conoscere Lui e il Padre fin da ora, la grazia della Comunione ricevuta in dono è anticipo e speranza del Regno dei cieli. Chiara ha vissuto in queste modalità la sfida dell’essere “pellegrina e forestiera” pronta a restituire tutto a Dio rendendogli grazie perchè tutto, e sommamente la nostra vita, appartiene a Lui.

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